Conversation with friends

Anno: 2022

Paese: Irlanda, Uk, Usa

Episodi: 12, 1 stagione, conclusa

Genere: drammatico, sentimentale

Regia: Lenny Abrahamson

Soggetto: omonimo romanzo by Sally Rooney

Cast: Alison Oliver, Sasha Lane, Joe Alwyn, Jemima Kirke

Trama: due ventenni universitarie diventano amiche di una coppia celebre, lei scrittrice e lui attore. Ben presto la loro relazione diventa complicata.

Sinceramente l’ho vista solamente perché trasmessa su RaiPlay ed il singolo episodio non durava più di mezz’ora. Ma ho definitivamente capito che la Rooney ed io non andiamo e mai andremo d’accordo.

Il titolo parla di conversazioni, ma sono praticamente l’unica cosa che manca nella trama. E non è una cosa voluta, e quindi un titolo ironico, dato che ho letto che nel libro ci sono moltissimi scambi di mail, è che gli sceneggiatori si sono proprio dimenticati di inserirli nella serie. E poi il tutto avviene in modo troppo veloce, soprattutto all’inizio. Una trentenne invita due ventenni a casa sua così dal nulla, solo perché le è piaciuta una poesia da loro recitata e scritta. Senza mai parlare con loro di poesia o letteratura. Il marito e la “poetessa” si trovano subito in sintonia perché entrambi timidi ed introversi. E ci può anche stare, ma poi la loro relazione clandestina parte dal più totale nulla.

La protagonista poi sembra sempre in balia degli eventi. Apatica ed infastidita da tutto, è nel torto, ma pretende alcune cose da lui, tipo il non dormire con la moglie. Tra l’altro lui le ha espressamente detto di continuare ad amarla alla moglie, quindi è logico che farà sesso anche con lei, no?

Altro punto a sfavore è il fatto di vedere tutto attraverso il punto di vista della protagonista. Degli altri, di cosa fanno o dicono quando lei non c’è, abbiamo solo le loro versioni riportate a lei. Non sappiamo se siano vere al 100%. Tuttavia non sono riuscita lo stesso ad empatizzare con lei.

Il protagonista maschile non l’ho trovato né affascinante né carismatico. In più quel suo modo di parlare sussurrato e mellifluo era irritante e tendeva a dare sensazioni di manipolatore.

Come nel precedente lavoro della Rooney, il libro che ho letto, non salvo praticamente nessuno dei protagonisti.

L’amica è invadente, egocentrica e maleducata. La moglie lo ha tradito per prima perché lui era caduto in depressione. Se l’autrice vuole portare alla luce il peggio della società moderna ci sta riuscendo alla grande, ma non è il genere di storie che piace a me. Soprattutto perché alla fine si romanticizza il tutto dato che in rete ho trovato centinaia di commenti positivi al riguardo.

Anche il finale non l’ho capito. E’ bastata una telefonata, una conversazione alquanto sterile sul fatto che nonostante tutto provassero ancora qualcosa l’uno per l’altra per far ricominciare la relazione più o meno clandestina (perché a questo punto la moglie ne è a conoscenza). Non importa se anche l’attuale partner di lei (non faccio spoiler) si era pronunciato a favore delle coppie aperte o poligame, perché comunque lei ha deciso di iniziare di nuovo questa frequentazione senza consultarlo. E per me è lo stesso una mancanza di rispetto.

Dell’ 80% delle scene di sesso soft porn si poteva tranquillamente fare a meno. Davvero, non capisco questa moda degli ultimi tempi di mostrare praticamente l’atto sessuale quasi al completo.

Tutta la questione sulla sua malattia si poteva evitare che non è che abbia portato qualcosa alla trama dato che ne ha parlato sì e no mezza volta, come al suo solito. Non c’è stato un affrontare l’argomento seriamente con qualcuno, che fosse il partner o l’amica o la madre. Ad un certo punto ne ha accennato a lui, ma poi è finita lì. L’unica nota positiva come ha reagito all’ennesimo collasso l’amica. Ma tutto molto insipido.

Ecco, se penso a questa serie l’aggettivo che mi viene in mente è insipida.

Mchan

Dove sei, mondo bello by Sally Rooney

Seconda di copertina:

“In un bar di un paesino irlandese sulle coste dell’Atlantico una giovane donna aspetta un uomo che ancora non conosce. Lei si chiama Alice e di mestiere scrive romanzi. “E ci fai dei soldi, giusto?” le chiede lui, il suo Tinder date, poco più tardi. Si chiama Felix e con la letteratura non ha niente a che fare: per vivere sposta merci in un magazzino gelido. Il loro primo incontro è un completo flop, eppure Alice, reduce da un crollo psicologico, lo invita ad accompagnarla nel suo prossimo tour promozionale a Roma. Dei soldi Felix non dovrà preoccuparsi, ci penserà lei, con i proventi di un lavoro che giudica ‘moralmente e politicamente inutile’, il solo che voglia fare. Frattanto a Dublino la sua amica Eileen, come lei ventinovenne, per pochi spiccioli sistema la punteggiatura di articoli non suoi per una rivista letteraria su cui un tempo ha pubblicato un unico pezzo degno di nota, e per il resto scorre le pagine social dell’uomo che l’ha lasciata e cerca di rimettere insieme i cocci di ambizioni e speranze dimezzate mentre ai margini del suo scontento, Simon, un consulente politico bellissimo e cristianamente promiscuo, chiede di essere guardato. Con Alice Eileen condivide la sensazione che ‘ci troviamo nell’ultima stanza illuminata prima delle tenebre, testimoni di qualcosa’. Le vivide mail che le due donne si scambiano affrontano i temi della contemporaneità minacciata, dal contrasto fra la società dei consumi e la miseria della moltitudine al crollo della civiltà nella tarda Età del bronzo, dalla perdita del senso del bello con l’avvento della plastica agli effetti corrosivi della fama sulla cultura. Ma, mescolato all’armamentario pubblico dell’impianto intellettuale millenial, si fa strada proditoriamente, quasi felicemente, l’urgenza del provato desiderio, ‘Ecco che nel bel mezzo di tutto, con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere?’ domanda Alice. Ci sono i corpi, in questa dimensione, ci sono il dissacrante, anti-cliché Felix, e l’accogliente, inarrivabile Simon, c’è perfino l’illusione di una comunione vivifica che sappia sciogliere i solipsismi. ‘E di cosa parlano i tuoi libri?’ vuole sapere Felix da Alice al loro primo incontro. ‘Oh, non so, disse lei. Delle persone’.”

