Weirdness Russa

Questo è un semaforo russo.

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Indica tra quanto scade il verde per i pedoni così possono decidere se rischiare di trovarsi in mezzo alla strada quando scatterà il rosso o meno 😛

In più “cinguettava”. Nel senso che avvertiva anche le persone non vedenti con una sorta, appunto, di cinguettii. Anche in Italia alcune città ne sono accessoriate, ma non dappertutto.

Mchan

 

San Pietroburgo parte 8

Questo è stato l’ultimo giorno qui purtroppo… Bellissima città, sul serio. Un fascino unico.

Mattina libera per curiosare intorno al nostro hotel in pieno centro, vicinissimo alla stazione per Mosca.

Siamo state (io&mamy) in una chiesa. Poi abbiamo fatto un po’ di shopping in un negozio chiamato Beluga (sì, come il caviale) dove vendevano molte cosette carine tra le quali bigiotteria con ambra e le famose uova di Fabergé. Caratteristici anche i legni dipinti e laccati. Noi abbiamo preso un fermaglio per i capelli ed una spilla, le cose più economiche che le scatoline porta gioielli o qualsiasi altra cosa erano inavvicinabili.

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Poi abbiamo passeggiato sulla Nevskj Prospect. Questa via è molto europea, come un po’ tutta la città a dire il vero. Merito degli architetti, soprattutto italiani, che sono stati chiamati per progettare i vari palazzi.

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Prima di pranzo abbiamo preso il treno per Mosca ed abbiamo mangiato a bordo. La stazione di partenza era appunto la stazione Moskovskij. Qui le stazioni hanno i nomi delle principali città in cui arrivano i treni in partenza da esse.

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Più che un treno sembrava una navicella spaziale. Per arrivarci siamo dovuti passare sotto al metal detector per ben due volte, la prima quando siamo entrati in stazione e la seconda al binario, dove sono stati scanzionati anche i bagagli, come in aeroporto. In più vi si poteva accedere solamente con il biglietto. Davvero molto alta la sicurezza.

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Mchan

 

San Pietroburgo parte 7

La sera cena in un locale tipico con musiche e spettacolo folkloristico. Davvero molto carino. C’erano dei ballerini con abiti più o meno tradizionali (le ballerine avevano l’orlo decisamente molto accorciato per la gioia dei maschietti) e cantanti dal vivo che hanno intonato le loro canzoni più tipiche. Decisamente una cosa turistica, ma molto divertente e simpatica.

Di questa serata non ho foto che la macchinetta era scarica così l’ho lasciata in albergo, ma delle persone del gruppo hanno fatto dei filmati e ce li hanno gentilmente passati così ho estrapolato da essi le foto qui di seguito. Per questo non sono il massimo della messa a fuoco, sorry! 🙂

Ed anche la cena tipica è stata carina: antipasto di caviale nero e rosso con vodka (un leggero sorso e già mi bruciava tutto, io non sono proprio fatta per l’alcol puro), pollo fritto con salsa alla panna acida e dessert al cioccolato. Dovrete fidarvi della mia parola perché non ho foto. Comunque era tutto molto buono.

Mchan

Ps: voi maschietti in Russia sarete molto fortunati perché di belle donne ce ne sono molte anche in giro per strada, non sono tutte bionde come si potrebbe pensare però, anzi, in questa città ne abbiamo viste molte con la chioma corvina e la carnagione un pochino più scura, sicuramente per via della provenienza dalle regioni più montane ed interne (come ci ha detto la guida). Mentre di uomini decenti nemmeno mezzo. Ragazze, non c’è trippa per gatti, come si dice da me. Almeno per l’aspetto fisico, che forse un magnate potreste anche trovarlo 😛

 

San Pietroburgo parte 5

La mattina visita al museo Hermitage.

L’edificio fu fatto erigere a metà del 18° secolo da Caterina II per sistemare le opere d’arte che aveva comprato in Europa. Un secolo più tardi Nicola I lo ampliò facendolo arrivare a circa un migliaio di stanze e saloni per un totale di ben 5 edifici nei quali sono esposte quasi 3 milioni di opere d’arte. Fino alla Rivoluzione d’Ottobre erano tutte di proprietà privata della famiglia degli Zar.

