Come dicevo nel post sul cibo la Toscana è la patria dei cinghiali, per cui eccovene una carellata:
Anche Siena non ha avuto scampo:
Mchan
La città di Siena conta di ben 17 contrade.
Esse sono: aquila, bruco, chiocciola, civetta, drago, giraffa, istrice, leocorno, lupa, nicchio, oca, onda, pantera, selva, tartuca, torre, valdimontone.
Nella mia “collezione” privata vi sono queste:
Più questa che non è propriamente una bandiera però fa lo stesso 😛
Indovinatene il nome 😛
Mchan
Ps: siccome sono buona ve li dico io. 😉
In ordine di foto: drago, selva, torre, onda, oca, lupa, giraffa, bruco, civetta, aquila.
Proseguendo per via di Città si arriva al Duomo.
Il Duomo, cattedrale della città dedicata a Santa Maria Assunta, è un edificio imponente, costituito da fasce di marmo bianche e nere ed una facciata gotica molto elaborata. La sua costruzione risale al 1200. E’ a tre navate a croce latina con cupola esagonale e campanile.
La facciata è composta da tre portali. Quello centrale ha un bassorilievo raffigurante la Storia di San Gioacchino e Sant’Anna. Nei timpani vi sono mosaici ottocenteschi.
Penso che sia una delle più belle chiese che abbia mai visto. Sarà che adoro lo stile gotico… Comunque se “Parigi val bene una messa”, Siena merita sicuramente una visita al Duomo 😛
Se l’esterno è imponente, l’interno non è da meno. Le arcate delle navate sono sorrette da pilastri e le volte a crociera sono intonacate di azzurro e decorate con stelle in stucco dorato. L’altare maggiore è in marmo mentre il ciborio al di sopra è in bronzo. Il pavimento è costituito da più di 50 commessi marmorei istoriati in cui sono raffigurati simboli araldici, rappresentazioni allegoriche, personaggi ed episodi biblici. Naturalmente realizzati dai più importanti artisti senesi dell’epoca. L’unico non senese è Pinturicchio che ha lavorato alla Fortuna e il Colle della Virtù situata nella navata centrale. La Cappella del Voto è opera di Gian Lorenzo Bernini e per questo ha uno stile barocco. Essa è stata voluta da Papa Alessandro VII per conservare l’immagine della Madonna del Voto. Il pulpito è di Nicola Pisano e risale alla seconda metà del 1200. E’ sostenuto da 9 colonne, 4 delle quali sorrette da leoni che sbranano le loro prede. Nella balaustra sono scolpite le sette scene principali della vita di Cristo.
Si può visitare all’interno solamente a pagamento. Questa volta ho passato, anche perché c’era una fila chilometrica, mentre la volta precedente, con la scuola, sono entrata ed oltre alla chiesa ho potuto visitare anche la libreria Piccolomini ed il Museo dell’Opera del Duomo dal quale siamo arrivati fino a quassù:
Dietro il Duomo c’è l’entrata del Battistero, anch’esso visitabile a pagamento.
Invece di fronte vi è l’Ospedale di Santa Maria della Scala che ha origine fin da prima dell’anno 1000. Deve il suo nome alla sua posizione: di fronte alle scale che portano al Duomo. Sede di un vero e proprio ospedale fino a qualche anno fa è stato poi restaurato ed ora è sede del Museo Archeologico.
Poi ci siamo un pochino “perse” nelle stradine fino a tornare al punto di partenza, ossia la Basilica di San Domenico, accompagnate da un altro corteo, stavolta di tipo sportivo: i tifosi del Siena che si recavano allo stadio per vedere la partita. E’ stato simpatico. C’erano persone di tutte le età con i colori della squadra (nero&bianco) che cantavano i loro cori da stadio. Una bella giornata di festa.
Vi lascio con questo panorama dal luogo dove abbiamo parcheggiato:
Mchan
La via per arrivare a Piazza del Campo, via Banchi di sopra, è piena di negozi e molto trafficata, fortunatamente è anche pedonale, come la maggior parte del centro storico.