Quarta di copertina:

“Alice ha scritto due romanzi di enorme successo, ma per trovare compagnia deve andare su Tinder. Eileen lavora per una rivista letteraria, però non ci paga l’affitto. Simon ama da sempre la stessa donna, ma da sempre ne frequenta altre. Felix passa in birreria il tempo libero dal lavoro di magazziniere, ma la sua è una fuga. Alice, Eileen, Simon e Felix si parlano, si fraintendono, si deludono e si amano e, mentre attraversano il cerchio di fuoco dei trent’anni, si chiedono se esista davvero, al di là, ancora, un mondo bello in cui sperare”

“Incalzante. Il dialogo non perde un colpo e la prosa incendia la pagina”  Anne Enright, The Guardian

“E’ il miglior romanzo di Rooney, fino ad ora”  The New York Times

A me non è piaciuto affatto.

Pensavo che la serie televisiva tratta dal libro “Normal People” fosse lenta e noiosa, tanto da averla mollata a metà, ma con questo romanzo scopro che è proprio lo stile dell’autrice ad essere così.

Non parliamo poi del fatto che non conosce le basi della punteggiatura o come si struttura un paragrafo.  

Non ci sono le virgolette per indicare i dialoghi che è già fastidioso di suo, ma poi non va nemmeno a capo quando è un personaggio diverso a parlare o fare qualcosa, il che è alquanto confusionario.

La storia, per lo più, non ha né capo nè coda. L’unico personaggio ad essere ben delineato è Eileen. Dell’altra protagonista femminile non si capisce granché, né del genere letterario di cui scrive nè del perché è in rotta con la propria famiglia né tantomeno perché è dovuta essere ricoverata in ospedale. E’ tutto molto nebuloso e si fa molta fatica ad empatizzare con lei.

Simon è abbastanza ok, mentre Felix è proprio viscido.

Le lettere che si scambiano le due amiche sono assurde. Non penso proprio che due trentenni parlino a quel modo se non per darsi un tono. E poi mischia una marea di argomenti tra politica, emozioni, religione e pensieri per il futuro che non portano a nulla. Con nel mezzo una discuisizione sulla civiltà nell’Età del Bronzo messa proprio a casaccio. Ma soprattutto alquanto inverosimile come argomento di discussione tra due trentenni che al momento sono amiche di penna. Sembra più un esercizio di retorica per dare al romanzo un tocco più sofisticato del classico romanzo rosa. Perché alla fine questo è. Anche perché, caso strano, c’è l’happy ending per tutti.

Le scene di sesso sono a dir poco imbarazzanti per come sono descritte. Sembrano delle istruzioni per l’uso. Completamente asettiche di emozioni ed il fatto che nel mentre i personaggi parlino di altro è allucinante. Zero pathos proprio.

A questo punto non penso che comprerò altri suoi libri.

Mchan

La sconosciuta della Senna by Guillaume Russo

Seconda di copertina:

“A Parigi, in una notte nebbiosa, qualche giorno prima di Natale, una ragazza viene salvata dalle acque della Senna. E’ nuda, non ricorda nulla, ma è ancora viva. La donna misteriosa viene accompagnata al pronto soccorso, ma riesce a scappare ed a far perdere le proprie tracce. Gli esami del DNA rivelano la sua identità: è la pianista Milena Bergman. Ma qualcosa non torna, perché la famosa musicista risulta morta in un incidente aereo più di un anno prima.

E’ un’indagine per l’ufficio affari non convenzionali della polizia di Parigi, l’occasione che Roxane, un capitano messo in disparte dai suoi capi, aspettava per prendersi la rivincita che merita.

Quando la sua inchiesta intreccia il destino dello scrittore Raphael Batailley, l’ex fidanzato di Milena, i due si trovano catapultati in un enigma inquietante: è possibile essere al tempo stesso vivi e morti?

Il nuovo romanzo di Guillame Musso è un noir a perdifiato sulle tracce di una donna misteriosa, e dei segreti che la sua vita porta con sé”

“Guillaume Musso è il re del noir europeo”  La Repubblica

“Il maestro francese della suspense”  The New York Times

“Uno dei migliori autori contemporanei di thriller”  The Daily Express

Molto intrigante e ben scritto. Trama affascinante e ben sviluppata. Almeno fino ad un paio di capitoli prima della fine. Andava tutto bene poi l’autore si è perso. Non posso nemmeno dire in quale modo perché svelerei il finale, ma davvero non mi è piaciuto. Di solito negli ultimi capitoli tutti i nodi vengono al pettine, invece qui si mette altra carne sul fuoco e non si spiega davvero del tutto cosa si è scritto prima. In più il finale è aperto.

Mi sono sentita leggermente presa in giro. Ero lì tutta concentrata a capire le varie dinamiche e vengo lasciata conpiù dubbi di quando ho iniziato a leggere.

Peccato perché era davvero un bel romanzo intricato e ben scritto, che mi ha tenuto incollata e con la concentrazione a mille per tutta la lettura.

Unica altra nota stonata: quando nominava un settore della polizia francese si iniziava con l’acronimo, poi lo scriveva tutto per intero ed infine lo descriveva in almeno un paio di righe. Questo toglieva abbastanza il ritmo alla lettura.