Questo museo una volta era chiamato il Palazzo d’Inverno.

E’ semplicemente favoloso!!!

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Le collezioni si dividono in 9 sezioni:

Culture primitive, Arte dell’Oriente, Arte del Vicino e Medio Oriente, Antichità Classiche, Cultura e arte russa, Arte dell’Europa Occidentale, Arte dell’Europa Orientale, Arte Orientale, Numismatica.

Oppure in piani:

Piano nobile: Reggia degli Zar e Pinacoteca d’Arte Antica.

Pian Terreno: Arte Antica e gli Ori (Gioielli).

Primo Piano: Arte Europea.

Secondo Piano: Arte Europea, Arte Asiatica e Arte Medio Orientale.

Terzo Piano: Opere Impressionistiche e Post-Impressionismo acquistate dopo la Rivoluzione d’Ottobre.

Starvi a descrivere ogni sala ed opera vista sarebbe lunghissimo ed anche noioso per certi versi, per cui mi limiterò ad accennarvi qualcosa sulle sale/opere più famose e/o particolari.

La sala di San Giorgio o Grande Sala del trono:

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Ha rivestimenti in velluto rosso ricamato con l’aquila dei Romanov e 48 colonne di marmo italiano.

Le altre due sale famose sono la Sala della Malachite (una pietra semipreziosa trovata nella regione degli Urali nel 1600) e la sala di Nicola I utilizzata come sala da ballo principale del palazzo con una galleria di ritratti degli Zar della famiglia Romanov.

Ci sono tantissime opere di artisti italiani, sia tele che statue che mobilia. Una fra tutte la celeberrima Le tre Grazie del Canova (che io adoro!!!)

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Questa scultura in marmo alta 182cm fu commissionata all’artista da Giuseppina Bonaparte, ma morì prima del suo completamento. Le tre figure femminili incarnano l’ideale neoclassico della bellezza.

E poi questo simpatico tavolino con dipinti degli scorci di Roma.

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Si possono riconoscere in senso anti orario: il Colosseo, il Campidoglio, Castel Sant’Angelo, Piazza San Pietro, Piazza Colonna, i Fori Imperiali, Piazza del Popolo, il Pantheon. E nel mezzo la lupa che allatta Romolo&Remo.

Io ci sarei stata tutto il giorno ma ci aspettava Petrodvorec, un bellissimo parco con fontane e giochi d’acqua sulle rive del mare baltico a circa 30km dalla città.

Mchan

Ps: curiosità: Ermitage deriva dal termine Eremitaggio ovvero un luogo dove poter starsene tranquilli ad ammirare i quadri.

Curiosità 2: le regole di accesso di Caterina II: si doveva entrare senza spada nè cappello, si doveva lasciar perdere rango e diritti di precedenza, si doveva prestare attenzione a non rompere nulla, si doveva parlare a bassa voce ed era proibito sbadigliare. Chi lo faceva veniva costretto a bere acqua fresca. Che parrebbe essere un vero insulto per un russo.

Info: è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle h 10.30 alle h 18.00, fino alle h 17.00 nei festivi e prefestivi.

www.hermitagemuseum.org

San Pietroburgo parte 4

Prosegue la giornata ed andiamo a pranzo in un ristorante.

Menu: insalata (più o meno), zuppa di cipolle, pesce al forno con patate lesse.

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Sinceramente nulla di che. Eravamo anche in una sorta di Rotary Club. Va bene che la cucina Russa non sia proprio da non poterne fare a meno, però è stato un pranzo davvero misero.

Sulla via del ritorno sosta alla chiesa di San Giorgio.

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E’ praticamente nel nulla. Intorno solo alberi e prati. Non ricordo la località esatta. Però era molto bello, con delle decorazioni davvero spettacolari.

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Quando siamo rientrati in città ci attendeva un giro dei canali in battello.