Prima di arrivare alla piazza principale si possono guardare i palazzi che vi si affacciano. Uno dei più importanti è Palazzo Piccolomini costruito nel 1400 per conto dei nipoti di Papa Pio II, attualmente è la sede dell’Archivio di Stato di Siena e della Raccolta delle Tavolette di Biccherna. Un altro è Palazzo delle Papesse, sempre del 1400 fatto costruire da Caterina Piccolomini, sorella di Papa Pio II, ora è sede del Centro per l’arte contemporanea. L’ultimo palazzo degno di nota è la Loggia della Mercanzia, situata all’incrocio tra le tre principali vie della città: via di Città, Banchi di Sopra e Banchi di Sotto. Anch’esso del 1400, sulle colonne del piano inferiore vi sono scolpiti i patroni della città (San Savino, Sant’Ansano e San Vittore) ed i due patroni di Roma (San Pietro e San Paolo). Un tempo sede della “Mercanzia” oggi appartiene al Circolo degli Uniti o Casino dei Nobili, associazione formata dai nobili della città che assicura ai propri soci una posizione provilegiata per assistere alla corsa del Palio.
La piazza del Palio, ovvero piazza del Campo, è di origine medievale e nasce su un declivio naturale. I palazzi intorno formano un semicerchio e la piazza mattonata a spina di pesce ha una leggera inclinazione verso il lato dritto dove è situato il Palazzo Pubblico.
Prima di parlare di esso vi voglio descrivere una fontana situata sulla parte alta della piazza proprio di fronte al Palazzo. Si chiama Fonte Gaia ed è stata realizzata in marmo nel 1400 dallo scultore Jacopo della Quercia. La forma è rettangolare ed i rilievi rappresentano la Madonna col Bambino, le Virtù, la Creazione di Adamo, la Cacciata dal Paradiso Terrestre, Acca Laurentia e Rea Silvia.
Palazzo Pubblico è un edificio in pietra, laterizio e mattoni costruito a partire dal 1200. La Torre del Mangia risale alla prima metà del 1300 mentre la cappella di Piazza, in marmo, è della seconda metà del 1400. L’interno ospita il Museo Civico ed è visitabile a pagamento.
La Torre del Mangia deve il suo nome a Giovanni di Duccio detto il Mangiaguadagni, maestro orologiaio a cui venne dato l’incarico di battere le ore dalla torre.
Dietro di esso è situata la piazza del mercato.
Su via di Città si affacciano vari palazzi nobiliari tra cui Palazzo Chigi Saracini. Esso ha origine nel XII secolo, tra il 1200 ed il 1300 è sede del Consiglio dei Reggitori della Repubblica di Siena, dal 1932 è sede dell’Accademia Musicale Chigiana, fondata dal Conte Guido Chigi Saracini.
Mchan
Siamo partite verso le 8e30 dal nostro alloggio a San Gimignano e siamo arrivate in città verso le 10, dopo aver percorso una statale in mezzo ai boschi ed attraverso paesini di campagna. Stavamo quasi per darci per disperse quando abbiamo notato di essere arrivate nella periferia della città. Seguendo le indicazioni per il centro ci ritroviamo alla porta sbagliata, il centro storico è a Porta Fontebranda mentre noi eravamo a Porta Camollia, così seguiamo il percorso delle mura ed alla fine arriviamo alla Fortezza Medicea. Siccome c’erano un bel po’ di pullman turistici, ed uno stava facendo scendere della gente, troviamo parcheggio e seguiamo il gruppo di turisti ritrovandoci allo stadio, ma non è una sfortuna perché lo stadio di Siena si trova praticamente nel centro, a due passi dal municipio.
Il primo monumento in cui ci imbattiamo (che per noi lo stadio non conta 😛 ) è la Basilica di San Domenico, in cui però si prega Santa Caterina, patrona della città e di tutta Italia. La chiesa è semplice ed abbastanza spoglia se escludiamo dei bellissimi quadri del 1500. Nel chiostro, aperto al pubblico si vendeva il pane dei poveri della Santa.
Una volta uscite, ritroviamo il gruppo di turisti tedeschi e li seguiamo per trovare una via che ci porti nel centro storico. Mentre percorriamo via della Sapienza ci ritroviamo nel bel mezzo di una processione. Infatti quel giorno si svolgeva l’offerta dell’olio per la lampada votiva da parte del Comune di Casole d’Elsa al Santuario di Santa Caterina in Fontebranda con corteo fino alla Basilica formato da dei rappresentanti di tutte le contrade in processione e con tanto di sbandieratori.