Mchan

Amore, cucina & curry

Libro

Titolo originale: “The Hundred-Foot Journey” by Richard C. Morais

Seconda di copertina:

“Hassan Haji, secondogenito di sei figli, è nato sopra il ristorante di suo nonno, in Napean Sea Road a Bombay, vent’anni prima che fosse ribattezzata Mumbai. Ed è cresciuto guardando la figura esile di sua nonna che sfrecciava a piedi nudi sul pavimento di terra battuta della cucina, passava svelta le fettine di melanzana nella farina di ceci, dava uno scappellotto al cuoco, allungava un croccante di mandorle e rimproverava a gran voce la zia. Tutto nel giro di pochi secondi. Ed ha capito infine come va il mondo osservando suo padre, il grande Abbas, girare tutto il giorno per il suo locale a Bombay come un produttore di Bollywood, gridando ordini, mollando sberle sulla testa degli sciatti camerieri ed accogliendo col sorriso sulle labbra gli ospiti.

Naturale che quando l’intera famiglia Haji, i sei figli di età compresa tra i cinque ed i diciannove anni, il grande Abbas, la nonna vedova, la zia e suo marito, lo zio Mayur, si trasferisce, dopo la tragica scomparsa della madre di Hassan, prima a Londra e poi a Lumiére, nel cuore della Francia, sia proprio lui, Hassan, a prendere il posto della nonna Ammi ai fornelli della Maison Mumbai, il ristorante aperto a Villa Dufour dal grande Abbas.

Un locale magnifico per gli Haji, con un’imponente insegna a grandi lettere dorate su uno sfondo verde Islam, e la musica tradizionale indostana che riecheggia dagli altoparlanti di fortuna che zio Mayur ha montato in giardino.

Peccato che abbia di fronte, dall’altra parte della strada, un albergo a diverse stelle, Le Saule Pleureur, il salice piangente, con un’insegna che si muove impercettibilmente con il vento, il giardino roccioso coperto di muschio, le vecchie stalle dalle finestre con i vetri a piombo.

Peccato poi che la proprietaria del locale, una certa Madame Mallory, sia andata a protestare dal sindaco, sostenendo che un albergo come Le Saule Pleureur, che vede ai fornelli lei, la vestale dell’arte culinaria francese, la chef degli chef apprezzata da gente come Valéry Giscard d’Estaing ed il Barone de Rothschild, la gloria dell’establishement gastronomico francese proveniente da una delle più illustri ed antiche famiglie di grandi hoteliers della Loira, premiata con ben due stelle dalla guida Michelin, non può avere dall’altro lato della via un bistrò indiano che spande la puzza di cibi unti per tutto il vicinato!

Popolato di personaggi eccentrici, ricco di divertenti disavventure culturali, ambientazioni vivaci e squisite ricette, descritte con dovizia di particolari, Amore, cucina & curry svela le trame interne all’esclusivo mondo dell’haute cuisine francese e narra la storia toccante di un ragazzo indiano che si conquista il proprio posto nel mondo.

Precedentemente apparso con il titolo Madame Mallory ed il piccolo chef indiano”

Quarta di copertina:

“Un romanzo ricco di fascino, scritto in maniera brillante, sensuale ed evocativa” by Joanne Harris, autrice di Chocolat

“Una storia di rivalità tra ristoranti e di lotta per accaparrarsi le stelle Michelin raccontata divinamente” by Simon Beaufoy, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di The Millionaire

Film

Anno: 2014

Paese: India, Emirati Arabi Uniti, Usa

Genere: sentimentale, commedia, drammatico

Regia: Lasse Hallstrom

Soggetto: omonimo libro by Richard C. Morais

Cast: Helen Mirren, Om Puri, Manish Dayal, Charlotte Le Bon, Amith Shah, Dillon Mitra, Michel Blanc, Clment Sibony

Credo che sia l’unico caso in cui mi sia piaciuto di più il film del libro.

Ho visto prima il film e l’avevo trovato molto carino, così quando ho saputo che il soggetto era un libro ho voluto leggerlo e finalmente un paio di mesi fa l’ho trovato (perché era fuori catalogo). All’inizio mi è piaciuto come si approfondisse l’infanzia e la storia di famiglia del protagonista, ma poi è diventato tutto abbastanza frettoloso. Specialmente il suo periodo a Parigi. E sinceramente non mi è piaciuto molto. Si continuava a parlare di ricette, piatti e problemi della ristorazione, ma non della storia del protagonista. Si innamora della collega chef, ma non si capisce il motivo dato che scambiano sì e no due battute. E’ morto il padre e dopo pochi mesi la sua mentore e sono stati dedicati loro giusto un paio di paragrafi. Hanno ricevuto più spazio la macellazione del maiale nella piazza del paese e la vicenda della marcia di protesta contro una nuova tassa, di cui sinceramente si poteva fare benissimo a meno.

Anche della sorella che è andata con lui fino a Parigi per cercarsi un marito ad un certo punto non si sa più nulla. La ritroviamo nel finale con il solo ruolo di quasi governante della casa.

Pensavo che nel libro venisse approfondito il sentire del protagonista, dato che è anche narrato dal suo punto di vista, invece si sa ben poco di ciò che prova.

Anche il finale è più carino quello del film. Anche perché nel libro ad un certo punto sembra che non gli importi più nulla della ricerca di fama ed invece finisce che riceve la terza stella Michelin e ne è stra felice e risulta un po’ un controsenso. E l’incontro nel finale con Marguerite (la sua collega chef ed interesse amoroso) l’ho trovato abbastanza forzato.

E poi del film mi piace che la sua famiglia sia rimasta nel paesino che avevano scelto e che alla fine ci torni pure lui perché si accorge che nemmeno tutta la fama e la gloria del mondo possono competere con ciò che ci fa stare bene e sentire a casa. E mi piace anche che includa alcuni ingredienti della sua tradizione (specialmente spezie) nei piatti francesi che cucina. Invece nel libro la sua cucina di origine praticamente praticamente la abbandona se non per suo uso personale.

