The Wilds

Anno: 2020

Paese: Usa

Episodi: 10, 1 stagione

Genere: teen, drammatico, thriller, avventura

Ideatore: Sarah Streicher

Cast: Sophia Taylor Ali, Shannon Berry, Jenna Clause, Reign Edwards, Mia Healey, Helena Howard, Erana James, Sarah Pidgeon, Rachel Griffiths

Trama: 8 adolescenti provenienti da parti diverse degli Stati Uniti si ritrovano su di un’isola deserta dopo essere state vittime di uno strano incidente aereo di cui nessuna ricorda qualcosa. Dovranno imparare a collaborare ed a fare i conti con i propri “demoni”, mentre qualcuno le osserva.

Ho letto che sarebbe una sorta di Lost in chiave teen, non avendo mai visto il primo non posso pronunciarmi in merito, quindi posso esprimermi senza alcun pregiudizio.

Il pilot non è male, a parte il fatto che sia raccontato dalla ragazza più noiosa e fastidiosa del gruppo. Vi annuncio che io Leah non l’ho sopportata fin dal primo episodio e più si va avanti più mi sta antipatica. Soprattutto perché gli sceneggiatori ne hanno voluto fare la tipa più intelligente e perspicace del gruppo. A me sembra solamente la tipica adolescente che non ha mai avuto un problema in vita sua e che appena ne ha uno, tra l’altro stupidissimo come l’essere lasciata dal tizio di cui si era invaghita, ne fa un dramma a livelli altissimi. Ed il bello è che fa pure la morale alle altre. Mi dispiace ma non sono proprio riuscita ad empatizzare con lei, perché anche se cerco di ricordarmi che ha 16 anni, è comunque petulante con la sua storia che a confronto con le altre è tipo l’avere un’unghia incarnita. Tra l’altro trovo stupido che le adolescenti statunitensi non conoscano le basi delle leggi del loro Paese. Sanno che a 16 anni possono guidare, a 21 possono bere e non che se anche uno ha appena compiuto 18 anni e l’altro partner ancora è minorenne i genitori di quest’ultimo, se sono particolarmente bastardi, possono denunciare il primo di aggressione sessuale e questo sarà marchiato a vita da questa denuncia andando dritto nell’elenco dei maniaci sessuali consultabile da chiunque. Dicono tanto che Law & Order: SVU sia uno dei telefilm più visti negli Usa, ma non dagli sceneggiatori di tutte le altre serie tv che non siano prodotte da Dick Wolf. Tra l’altro il tizio in questione di anni ne ha anche ben più di 18, sulla trentina, quindi è normalissimo che appena ha saputo la vera età della ragazza sia fuggito a gambe levate. Ma poi vogliamo parlare del pesciolino rosso con manie di suicidio? Ma davvero? Tralasciando tutta la parte che riguarda Leah, la puntata è intrigante e ti fa venir voglia di proseguire.

Come si presagiva dal pilot le altre ragazze hanno dei background molto più interessanti.

Più specificatamente Rachel è un’atleta a livello agonistico quasi qualificata per le Olimpiadi che ha dei problemi con il suo fisico (non consone alla disciplina di tuffatrice) e per questo vittima di controllo dell’alimentazione, nonché in perenne competizione con la sorella intellettualmente più avanti. Nora è la sua sorella gemella, molto intelligente ma anche lei si sente trascurata dai suoi genitori per via dei traguardi sportivi dell’altra. Martha è una nativa americana molto insicura ed un po’ ingenua che poi si scopre aver presumibilmente subito degli abusi sessuali dal suo fisioterapista. Tony è lesbica, ha la madre in riabilitazione quindi è in una famiglia affidataria e dei problemi con il controllo della rabbia. Dot ha appena perso il padre che ha accudito praticamente da sola ed a cui ha dovuto praticare l’eutanasia per via della malattia degenerativa incurabile. Shelby proviene da una famiglia profondamente religiosa che la vuole sempre perfetta ed è una lesbica repressa. Fatin è un prodigio della musica classica con una madre oppressiva ed un padre fedifrago.

Nella seconda puntata la narrazione passa a Rachel. Ecco, questo fatto che in ogni episodio i fatti siano raccontati da una ragazza diversa non mi ha convinto molto. Prima di tutto perché falsa abbastanza l’arco narrativo. Nel senso che non è che i fatti siano raccontati da un altro punto di vista, ma rimangono gli stessi. La trama prosegue e cambia il punto di vista e ti ritrovi, magari un po’ più avanti, a conoscere il background di una ragazza ma solo tipo dopo due settimane che sono naufragate. Come se prima tutte le sue emozioni, i suoi “demoni”, fossero stati congelati. Soprattutto quando ad un certo punto, al quinto episodio, si torna da Leah e poi si prosegue con Janette (ossia il pre naufragio pilotato) e Shelby. Se devi far conoscere una ragazza alla volta almeno finisci il giro prima di tornare da una che abbiamo già sentito. Tra l’altro negli episodi di Rachel e di Tony si fa cenno alla sorte rispettivamente di Nora e Martha (ne parlano al passato, come se fossero morte), ma per vedere effettivamente cosa è capitato loro si è dovuto aspettare ben fino al penultimo episodio.

Nell’episodio di Rachel c’è anche uno spoiler enorme: si vede che le hanno dovuto tagliare una mano. A parte lo spoiler troppo anticipato secondo me (siamo alla seconda puntata), non è neanche molto verosimile che l’arto le si sia cicatrizzato così perfettamente dopo circa un solo mese.