Molto suggestivo vedere i vari edifici dalla prospettiva del fiume.

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La nostra guida, molto brava, preparata e con un italiano impeccabile, ci ha fornito moltissimi dettagli sugli edifici che incontravamo nella nostra passeggiata fluviale, solo che non ricordo più poi molto. In primis perchè sono passati svariati anni e poi perchè ho un leggero problema con i nomi russi: non me li ricordo nemmeno dopo pochi secondi che li ho letti. Sorry! 😉

Poi abbiamo fatto una piccola sosta allo Smolny: un complesso architettonico fatto erigere dalla Zarina Elisabetta, figlia di Pietro il Grande, nel 1748 su progetto dell’architetto Rastrelli. All’inizio doveva essere un monastero in cui si accoglievano le fanciulle orfane. Ma Caterina II cambiò la destinazione in un pensionato per giovani nobili ed una casa di riposo per vedove aristocratiche. Poi divenne il Quartier Generale della Rivoluzione. E le stanze interessate oggi sono un museo, mentre il resto è tornato ad avere la funzione di monastero.

L’edificio è in stile neoclassico ed ha due piani. Mentre la Cattedrale bianco-azzurra della Resurrezione è in stile barocco russo con cinque grandi cupole e quattro chiese più piccole agli angoli del cortile.

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Ed infine alla chiesa simbolo della città: la Cattedrale della Resurrezione di Cristo costruita nell’ultimo ventennio del 1800 nel luogo dove Alessandro II cadde vittima di un attentato, per questo è più nota come la Cattedrale del Salvatore sul Sangue.

Non siamo potuti entrare perché era in restauro.

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A cena di nuovo in albergo, a buffet.

Mchan

San Pietroburgo parte 3

La mattina siamo partiti per Puskin dove si trova la residenza estiva degli Zar, il Palazzo di Caterina.

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E’ stato costruito all’inizio del XVIII secolo in stile barocco russo dall’architetto Rastrelli (italiano). La sua facciata è lunga più di 300m ed è decorata con colonne, figure di Atlanti ed inferriate nei toni del bianco azzurro e oro. E’ stato gravemente danneggiato durante la seconda Guerra Mondiale ed occupato dall’esercito nazista.

Quando si entra, oltre a dover passare sotto un metal detector, si deve anche mettere sopra le scarpe una specie di cuffiette. Queste qui per intenderci:

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Il motivo è che in questo modo non si danneggia il pavimento.

Poi si segue un percorso che fa salire su di una scalinata bianca, lo Scalone di Gala, per arrivare alle sale di rappresentanza.

Le più importanti:

La Sala Grande ampia ben 860mq, decorata da specchi e dorature con il soffitto affrescato da un soggetto raffigurante il trionfo della Russia.

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La Sala dei Cavalieri dove su un lungo tavolo sono disposti i servizi di porcellana realizzati dalla manifattura Gardner di Mosca per Caterina II. Quella cosa enorme all’angolo è di ceramica e funge da termosifone.

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La Galleria-Pinacoteca ospita svariate opere di grandi artisti europei.

La Sala da Pranzo Verde è l’inizio dell’appartamento del granduca Paolo, il figlio di Caterina II.

Il Salotto Cinese con rivestimenti in seta, ornamenti orientali e vasi in porcellana cinese.

La Camera da Letto con sottili colonne in porcellana bianca decorate da ghirlande dorate e medaglioni di gesso con figure allegoriche in rilievo.

Infine la Sala d’Ambra. Questa sala è nominata così perché è appunto ricoperta di ambra. Ma non semplici lastre, bensì tanti piccoli intarsi tipo mosaico. Stupenda. Purtroppo non si potevano fare foto per cui vi dovete accontentare di una presa in rete:

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Ah, dimenticavo. Quando le truppe naziste arrivarono in questo splendido posto, oltre a mezzo demolirlo lo hanno anche saccheggiato e portato via tutta l’ambra della sala omonima. Quella che abbiamo visto è frutto di un restauro minuzioso e dispenzioso dato che l’ambra è una pietra, o meglio fossile, abbastanza preziosa, infatti ci sono voluti ben 23 anni di lavoro per più di 40 artigiani-artisti . Ancor oggi tutta l’ambra rubata dai tedeschi non è stata ritrovata.