Mchan

Ti giro intorno

Libro by Sarah Dessen

Titolo originale: Along for the ride (Insieme per la corsa)

Seconda di copertina:

“Andare in bicicletta è solo una delle tante cose che Auden si è persa nella vita. Figlia perfetta, studentessa modello, dal divorzio dei suoi genitori è diventata insonne e si è rifugiata nella solitudine delle letture, rinunciando a fare le piccole grandi esperienze che rendono l’adolescenza un periodo unico ed irripetibile. E’ la decisione di Auden di trascorrere le vacanze estive a casa del padre scrittore a sconvolgere il suo mondo solitario. Qui Auden conosce Maggie, Leah ed Esther e scopre l’amicizia, fatta di chiacchiere ed uscite, di segreti e confidenze. Ma sarà l’incontro con il taciturno Eli, ex campione di ciclismo acrobatico segnato da un tragico evento, a cambiare tutto. Nelle lunghe notti d’estate, Eli fa provare ad Auden tutto ci di cui si è privata fino a quel momento, ed insieme cercano un modo per lasciarsi alle spalle il passato.”

Quarta di copertina:

“Sorridendogli, mi ritrassi e riportai i piedi sui pedali. Senza staccarmi gli occhi di dosso, Eli ruotò pian piano su sé stesso mentre gli giravo lentamente intorno una, due, tre volte come in un incantesimo”   

Mi è piaciuto abbastanza.

La protagonista non è male, mi piace come si evolve soprattutto il suo rapporto con i genitori che invece ho detestato. Due egoisti e snob di prima categoria. Se non eri identico a loro non potevi essere minimamente interessante. Ma poi il giudicare la stessa figlia solo perché in un giorno di pioggia si è fatta prestare un impermeabile rosa (colore per la madre peggio di un simbolo satanico) l’ho trovato davvero pessimo. La classica persona che si ferma a giudicare solo l’aspetto senza minimamente cercare di conoscere sul serio chi ha davanti. Tra l’altro spargendo giudizi a destra e manca credendosi superiore a tutti, seppure con dei vizietti che non la rendevano di sicuro perfetta.

Belli i personaggi secondari. Tra tutti Maggie & Adam. Adorabili.

Il bel tenebroso alla fine non è che si sia inquadrato granché. Sempre in maniera un pochino superficiale per mio gusto.

“A definire una persona non è il numero di volte che cade, ma il numero di volte che ritorna in sella”

Film

Anno: 2022

Paese: Usa

Genere: drammatico, sentimentale

Regia: Sofia Alvarez

Soggetto: omonimo romanzo by Sarah Dessen

Cast: Emma Pasarow, Andie MacDowell, Dermot Mulroney, Kate Bosworth, Belmont Cameli, G. Hannelius, Laura Kariuki, Samia Finnerty, Ricardo Hurtado

Trama: Auden ha finito il liceo ed è prontissima per l’università dato che lo studio è la sua unica passione. Ma dovrà passare l’estate a casa del padre e della matrigna, con una neonata sempre nervosa e piangente. La sua vita cambierà, come le sue valutazioni su persone e situazioni.

Se non avessi letto il libro l’avrei trovato carino. Ma il paragone con lo scritto è inevitabile quindi esce sconfitto a mani bassissime.

La scelta della protagonista è azzeccata perchè è così che più o meno mi ero immaginata Auden: carina nella norma. Il protagonista maschile invece è scialbissimo.

Maggie me l’ero immaginata completamente diversa. Più minuta e sicuramente meno invadente ed inopportuna. Era così dolce nel libro. Qui invece fa battute acide e si intromette troppo e lo fa davanti a tutti. Per non parlare di come l’hanno conciata i costumisti. Nei primi due outfit e nell’abito da sera sembra una dodicenne troppo sviluppata che si è messa i vestiti da cerimonia della sorellina, fiocco di nastro di raso in testa compreso. Non si poteva guardare. Comunque in generale gli abiti lasciavano molto a desiderare. Le tre ragazze/nuove amiche dovevano essere delle tipe alla moda, ma sembrava che avessero pescato gli indumenti dal cesto delle offerte per i poveri.

Alcuni tagli e cambi li ho capiti, tipo la cancellazione del fratello di Auden, il primo bacio in mare. Altri no. L’hot dog party diventa la festa per il 4 luglio e perde tutta la sua essenza. Il litigio tra il padre di Auden e la nuova moglie off screen ha fatto perdere al telespettatore il motivo del repentino cambio di prospettiva di Auden. La neonata era sempre calma e tranquilla, mentre nel libro piangeva di continuo ed era questo uno dei motivi del litigio dei suoi genitori, ma soprattutto della crisi di Heidi. Che è rientrata in meno di 24ore. Assurdo. Nel libro il padre di lei va a stare in albergo per settimane non una sola notte.

Ho capito il non far arrivare la madre di Eli ad aiutare Heidi, bensì la stessa madre di Auden, per non aggiungere un ulteriore personaggio e per giustificare il casting della MacDowell che altrimenti avrebbe avuto solo due scene, però non ho capito perché non far mai interagire Eli con la bambina quando è proprio grazie a lei che i due si incontrano la prima volta e che lui colpisce positivamente Auden.

E non mi è piaciuta affatto la scena in cui Auden ed Eli litigano. Abbastanza piatta. Nel libro si sono scambiati due battute, ma sono state molto più incisive.

La storia romantica tra Maggie ed Adam completamente cancellata, eppure era così carina.

Non ho capito perché far andare lui dall’altra parte del mondo quando nel libro finiva solo in un’università diversa da quella di lei, come se non essere così ambiziosi sia un peccato mortale.

Non ho neanche capito perché cambiare il bowling con il minigolf, ma è una quisquilia.

In finale mi sa di un filmetto gradevole da guardare, ma che perde moltissimo di quello che è il fulcro del libro: ossia la crescita personale della protagonista che da snob quale i suoi genitori impara a guardare agli altri in modo differente. Tra l’altro farle portare appresso l’abito mai indossato del ballo del diploma è completamente fuori personaggio.

Ripeto: il libro è decisamente meglio.

Mchan

Young Adult Books

Questi 20 libri erano in una lista di Young Adult Books che i millennial devono aver di sicuro letto (almeno uno).

Vediamo quanti ne ho letti io e poi mi dite la vostra.

