
Anno: 2020
Paese: Usa
Genere: drammatico, sentimentale, musicale
Regia: Andrew & Jon Erwin
Cast: KJ Apa, Britt Robertson, Gary Sinise, Shania Twain, Melissa Roxburgh, Nathan Parsons, Abigail Cowen
Trama: Jeremy Camp conosce all’università Melissa, se ne innamora e la conquista grazie al suo talento musicale, ma il destino é loro avverso e lei si ammala gravemente.
Sinceramente, mi spiace dirlo dato che si tratta di una storia vera, ma non mi è piaciuto per nulla ed ho trovato lei estremamente irritante ed egoista.
Molti lo hanno paragonato a I passi dell’amore, ma non ha nulla in comune se non che lei muore di cancro poco dopo che si sposano. I passi dell’amore era ed è un bellissimo e commovente film & romanzo che parla di due adolescenti che si incontrano e si innamorano pur essendo apparentemente molto diversi. E poi c’è’ tutta la storia della lista delle cose da fare prima di morire che ha stilato lei e che lui la aiuta a depennare.
Qui non c’è’ nulla di tutto questo. I due si incontrano all’università, lei sembrerebbe anche più grande di lui, nel giro di un paio di settimane decidono di frequentarsi e nel giro di un paio di mesi si lasciano (almeno così si capisce dal montaggio delle scene) perché nonostante lui le abbia detto ti amo e comunque ci si trovi davvero bene, lei non vuole ferire il tipo che la corteggiava da prima ed a cui lei ha sempre dato il due di picche. Assurdo. Poi lei si sente male e lui corre in ospedale dove lei gli fa uno stranissimo discorso il cui fulcro principale è che ha immaginato di essere sua moglie. E naturalmente lui le fa la proposta. Perché mi pare giusto: hanno nemmeno 20anni, non si sono mai baciati, lei sta per morire, ma sì sposiamoci. Giustamente ed anche un po’ incredibilmente, dato che lei starebbe per morire, non si sposano subito, ma aspettano il ciclo di chemio e nel frattempo lui diventa famoso come cantante ed ha la bella idea di dire a tutti quando lo intervistano che la fidanzata è malata (lo so che è un mio problema, ma io non sopporto chi fa queste dichiarazioni urbi et orbi, specialmente quando è una persona “famosa”). Comunque ad un certo punto sembra completamente guarita, si sposano, ma in luna di miele lei si sente male e torna in ospedale dove poco dopo muore. Lui è giustamente devastato, ma una lettera di lei lo rincuora e torna a fare musica. Ora, sinceramente ognuno può credere in ciò che vuole, ma tutta la storia di lei che dice che è stato bello vivere se ha potuto cambiare la vita anche di una sola persona è tremenda. Non era un medico, nè una ricercatrice, nè un’insegnante, nè nulla. Era una semplice studentessa che tra l’altro non sapeva nemmeno cosa voleva fare nella vita una volta laureata. Ed il fatto che lui ne parli come se fosse un esempio da seguire è assurdo. Poi tutta questa devozione si è percepita solamente nei suoi discorsi in letto di morte perché prima non ce ne era traccia. Non sono mai andati in chiesa, non si è nemmeno mai visto un prete, li ha perfino sposati il padre di lui che non mi pare fosse un reverendo, per cui… Un enorme mah… Ripeto: massimo rispetto per la vera storia, ma o non è stata raccontata bene o non era così interessante da farci un film. Perché davvero non sa di nulla. Io sinceramente non sono nemmeno riuscita a commuovermi per la morte di lei perché è stata talmente egoista ed antipatica che non sono riuscita ad empatizzare e/o fare il tifo per lei.
Ultima cosa: avrei scelto un’altra attrice per il ruolo da protagonista al posto di Britt Robertson. Perché stranamente, dato che lei sembra sempre più giovane di quel che è, all’inizio mi sembrava la zia di lui e non una sua coetanea.
Mchan