Mchan

 

Weirdness Zarina Parte 2

All’interno dei giardini della Fortezza dei Santi Pietro e Paolo vi è questa statua in bronzo che raffigura lo zar Pietro il Grande sul trono.

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Fu donata alla città dallo famoso scultore russo Michail Chemiakin nel 1991.

All’inizio suscitò alcune perplessità non essendo molto tradizionalista. Ora si dice che a chi gli stringe il dito indice verrà esaudito un desiderio.

Per me continua ad essere alquanto strano. Forse è una questione di proporzioni.

Mchan

Weirdness Zarina

Anastasia e il mito della sua scomparsa.

Su questa leggenda sono stati girati vari film. Il più famoso è quello del 1956 con Ingrid Bergman.

Come ben sapete l’intera famiglia Romanov fu trucidata dai bolscevichi ad Ekaterinburg, dove era tenuta prigioniera, nel 1918. I loro resti furono fatti a pezzi e bruciati, per questo per molto tempo non furono ritrovati e si creò il mito della fuga di Anastasia. Anche perché molti loro parenti fuggirono davvero in Francia, Stati Uniti ed Inghilterra. Ma nel 1991 ci fu un primo ritrovamento, vennero riesumati i resti di quasi tutti i Romanov, riconosciuti grazie alla prova del DNA.

In realtà erano i resti di Maria e dell’ultimo genito Alessio quelli a non essere subito ritrovati. Vennero però ritrovati nel 2007 e riconosciuti ufficialmente nel 2008.

Nel 1998 vennero sepolti tutti (compresi i servitori morti con loro) nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo insieme ai loro antenati. E 10 anni più tardi vennero raggiunti dai resti dei rimanenti della famiglia.

Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa canonizzò la famiglia Romanov come portatori di passione, ovvero quei santi che sono morti nella fede per mano dei loro assassini.

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La famiglia Romanov era composta dal padre lo Zar Nicola II, la madre la Zarina Alessandra, le figlie Olga, Tatiana, Maria, Anastasia ed il figlio Alessio.

Mchan

 

San Pietroburgo parte 2

Nel pomeriggio ci hanno portato a visitare la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo che si trova sull’isola delle Lepri.

Essa è costituita da sei bastioni e mura ricoperte di granito. Comunque non venne mai usata a scopo difensivo ed i suoi cannoni spararono solamente nel 1917. Ad oggi sparano a salve a mezzogiorno. Piuttosto fu un carcere, chiamato Bastiglia russa, in cui vennero rinchiusi patrioti, democratici e rivoluzionari. Il primo prigioniero fu proprio il figlio di Pietro il Grande che si era opposto alle sue riforme.

Molti detenuti furono scrittori che con i loro scritti andavano contro lo Zar.

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Dopo la Rivoluzione d’Ottobre fu trasformata in un museo.

Il complesso comprende vari edifici: quello dell’ex corpo di guardia degli ufficiali, l’ex casa del Comandante e la Zecca (ancora in funzione per la coniatura di medaglie commemorative).

Vi è anche una cattedrale, sempre dedicata ai Santi Pietro e Paolo, costruita in stile barocco con un campanile alto 122m (il punto più alto della città) che in cima ha una guglia dorata sovrastata da una banderuola a forma di angelo.

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Qui sono sepolti i membri della famiglia imperiale da Pietro il Grande fino ad Alessandro III. I loro sarcofagi sono in marmo bianco, diaspro verde e rodonite rosa. La tomba di Pietro il Grande è sempre ornata di fiori.

In una sala a parte vi sono i resti degli ultimi Romanov, Nicola II e la sua famiglia.