The Perks of Being a Wallflower by Stephen Chbosky

In italiano: Noi siamo tutto

Letto. Ne hanno fatto anche un film.

Paper Towns by John Green

In italiano: Città di carta

Letto. Anche di questo ne hanno fatto un film.

The Twilight Saga by Stephenie Meyer

Letti. Anche da questa saga sono usciti ben 5 film.

The Hunger Games Saga by Suzanne Collins

Questo non l’ho letto. Ma anche da qui sono usciti vari film.

The Truth About Forever by Sarah Dessen

Questo non l’hanno tradotto in italiano. Tuttavia Sarah Dessen è un’autrice che mi piace abbastanza per cui ne ho letti altri scritti da lei.

Looking for Alaska by John Green

In italiano: Cercando Alaska

Letto. Da qui ne hanno tratto una mini serie televisiva.

Simon vs. the Homo Sapiens Agenda by Becky Albertalli

In italiano: Love, Simon

Letto. Da questo ne hanno fatto un film ed è stato fonte di ispirazione per la serie tv Love, Victor.

The start of Me and You by Emery Lord

Sinceramente di questo non ne ho mai sentito parlare, neanche l’autrice mi dice nulla.

Fangirl by Rainbow Rowell

Letto.

To all the boys I’ve loved before trilogy by Jenny Han

In italiano: Tutte le volte che ho scritto ti amo

Letti. Netflix ne ha girato una trilogia di film.

Harry Potter saga by J.K. Rowling

Anche da questa saga sono usciti svariati film.

I’d tell you I love you, but then I’d have to kill you by Ally Carter

In italiano: Vorrei dirti che ti amo ma poi dovrei ucciderti (Spy girls saga)

Anche di questo libro ed annessa autrice non ho mai sentito parlare.

Amy and Roger’s Epic Detour by Morgan Matson

In italiano: Noi due ai confini del mondo

Letto. Di questo mi piacerebbe facessero un film.

The Clique Series by Lisi Harrison

Anche di questo libro ed annessa autrice non ho mai sentito parlare.

Thirteen Reason Why by Jay Asher

In italiano: Tredici

Da questo ne è stata tratta una serie televisiva.

Nick & Norah’s Infinite Playlist by David Levithan & Rachel Cohn

In italiano: Nick & Norah: Tutto accade in una notte

Letto. Anche di questo c’è un film.

If I stay by Gayle Forman

In italiano: Resta anche domani

Il libro mi manca, ma ho visto il film.

I’ll give you the sun by Jandy Nelson

Anche di questo libro ed annessa autrice non ho mai sentito parlare.

Before I fall by Lauren Oliver

In italiano: Prima di domani

Il libro mi manca, ma ho visto il film.

Aristotle and Dante Discover the Secrets of the Universe by Benjamin Alire Saenz

In italiano: Aristotele e Dante scoprono i segreti dell’universo

Anche di questo libro e dell’autore non ho mai sentito parlare.

Io ne ho letti 9 (riducendo ad un titolo solo le varie saghe) e ne ho 3 in lista.

Avrei aggiunto la saga di Percy Jackson by Rick Riordan ed anche quelle di Maze Runner by James Dashner e di Divergent by Veronica Roth anche se sono entrambi stati pubblicati intorno al 2010 (almeno il primo capitolo).

Voi? Quanti ne avete letti, quali film avete visto e quali aggiungereste?

Mchan

The summer I turned pretty

Anno: 2022 in corso

Paese: Usa

Episodi: 7, 1 stagione

Genere: drammatico, sentimentale

Soggetto: omonimo romanzo by Jenny Han

Cast: Lola Tung, Jackie Chung, Rachel Blanchard, Christopher Briney, Gavin Casalegno, Sean Kaufman, Alfredo Narciso, Minnie Mills, Colin Ferguson, Tom Everett Scott

Trama: Belly è una sedicenne che passa tutte le estati alla casa al mare della migliore amica della madre che ha due figli più o meno della stessa età. Di uno dei due ha una cotta da sempre e forse questa estate cambierà qualcosa.

Anche se sapevo già essere una serie per adolescenti e volendo vederla giusto per svagare un po’ la mente senza stare troppo a pensare alla trama, sinceramente l’ho trovata un po’ inverosimile in molti aspetti.

Ora, lasciamo stare il fatto che la protagonista sia cambiata fisicamente nel giro di un anno scolastico solo perché ha tolto occhiali e apparecchio, che è abbastanza superficiale come cosa, ma davvero questi ragazzi, nell’era dei social, perché la serie è ambientata ai giorni nostri, non hanno mai avuto interazioni? Eppure passano tutte le estati insieme da praticamente sempre e le loro mamme sono migliori amiche. Mah… Io ricordo che alla loro età con le mie amiche estive (che vedevo solo in estate andando sempre allo stesso posto) durante l’inverno ci telefonavamo ed addirittura scrivevamo lettere. Certo, magari non tutte le settimane, ma almeno una al mese, giusto per rimanere in contatto, e loro, con tutto il vantaggio della tecnologia odierna, non si sono mai scambiati nemmeno un WhatsApp? Ma quanto può essere inverosimile?

Comunque, per favorire la trama facciamo finta che non sia anormale.

Tutti commenti in giro che dicono che Conrad sia un amore tossico (che poi questa parola, tossico, riferita ad una persona e/o relazione secondo me è stra abusata e servirebbe un po’ più di educazione relazionale, altrimenti chiunque abbia dei problemi può essere definito tossico), ma per me l’unica “relazione tossica” che ha la protagonista è quella con la sua migliore amica. Nonostante sia il suo compleanno pretendeva di decidere tutto lei ed alla fine si è pure arrabbiata perché la protagonista si è fatta delle nuove amicizie. Per non parlare di quando la spingeva più verso uno dei due fratelli sui quali era indecisa, usando trucchetti per farli stare insieme durante la partita di beachvolley od addirittura creando su Instagram una pagina dedicata a loro due come coppia. E la madre di lei che la esorta pure a fare pace perché le amicizie sono per sempre mentre i ragazzi passano. Sì, ok, è vero, ma io un’amica del genere preferirei perderla. Soprattutto a quest’età dove è più facile fare nuove amicizie durature negli anni.   

