The Gilded Age

Anno: 2022 in corso

Paese: Usa

Episodi: 9, 1 stagione

Genere: drammatico, costume

Ideatore: Jullian Fellowes

Cast: Christine Baranski, Carrie Coon, Audra McDonald, Donna Murphy, Louisa Jacobson, Morgan Spector, Dene Benton, Taissa Farmiga, Harry Richardson, Blake Ritson, Thomas Cocquerel, Simon Jones, Jack Gilpin, Cynthia Nixon.

Trama: la vita dell’alta società di New York negli ultimi anni dell ‘800.

Iniziata solo per la bravissima Christine Baranski.

Primo episodio troppo lungo e noioso. Va bene la presentazione di tutti i personaggi, però è stato davvero troppo lungo.

Bei costumi, anche se alcuni sono un po’ troppo eccentrici, non so quanto possano essere veritieri, specialmente il mix di fantasie su uno stesso abito.

A metà stagione posso dire di non sopportare nessuno. Ma davvero nessuno all’infuori di Peggy, che comunque è un personaggio secondario.

Marian, che dovrebbe essere una delle protagoniste, è scialba, senza alcun spessore. Fa alcune cose molto a caso. Il suo entrare nel circolo della beneficenza è solo un modo per uscire di casa e l’unico che le zie approvano, perché non ho trovato nessuno spirito davvero altruistico in lei. E la sua trama amorosa è scontata e prevedibile.

La “vecchia” alta società è snob, classista e razzista, ma non è che i Russell, coloro che in teoria dovremmo “tifare”, siano da meno. Lei soprattutto. Odiosa come mai nessuna. Pensa che siccome ha il denaro allora le debbano aprire tutte le porte. Nella vita per farsi accettare servono anche altre qualità, tipo la gentilezza, l’umiltà e l’intelligenza. Tutte cose che lei non ha. Perché non puoi dirti intelligente se non capisci che più ostenti e meno sei apprezzata (da coloro che non hanno secondi fini come spillarti soldi per opere di carità ed affini).

Non parliamo poi di come tratta la figlia. Per lei è solamente una pedina per entrare ancora di più nell’ambiente a cui aspira tramite un matrimonio di convenienza.

L’unica cosa positiva è il rapporto d’amore con il marito, o meglio il fatto che lui la ami incondizionatamente tanto da non tradirla quando ne avrebbe l’opportunità, perché per il resto lo manovra come una marionetta.

E nel finale assumono anche dei modi da mafiosi davvero odiosi.

Il personaggio della Baranski mi ha abbastanza deluso. A parte il fatto che i suoi minuti on screen si contano sulle dita di una mano, ma non ha la stessa verve di altre sue interpretazioni passate. Nonostante questo ha comunque le migliori battute.

Mchan

Ps: la sigla è stupenda 😍

Un giorno di pioggia a New York

Anno: 2019

Regia: Woody Allen

Paese: Usa

Genere: commedia, sentimentale

Cast: Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, Rebecca Hall, Cherry Jones, Jude Law, Diego Luna, Liev Schreiber, Suki Waterhouse

Trama: una giovane coppia deve trascorrere un romantico weekend a New York, dove lui è nato e cresciuto, solo che saranno divisi da vari impedimenti e la vacanza non sarà come avevano progettato.

Probabilmente sono io che ho dei problemi con Allen, ma questo è il terzo film suo che vedo ed il secondo che non mi piace (e comunque il terzo mi ha lasciato abbastanza indifferente). Non so nemmeno da dove partire.

La storia è banale. Sul serio, due innamorati che dovrebbero passare insieme l’intero weekend in una città che per uno dei due è molto importante e che guarda caso vengono separati da una multitudine di eventi improvvisi. Che novità!

La città che dovrebbe essere protagonista come ho letto praticamente ovunque, viene solamente citata dal protagonista e vista sul serio solo nelle ultime due scene, tipo. Davvero, ditemi dov’è che avete visto New York in questa pellicola. Strade e locali che potevano essere in qualunque altra città al mondo. Anzi. Io mi immagino (anche grazie ai vari stralci di essa visti in tv o sui social) una NY attiva, fremente, piena di gente e di colori. Qui era spoglia, lenta e quasi desertica. Stotaro sarà anche un genio della fotografia, ma a me non è piaciuta affatto, troppo calda, sembrava quasi anni ’70. In generale non sembrava ambientato ai giorni nostri. Ho capito che era contemporaneo solo quando hanno tirato fuori gli smartphone. Addirittura la protagonista femminile nell’intervistare il regista invece di registrare la conversazione prende appunti.

Continuo a trovare Chalamet scialbo. Non so se fosse il contesto, ma non mi sa di nulla.

Elle Fanning è stata bravissima se l’intento era quello di dipingere Ashleigh come una svampita stupidotta. Anche se una ragazza 21enne del suo ceto sociale così stupidina ed ingenua nel 2020 è leggermente anacronistico.

Selena Gomez non mi è piaciuta. Non so se sia il doppiaggio, una voce troppo rude, tuttavia anche il suo personaggio è antipatico. Prende in giro una perfetta sconosciuta solamente per il suo luogo di nascita, con battute davvero offensive ed anche abbastanza razziste. Poi, all’inizio pensavo che dato il suo essere così grezzo ed anche abbastanza arrogante verso persone benestanti fosse tipo del Bronx, invece poi si scopre che è abbiente anche lei. E lasciamo stare i suoi outfit che sono orrendi. I pantaloncini corti e la Tshirt, senza un minimo di giacchetto, in pieno autunno a New York poi sono davvero ridicoli.

E vogliamo parlare dei personaggi di contorno? La storia di Jude Law non l’ho capita e secondo me è stata anche messa a casaccio giusto per riempire delle scene e far perdere tempo alla protagonista perché alla fine non ha portato a nulla, anzi si è pure risolta in maniera frettolosa.

Il fratello maggiore di lui che si accorge solamente dopo essere andato a convivere ed ad un passo dal matrimonio che la risata della fidanzata è assurda è giustappunto assurdo.

Lui che si nasconde dagli zii al museo ci sta, ma non che appena lo scovano poi si passi alla scena in cui lui è al telefono con la madre giustificandosi di non averle detto di essere in città. Non poteva semplicemente dire agli zii di non farne parola con la madre? Mica avevano una cimice addosso.

Tutto il discorso della madre di lui è stato un grosso Embhè? Davvero si vuole giustificare il comportamento di una persona dicendo che probabilmente lo ha nei geni? Siamo negli anni ’90? No, all’epoca non c’erano gli smartphone, per cui è completamente senza senso. Perché che lei fosse stata una escort o meno non ci cambia nulla dato che l’abbiamo vista solamente in un paio di scene. E poi ci sono una miriade di persone che hanno il vizio del gioco e delle scommesse e non per questo le loro madri sono state tutte delle donne di facili costumi.

Probabilmente l’unica scena leggermente più verosimile è stata quella di Ashleigh e l’attore che vengono interrotti dalla fidanzata di lui. Anche se vista e rivista. Mancava giusto il cornicione.

Io ad un certo punto pensavo che fosse una parodia di un film romantico, sul serio. Delle soluzioni così strambe penso di non averle mai viste tutte insieme.

Comunque non ho capito perché il 95% delle comparse fosse caucasico. Sul serio? A NY? Praticamente di verosimiglianza in questa pellicola non c’è nulla.

Mchan