Seconda di copertina:
“A Parigi, in una notte nebbiosa, qualche giorno prima di Natale, una ragazza viene salvata dalle acque della Senna. E’ nuda, non ricorda nulla, ma è ancora viva. La donna misteriosa viene accompagnata al pronto soccorso, ma riesce a scappare ed a far perdere le proprie tracce. Gli esami del DNA rivelano la sua identità: è la pianista Milena Bergman. Ma qualcosa non torna, perché la famosa musicista risulta morta in un incidente aereo più di un anno prima.
E’ un’indagine per l’ufficio affari non convenzionali della polizia di Parigi, l’occasione che Roxane, un capitano messo in disparte dai suoi capi, aspettava per prendersi la rivincita che merita.
Quando la sua inchiesta intreccia il destino dello scrittore Raphael Batailley, l’ex fidanzato di Milena, i due si trovano catapultati in un enigma inquietante: è possibile essere al tempo stesso vivi e morti?
Il nuovo romanzo di Guillame Musso è un noir a perdifiato sulle tracce di una donna misteriosa, e dei segreti che la sua vita porta con sé”
“Guillaume Musso è il re del noir europeo” La Repubblica
“Il maestro francese della suspense” The New York Times
“Uno dei migliori autori contemporanei di thriller” The Daily Express
Molto intrigante e ben scritto. Trama affascinante e ben sviluppata. Almeno fino ad un paio di capitoli prima della fine. Andava tutto bene poi l’autore si è perso. Non posso nemmeno dire in quale modo perché svelerei il finale, ma davvero non mi è piaciuto. Di solito negli ultimi capitoli tutti i nodi vengono al pettine, invece qui si mette altra carne sul fuoco e non si spiega davvero del tutto cosa si è scritto prima. In più il finale è aperto.
Mi sono sentita leggermente presa in giro. Ero lì tutta concentrata a capire le varie dinamiche e vengo lasciata conpiù dubbi di quando ho iniziato a leggere.
Peccato perché era davvero un bel romanzo intricato e ben scritto, che mi ha tenuto incollata e con la concentrazione a mille per tutta la lettura.
Unica altra nota stonata: quando nominava un settore della polizia francese si iniziava con l’acronimo, poi lo scriveva tutto per intero ed infine lo descriveva in almeno un paio di righe. Questo toglieva abbastanza il ritmo alla lettura.
Mchan