Che poi cosa avrebbe di tossico Conrad? Non è che l’ha illusa, ha giocato con lei o la tratta male (e no, farle qualche dispetto e prenderla un po’ in giro non è trattarla male). Ha fatto il geloso del tipo con cui lei è uscita esattamente come gli altri due ragazzi. Ha i suoi problemi e si vede lontano un miglio, non ha voglia di parlarne e fa lo scontroso come il 90% degli adolescenti maschi.

E poi questo mettere per forza le etichette a tutto e tutti ha anche stancato. E se uno un giorno si sveglia ed ha la luna storta per affari suoi e quindi è scontroso non è detto che sia una pessima persona sempre e comunque. Ci vorrebbe un pochino più di empatia nella vita.

Momento più cringe secondo me è quando lei bacia il fratello minore del tipo che le piace e che l’ha rifiutata solo quel pomeriggio. Tra l’altro dopo aver “pensato/ricordato” che la madre dei due le aveva confidato che era da quando era nata che voleva che da grande si mettesse con uno dei suoi figli. Della serie: ‘ndo cojo cojo. Che se lo avesse fatto con due estranei pure pure, ma con due fratelli con i quali ci ricordi ogni 2×3 di esserci cresciuta insieme…

Anche il finale è così: per la protagonista i due fratelli sono interscambiabili. Nemmeno si degna di dire a quello che aveva baciato che nonostante tutto ha poi comunque scelto il fratello. Mah… In queste serie adolescenziali il rispetto per gli altri è completamente sparito. Ma ridatemi tutta la vita Dawson’s Creek nel quale si facevano migliaia di pippe mentali e c’era lo stesso uno scambio di coppie frequente, ma almeno un po’ di rimorsi li avevano.

Altro momento super cringe è stato la coreografia degli accompagnatori al ballo delle debuttanti. Sembrava di essere nel film Magic Mike. Che imbarazzo! Ma poi il senso???

Tralasciando tutte queste “pecche” alla fine è una serie che si lascia vedere facilmente, niente di troppo impegnativo e con una colonna sonora che strizza molto l’occhio ai teen odierni, anche se con qualche intrusione (tipo la mitica Teenage Dirtbag dei Wheatus, classe 2000, che io ho sempre adorato).

E stranamente la protagonista non è malaccio, anche se abbastanza manipolabile, ricordo invece che quella di To all the boys I loved before era antipaticissima (sia nel libro che nei film).

Una cosa davvero bella della serie  l’amicizia delle due mamme. E come l’una si preoccupi dei figli dell’altra e viceversa.

Il finale fa commuovere fino alle lacrime, anche se ti avevano preparato precedentemente.

Plus: Non capisco la fissa dell’autrice per i genitori di etnia mista e sempre la madre asiatica ed il padre caucasico.

Mchan

Ps: il titolo italiano (L’estate nei tuoi occhi) è osceno.

Perfect by Cecelia Ahern

Seconda di copertina:

“Celestine è in fuga. Fino a poche settimane fa era una delle ragazze più in vista della città: aveva una famiglia che la amava, un fidanzato meraviglioso ed un destino invidiabile. Ora la sua esistenza si è trasformata in un interminabile incubo. La sua vita dorata non esiste più.

Celestine è finita in cima alla lista dei ricercati della Gilda. E’ il nemico Numero Uno. Lei infatti è l’unica a possedere le prove che potrebbero distruggere per sempre il sistema che stabilisce chi è perfetto e chi Fallato. Chi merita un futuro e chi no. Perfino il giudice Crevan, capo del tribunale che l’ha condannata, è al suo inseguimento. L’uomo crede di poter facilmente mettere alle strette una come Celestine, una ragazza che ha perso tutto: famiglia, fidanzato, amici. Ma si sbaglia. Il tenebroso Carrick non l’ha abbandonata ed anzi è più determinato che mai a sostenerla, qualunque sia la scelta di Celestine.

Perché adesso a decidere sarà lei.

Scappare e mettersi in salvo, o rischiare tutto, tornare nella tana del leone e demolire il sistema dall’interno?”

Quarta di copertina:

“Dopo tutto quello che mi è successo forse dovrei essere diversa. Ma quando la Gilda ti marchia, non ti cambia come persona: cambia solo la percezione che gli altri hanno di te”

“Provocatorio ed intenso. Un romanzo potente, che esplora la perfezione in ogni suo crudele aspetto”

Quote:

“C’è la persona che pensi dovresti essere, e poi c’è quella che sei veramente. Io ho perso la cognizione di entrambe”

“Forse i combattenti più tenaci sono proprio quelli che sanno nutrire perché sono legati a qualcosa che è nel profondo del loro essere, qualcosa per cui lottare, qualcosa che vale la pena salvare”

“Per costruire un’amicizia a volte serve una vita intera, ma per farsi un nemico basta un secondo”

“Una cosa è sapere che i Fallati sono marchiati e devono vivere da cittadini di serie B, un’altra è doverli guardare mentre esibiscono i segni cicatrizzati di queste punizioni. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. E’ facile vivere tranquillamente la propria vita se non ti sbattono in faccia la dura realtà delle cose”

“Ma per una volta non voglio fare progetti. Non voglio avere aspettative, voglio solo affrontare le cose un passo alla volta, e lasciare i balzi ed i salti per quando sarà necessario. Voglio godermi il sole sulla pelle, il vento sul viso, il tocco delle mani di Carrick sul corpo, il suono delle voci dei miei familiari, i loro gesti affettuosi, ed il valore e la lealtà dei miei nuovi amici. Sono cose semplici, diranno alcuni, ma dipende da dove vivi e da quali sono le leggi a cui devi sottostare, perché ottenere tutto questo non è stato affatto facile per nessuno di noi”

“C’è LA PERSONA che pensi dovresti essere, e poi c’è quella che sei veramente. Io non so bene chi dovrei essere, ma adesso so chi sono veramente.