Sui palazzi agli angoli delle vie vi sono appese le bandiere delle contrade in modo da delimitare il territorio di ognuna di esse. Perfino sulla chiesa dedicata a San Francesco che è sul limite di due diverse contrade (la Giraffa ed il Bruco).
La basilica del 1400 è a croce latina con un’unica navata ed all’interno è spoglia. Solamente nelle nicchie al di dietro dell’altare vi sono degli affreschi del Lorenzetti. Bandiere di varie contrade sono appese anche all’interno. Nella cappella alla destra sono conservate le reliquie delle Sacre Particole.
Un’altra chiesa molto bella è Santa Maria Provenzano.
Essa è stata edificata per conservare al suo interno la veneratissima immagine della Madonna di Provenzano. Questo tabernacolo di terracotta ha un forte legame con il Palio di luglio, in questa chiesa viene deposto il drappellone prima della corsa.
Mchan
Lo scorso weekend abbiamo (mia madre ed io) approfittato di un box-regalo e ci siamo recate in Toscana.
La meta del nostro viaggio doveva essere principalmente Volterra, cittadina che mia madre aveva visitato da giovane e che mi incuriosiva ogni volta che sull’autostrada per andare a Ferrara scorgevo la sua uscita.
Così abbiamo scelto un alloggio nei pressi ed il più vicino che abbiamo trovato tra le offerte del box era a San Gimignano.
Si tratta di un appartamentino in un paesino nella campagna, ma davvero molto carino.
Avevamo un salottino con la cucina, un bagno ed una camera da letto più due balconcini, uno sul davanti ed uno sul retro. Gli appartamenti hanno tutti nomi di fiori, a noi è capitato il giaggiolo, di cui i dintorni sono pienissimi.
Quando stavamo progettando il viaggio avevamo pensato di cenare in casa, ma alla fine abbiamo optato per un localino che avevamo intravisto sulla via per arrivare a San Gimignano che aveva la griglia/barbecue in giardino. Il posto si chiama Birreria Trattoria Pietrafitta e ci siamo tornate anche la sera seguente.
Dicevo che la meta principale era Volterra ma il primo giorno abbiamo visitato San Gimignano (dato che ci trovavamo in loco) e nel tardo pomeriggio Colle Val d’Elsa. Solo il secondo giorno siamo arrivati a Volterra. E non so cosa sia stato, forse la giornata uggiosa, forse l’interminabile strada piena di curve, forse il parcheggio praticamente nullo (davvero molto mal gestita come cosa), ma non c’è piaciuta per nulla. L’abbiamo girata in un paio d’ore e siamo tornate a San Gimignano, dove avevamo giù visto tutto ma ci ha fatto molto piacere ripercorrere le vie e rivedere i panorami.
Il terzo giorno abbiamo lasciato l’alloggio e ci siamo dirette a Siena per poi tornare a casa.
Siamo state fortunate che nonostante le previsioni avverse il tempo sia stato clemente ed ha piovuto leggermente solamente la sera del primo giorno, quando stavamo tornando a casa dal ristorante.
Nei prossimi post vi racconterò in dettaglio le varie località.
Vi anticipo che pensavo che la Toscana fosse la regione dei vini, od almeno è rinomata per questo, ma abbiamo visto molti più ulivi, un buon 90% rispetto alle viti. Invece nei negozi la percentuale è ribaltata: molti più vini che olii. Mah…
Mchan
Ps: questo è un mio appunto personale: trovate la cartina del borgo che volete visitare in rete prima di arrivarci perché gli uffici informazioni turistici si trovano solamente al centro e secondo me è una pecca perché così si perde un sacco di tempo. Ci sono molte cose belle da vedere e conoscere prima di arrivare alla piazza principale ma se non sai cosa sono o dove sono ubicate esattamente le puoi perdere. Io sono una abbastanza precisa e mi faccio sempre un prospetto delle cose da vedere, ma è capitato che Colle Val d’Elsa non era in programma e quindi non ho capito molto di cosa ho visto passeggiando trai vicoli.