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Devo dire che questo luogo è abbastanza toccante. Sarà la storia triste del loro massacro, raccontata dalla nostra onnipresente guida, sarà proprio il luogo così pieno di tombe e candele, sembrava di essere più in un cimitero che in una cattedrale, ma quando sono uscita di lì ho sentito davvero molta tristezza.

Poi siamo stati nel vicino museo/nave dell’incrociatore Aurora.

Esso è proprio la nave/incrociatore/sommergibile, scusate ma non sono molto brava riguardo i termini tecnici nautici, ormai armeggiata al molo dove si può salire e fare un giretto.

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Qui invece ci siamo divertite, mia mamma ed io, ad esplorare e girovagare, oltre che a fare foto buffe.

Accenni storici sul perché questa nave è così importante: fu essa che una volta risalito il fiume Neva puntò i cannoni contro il Palazzo d’Inverno, occupato dal Governo Provvisorio di Kerenskj, e sparò il primo colpo a salve. Mentre durante la seconda Guerra Mondiale contribuì alla difesa della città. E’ un museo galleggiante dal 1948.

Poi siamo tornati in hotel dove abbiamo cenato a buffet.

Mchan

San Pietroburgo

Ed eccomi qui a parlare del mio viaggio in Russia.

Iniziamo con delle piccole nozioni storiche:

San Pietroburgo è la metropoli più nordica d’Europa e la seconda città della Russia per milioni di abitanti (circa 5). Sorge sul delta del fiume Neva su 42 isole e 65 canali collegati da 560 ponti. Il suo porto è uno dei maggiori del Paese. Ha 3 aeroporti e 5 stazioni ferroviarie che portano il nome delle destinazioni.

La città risale solamente al 1700, fatta costruire dallo zar Pietro il Grande, da cui prende il nome, ed ha uno stile tipicamente europeo proprio per suo volere.

Nel 1924 assunse il nome di Leningrado e nel 1991 tornò al suo nome originale grazie ad un referendum.

Ed ora parliamo del mio viaggio.

Premetto che è stato un viaggio organizzato con accompagnatore, guida sul posto sempre disponibile e trattamento di pensione completa, anche se a volte andavamo a mangiare in qualche ristorante.

Siamo partiti di mattina da Fiumicino, abbiamo fatto scalo all’aeroporto di Francoforte (enorme) ed infine siamo arrivati alle 23 di sera ora locale.

L’albergo dove abbiamo alloggiato si trovava vicino alla stazione di Mosca, sulla Nevskj Prospect, ed era abbastanza barocco.

Il primo giorno abbiamo effettuato una visita guidata della città sul pullman e ci siamo fermati alla Cattedrale di San Nicola del mare.

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Essa è in stile barocco elisabettiano, può ospitare fino a 5mila persone ed ha una pianta a croce greca sovrastata da una cupola centrale con 4 torrette angolari quadrate sormontate da cupole a cipolla. I livelli sono 2, una chiesa bassa ed una alta, dove si celebrano le funzioni più importanti. Mentre la torre campanaria è separata dalla cattedrale ed è collocata all’entrata della cinta. Al di fuori la chiesa è bianca con dei decori turchesi mentre le decorazioni interne sono ricchissime. Ci sono addirittura dieci icone rivestite in oro donate da Caterina II.

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Il culto ortodosso, fede del popolo russo, dissimila dal nostro per alcuni fondamentali: innanzitutto il segno della croce che da loro parte al contrario (cosa che per noi è quasi blasfema), il loro prete che dice messa da dietro una specie di porta di legno intagliata e dipinta, le donne che devono avere il capo coperto da un velo/foulard (a noi turisti però è concesso entrare anche senza) ed i fedeli che ascoltano la funzione all’impiedi. Infatti non ci sono panche nelle loro chiese.

A pranzo ci hanno portato in un ristorante molto tipico e molto angusto e buio. Tappezzeria ovunque. Illuminazione data solamente dalle candele sul tavolo e sui candelabri alle pareti. Però il cibo era molto buono. Antipasto di mousse di salmone, zuppa di funghi e panna acida con carne di maiale e dolce.

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Mchan