E posso dire che questo è un modo perfetto per ricominciare”

Come già preannunciato nello scorso post questo secondo ed ultimo capitolo della saga dei Fallati è più ricco di azione. Ma è comunque un altro pugno nello stomaco, specialmente nella seconda parte.

Celestine, la protagonista, prende più sicurezza di sé e finalmente riesce ad essere un passo avanti a chi la vuole eliminare dalla faccia della terra ed a chi prova a prendersi gioco di lei.

Cresce sotto molti punti di vista.

Anche in questo caso la storia è raccontata in prima persona per cui si segue solo il punto di vista e le vicende della protagonista, ma a differenza del primo libro non l’ho trovato disturbante, anzi. Non è stato male scoprire ciò che avevano fatto gli altri quando lo è venuto a sapere lei poiché ha tenuto alta la suspence. Se lei non si fidava di qualcuno anche il lettore non si fidava del tutto poiché proprio come la protagonista non poteva sapere cosa stesse facendo o pensando quel personaggio.

Il finale è un happy ending, ma di questi tempi è bello leggere qualcosa che finisce bene nonostante le premesse anche se è troppo happy ending su tutta la linea quindi risulta abbastanza irreale.

Per quanto riguarda una possibile trasposizione cinematografica non ho trovato altre news, però penso che si potrebbe tranquillamente fare un film unico dato che è decisamente molto più interessante e dinamico il secondo libro.   

Mchan

Flawed by Cecelia Ahern

Seconda di copertina:

“In un futuro non molto lontano, il giudice Crevan è a capo della Gilda, uno speciale tribunale con il compito di condurre una spietata crociata contro l’immoralità. E’ lui e lui solo a decidere chi è un cittadino modello e chi invece è un “imperfetto”, un essere Fallato da marchiare a fuoco con una F sulla pelle e da allontanare dalla società civile.

Celestine ha diciassette anni e non ha mai avuto dubbi sul suo ruolo nel mondo: è una figlia perfetta, una studentessa perfetta, ed è anche la fidanzata perfetta. La fidanzata di Art, il figlio del giudice Crevan.

Ma un giorno tutto cambia. Celestine vede un Fallato in fin di vita e sente di doverlo aiutare. D’un tratto, ciò che ha sempre ritenuto giusto non lo è più, perché la compassione è più forte. Più forte della legge e delle rigide regole del giudice Crevan. Celestine decide quindi di soccorrere il pover’uomo e quel gesto si ripercuote su di lei con conseguenze drammatiche.

Allontanata dalla famiglia, arrestata ed umiliata, la ragazza viene trascinata in tribunale davanti a Crevan. E proprio lui, incurante delle suppliche di Art, la condanna ad essere marchiata a fuoco come Fallata. Sarà durante il processo che la strada di Celestine incrocerà quella di Carrick Vane, un ragazzo misterioso ed affascinante: l’unico amico su cui d’ora in poi Celestine potrà contare”

Quarta di copertina:

“Eravamo solo noi due, in cima al mondo addormentato. Noi due invincibili, intoccabili. E’ stato il momento “più” perfetto della mia vita.

E’ stato l’ultimo momento perfetto della mia vita”

“Flawed è uno dei migliori romanzi distopici in circolazione. E’ reale e potente” The Guardian

“Una lettura IMPERDIBILE per tutti gli appassionati di young adult” Voya

Quote:

“FALLATO: difettoso, danneggiato, imperfetto, deturpato, guasto, malsano, fragile, carente, incompleto, invalido; (relativo a persona) che è incline alle debolezze”

“Sono una ragazza che crede nelle definizioni, nella logica, nel bianco e nero.

Tenetelo bene a mente”

“Mai fidarsi di chi, senza essere stato invitato a farlo, si siede a capotavola in casa altrui”

“Non mi interessavano molto i romanzi, prima. Preferivo la vita reale. La matematica. Le soluzioni. Le cose che hanno un effetto concreto sulla vita. Ma ora capisco perché tante persone leggono, perché amano perdersi nelle storie altrui. A volte una frase mi colpisce, mi fulmina, perché descrive una sensazione, un sentimento che ho provato ma non ho mai espresso ad alta voce. Vorrei entrare nelle pagine e dire ai personaggi che li capisco, che non sono soli, che io non sono sola, e che va bene provare quello che provano”

“Ho capito che le persone non sono crudeli. O comunque non tutte le persone (…). Le persone hanno semplicemente un forte istinto di conservazione. E se una cosa non li riguarda da vicino, non si lasciano coinvolgere più di tanto”

“Alla gente piace prendere le difese dei più deboli, ma non quando le cose si fanno più pericolose”

Ci ho messo un bel po’ per finire questo libro perché è stato davvero come un pugno nello stomaco.

Così attuale, così vicino a ciò che penso e sono.

Cecelia si riconferma una scrittrice che sa parlare al cuore delle persone, od almeno al mio di sicuro.

Nei ringraziamenti dice che lo ha scritto di getto, in sole sei settimane, ma ci ha davvero messo tutto ciò che poteva. C’è una giovane ragazza con i suoi sogni ed il suo futuro a portata di mano che dall’oggi al domani perde letteralmente tutto. C’è la sua famiglia che nonostante tutto le sta accanto. Ci sono gli amici, od almeno coloro che riteneva tali, che le si rivoltano contro. Tutta la società le va contro e solo perché ha mostrato un po’ di empatia verso la persona sbagliata. Ma sbagliata perché e per chi? Nel leggere qual’era la punizione riservata a queste persone ritenute difettose poiché hanno commesso un errore di giudizio ho sempre pensato che fosse esagerata, che nemmeno ad un omicida si riservava tanto ed ad un certo punto lo dicono anche nel libro in una conversazione tra appunto fallati. Eppure tutta la società lo accetta. Dimenticando anche, e soprattutto, che potrebbe accadere a chiunque, perché nessuno è perfetto. E la cosa ancora più assurda è che quella stessa società tratta queste persone marchiate come se non fossero più persone. Ci sono delle regole molto rigide, da dover osservare non solo in società, ma anche in casa propria.