Altra cosa strana il fatto della protesi di Shelby. A parte tutta la sua famiglia abbastanza ipocrita. Una famiglia cristiana con un capofamiglia fissato con l’aspetto fisico e che fanno partecipare la figlia ai concorsi di bellezza, però poi le fanno la morale sul fatto che si deve accettare per come è dato che è così che l’ha voluta Dio. Praticamente un ossimoro. Ma tornando alla protesi. Probabilmente il fatto che il dentista abbia loro consigliato di aspettare la maggiore età perché magari sarebbero usciti i denti del giudizio ed il palato sarebbe cambiato ci sta pure, ma che l’operazione sarebbe stata dolorosissima è un po’ una fandonia. Oppure loro non credono e non vogliono l’anestesia. No, perché mio cugino è dentista ed è andato proprio in Usa a studiare il nuovo metodo di impiantologia delle protesi e non è così terrificante come hanno fatto credere loro. Costa parecchio, ma è un’operazione fattibilissima.

Poi non ho capito il senso di mettere all’inizio dell’episodio la scritta che ci sarebbero state immagini possibilmente sensibili riguardanti il suicidio di un’adolescente (facendomi stare in ansia tutto il tempo per le sorti delle ragazze che non avevano ancora parlato) dato che l’unico suicidio che c’è stato è accaduto off-screen. E non mi è affatto piaciuto che non sia stato minimamente analizzato, è stato fatto passare come una notizia generica e non come una tragedia per poi mettere la scritta a fine episodio di contattare degli specialisti se si hanno di questi pensieri o si conoscono persone che li hanno. Io penso che di certi argomenti o si parla bene o si evita, non si può buttare lì una questione così delicata tanto per e poi passare oltre.  

Idem per quanto riguarda la storia di Martha che addirittura scompare, e probabilmente muore addirittura, ma senza farci vedere nulla o farci sapere nulla. C’è solo una scena nella quale si parla di una possibile denuncia da parte dei suoi genitori e di una scatola dove vengono riposte le sue cose.

Tralasciando il fatto che Shelby alla fine del suo episodio voglia vedere Leah quando non se l’è minimamente calcolata per tutto il tempo in cui sono state sull’isola. Volevano mettere di nuovo Leah in primo piano facendole arrivare il bigliettino con la scritta che aveva ragione, ma lo hanno fatto con la ragazza sbagliata. Shelby è sempre stata a contatto solo con Martha, Tony e Dot, con lei ci avrà scambiato sì e no due parole, l’ho trovato proprio insensato come gesto.

In generale l’ultimo episodio è strutturato malissimo secondo me. Ci sono tantissime domande aperte, l’unica ragazza che riappare è come al solito Leah, le altre non si capisce che fine abbiano fatto e perché non si ribellino all’essere praticamente imprigionate da circa un mese. Nessuna che indaghi sul perché vengano interrogate su ciò che è successo sull’isola quando la priorità doveva essere solo il motivo per cui sono finite lì, cosa abbiano fatto fino all’arrivo dei “soccorsi” non penso che sia così vitale per le indagini di polizia, no? Soprattutto le loro cose più intime. Nessuna poi che chieda di parlare con i genitori. Viene detto loro che non possono vederli perché si trovano su suolo straniero per cui ci sono delle pratiche burocratiche da sbrigare, ma almeno una telefonata a mammina e papino vogliamo fargliela fare? Va bene che la maggior parte di loro non ha buoni rapporti con i genitori, ma dopo un fatto del genere un minimo di voglia di sentirli e dir loro che si sta bene dovrebbe esserci. Diciamo che la caratterizzazione delle adolescenti, in quanto proprio adolescenti, lascia un po’ a desiderare. Sono teenager solo quando fa comodo loro, altrimenti sono dei geni in ogni disciplina.

Poi ci sta che si voglia lasciare il finale aperto per una seconda stagione, ma in questo caso è fin troppo aperto. Anche perché mi pare di aver capito che la riconferma  arrivata solamente una volta messa in onda per cui non era scontato un seguito, quindi od avevano filmato un finale alternativo più concludente oppure avrebbero lasciato il tutto in questo modo che non è assolutamente soddisfacente.  

La tizia dietro il tutto, Gretchen Klein, è abbastanza psicopatica, ma io adoro Rachel Griffiths e l’ho trovata come al solito bravissima. Quello che ho trovato abbastanza sconclusionato è stato il suo discorso per “reclutare” Nora. Va bene che stiamo sempre parlando di adolescenti abbastanza condizionabili, anche se fatte passare per intelligentissime, però era davvero assurdo. Parlava del potere del patriarcato partendo dalla cultura della confraternita. Non vorrei essere pignola, ma le confraternite esistono anche in versione femminile e non sono meno inquietanti e/o bullizzanti. Ed è comunque strambo perché Nora ha una famiglia amorevole, dove il padre non è un dittatore, è intelligente e potrebbe ambire ad un futuro appagante senza troppi problemi, quindi questa cosa della questione “femminista” non l’ho capita. Potevo capirla più con soggetti come Fatin o Shelby, abbastanza represse e “maltrattate” dalla figura paterna.

Ricapitolando: penso che il concept sia buono, le protagoniste tutto sommato mi sono piaciute (a parte Leah, ma ci può stare, alla fine è una su 8), le storie personali sono abbastanza verosimili, il problema è nel finale e nel senso che si è voluto dare a tutto il percorso. E’ come se fosse venuto fuori a casaccio. Gli autori hanno avuto questa idea del naufragio indotto di un gruppo di adolescenti con varie problematiche seguite tipo Grande Fratello, ma poi non hanno saputo dargli un senso reale oltre al “esperimento socioculturale” campato in aria. Peccato.

Vedrò la seconda stagione? Probabilmente. Se non altro per capire che fine hanno fatto le due ragazze che non si sono più viste, anche se ho la sensazione che si concetreranno sul secondo naufragio (quello dei maschi) e su Leah la super intelligentona che risolverà il mistero.

Mchan