Come in ogni romanzo distopico si esagera, ma in finale il messaggio è preciso: tanto potere in mano di una sola persona (od una manciata di individui) non è mai sano.

L’unica pecca per quanto mi riguarda è la narrazione in prima persona. In questo modo sappiamo perfettamente cosa pensa e prova la protagonista, ma molto poco di tutti gli altri. Ed addirittura di alcuni non sappiamo praticamente nulla perché lei non li incontra per lunghissimi periodi di tempo.

Il mio personaggio preferito è il nonnino. Il primo della famiglia ad aver capito il vero carattere del giudice Crevan ed ad avergli tenuto testa.  

Quello che non ho capito è la sorella minore Juniper.

Il personaggio che non mi è piaciuto affatto è Art. Oltre, naturalmente, a suo padre: il giudice Crevan.

Nella seconda di copertina c’era scritto che la Warner Bros. ne aveva comprato i diritti per girarne un film, ma al momento non ci sono altre informazioni al riguardo. Sinceramente non mi dispiacerebbe e non sarebbe nemmeno troppo difficile da produrre dato che è ambientato in un mondo praticamente identico al nostro se non per queste regole. Non è un futuro fantascientifico con tecnologie avanzate e si svolge quasi tutto in due, massimo tre location.

Naturalmente c’è un seguito poiché il finale è aperto. Lo sto leggendo ed al momento c’è molta più azione.

Magari prossimamente ve ne parlerò.

Mchan

Love, Simon

Anno: 2018

Paese: Usa

Genere: drammatico, sentimentale, commedia

Regia: Greg Berlanti

Soggetto: omonimo romanzo by Becky Albertalli

Cast: Nick Robinson, Josh Duhamel, Jennifer Garner, Katherine Langford, Alexandra Shipp, Jorge Lendeborg Jr., Keiynan Lonsdale, Miles Heizer, Logan Miller, Talitha Bateman, Natasha Rothwell

Trama: Simon è un liceale che ha una cotta per un ragazzo con il quale si scambia solo delle mail senza conoscere la vera identità. La sua vita cambierà quando una terza persona scoprirà questa “amicizia di penna”

Quarta di copertina:

“E allora ripercorro tutto dall’inizio, da agosto, e leggo tutto. Non ho idea di chi sia. Ma mi sa che mi sto innamorando di lui”

Simon ha diciassette anni ed un amore segreto per Blu, un ragazzo conosciuto on line con cui intrattiene un’intensa, tenera corrispondenza. Il loro rapporto è al sicuro finché un’email non finisce nelle mani sbagliate: quelle di Martin, il bullo della scuola, che minaccia di rivelare a tutti lo scoop dell’anno… a meno che Simon non l’aiuti a conquistare Abby, la ragazza di cui è innamorato ma che non lo degna di uno sguardo.

(Nota: Martin non è affatto il bullo della scuola, anzi.)

“Un romanzo di formazione in cui ogni ragazzo si identificherà”  School Library Journal

Sinceramente il libro non mi aveva entusiasmato, carino, ma nulla di eclatante. Ma con il film sono riusciti davvero a fare peggio. Tutto ciò che funzionava nel libro lo hanno stravolto.

Prima di tutto hanno cambiato l’età della sorella. Ok, eliminarne una che tanto era al college e non era funzionale più di tanto alla trama, ma rendere la più piccola così piccola no. Hanno fatto sballare un bel po’ di cose in questo modo.

Non ho capito il senso di cambiare la “razza” all’amico Nick. In teoria nel libro è bianco, non è specificato, ma io l’ho percepito così perché di altri ragazzi di colore si è sempre specificato. Così alla fine abbiamo la classica coppietta di colore che fa tanto cliché super banale.

Non mi è piaciuto che Simon interagisse così tanto con Blu nella vita reale. Anche se non sapeva che fosse Blu (per evitare spoiler non faccio il vero nome di Blu). Il bello del libro è che l’identità di Blu non si scopre fino agli ultimi capitoli ed è costruito davvero bene. Invece nel film Simon attribuisce la sua identità a svariati ragazzi quando nel romanzo ha solo un tipo sul quale ha dei sospetti. Avrei preferito facessero lo stesso, anche perché in questo modo sembra che Simon si invaghisca di chiunque quando invece lui prova dei reali sentimenti per questo ragazzo con il quale si scrive solamente ed è molto romantico.

Leah innamorata di lui è un’altra assurdità super banale. Mi piaceva tanto il rapporto di pura amicizia che c’era nel libro tra lui e le due ragazze.   

E non ho nemmeno capito perché farlo impicciare così tanto della vita sentimentale dei suoi amici quando nel libro non è affatto così, anzi. Spesso e volentieri si isola ed è anche per questo che i suoi amici non hanno capito mai nulla.

La mega figuraccia di Martin rifiutato da Abby davanti a tutta la scuola è forse l’unica aggiunta/cambiamento sensato. Perché dà un senso più concreto alla “vendetta” nei confronti di Simon.

Il fatto che abbiano tolto tutta la parte sul compleanno del protagonista (il regalo ed il bigliettino) ed abbiano fatto cancellare l’account mail di Blu per fargli scrivere quel post pubblico e girare la scena della ruota panoramica davanti a praticamente tutta la scuola (super cringe) non mi è piaciuto per nulla. Tra l’altro all’inizio lui sembrava addirittura scocciato. Ho trovato l’attore che interpreta Simon perfetto, anche quello che interpreta Blu, ma non c’era molta chimica tra loro due.

Comunque almeno nel film ci siamo risparmiati il dopo primo bacio che nel libro è stato alquanto imbarazzante. Parlo della situazione in generale, con presentazione ufficiale e cose del genere. Anche lì si poteva benissimo finire la storia con il loro lieto fine e stop.

Tuttavia la parte più bella sia del libro che del film è stata il discorso di Simon sul coming out. Pensiero che condivido. Ognuno dovrebbe essere ciò che è senza troppi proclami o spiegazioni.

Mchan