The great

Anno: 2020 in corso

Paese: Usa

Episodi: 20, 2 stagioni

Genere: drammatico, comico, storico, satira

Cast: Elle Fanning, Nicholas Hoult, Phoebe Fox, Charity Wakefield, Sebastian de Souza, Adam Godley, Belinda Bromilow, Gwilym Lee, Sacha Dhawan, Douglas Hodge, Gillian Anderson  

Trama: la vita di Caterina la Grande di Russia e suo marito Pietro II

La prima stagione mi era piaciuta molto, battute sagaci, bel feeling tra i due attori protagonisti, bellissimi costumi e scenografie, ed anche se la realtà storica era stata leggermente alterata poteva anche starci.

La seconda stagione non è solo liberamente ispirata alla realtà storica, ma va proprio nella più totale fantasia degli autori. E questa è una cosa che non sopporto nelle serie tv a carattere storico. Perché Caterina e Pietro sono vissuti realmente e non c’entrano minimamente con i due personaggi raccontati in questa serie. Potevano benissimo inventarsi un regno X con due regnanti Y e Z e raccontare le stesse cose in questo modo.

Tra l’altro potevano anche allungare di più le vicissitudini della prima stagione dato che è successo tutto molto velocemente. Sarà che nel frattempo sto leggendo la biografia di Caterina, ma davvero la sua storia reale é molto più avvincente così com’è.

Il culmine poi lo hanno raggiunto quando hanno introdotto il personaggio della madre di lei. Era veritiero il rapporto madre/figlia e l’attrazione che Pietro provava per lei, ma non la cronologia degli eventi. La madre la accompagna in Russia e se ne va subito dopo il matrimonio. E Pietro non era il figlio di Pietro il Grande, ma il nipote.

So che ci sarà una terza stagione, ma a questo punto non so proprio se proseguirò con la visione dato che finire di vedere la seconda è stato un tormento.

Sarà una mia fissazione, ma moltissime persone al mondo guardano queste serie tv storiche e pensano che ciò che vi è descritto sia realmente accaduto per cui mi dà davvero molto fastidio che cambino gli eventi, la loro cronologia ed anche il background culturale solo per accontentare il più possibile lo spettatore medio. Mi dispiace davvero molto perché sia Elle che Nicholas sono eccezionali, la cura dei dettagli è stupenda, ma non capisco davvero perché stravolgere così la reale storia che comunque aveva molto da offrire in termini di intrecci amorosi e lotta per il potere.

Mchan

Love, Victor

Anno: 2020 in corso

Paese: Usa

Episodi:  10 a stagione, 2 stagioni, in corso

Genere: drammatico

Soggetto: romanzo “Love, Simon” by Becky Albertalli

Cast: Michael Cimino, George Sear, Nick Robinson, Mason Gooding, Anthony Turpel, Rachel Hilson, Isabella Ferreira, Ana Ortiz, Bebe Wood, Lukas Cage, Sophia Bush, James Martinez, Mekhi Phifer

Trama: Victor è un sedicenne di origine latina appena trasferitosi dal Texas ad Atlanta. Pensava di poter essere finalmente sé stesso in questa nuova città ed invece non ha il coraggio di dire subito chi è realmente così si ritrova incastrato nelle “bugie” del passato.

Non so da dove iniziare per quanto questa serie sia cringe.

Sarò vecchia, ma ho trovato decine di scelte imbarazzanti.

Prima fra tutte lo sfruttare troppo la scia del consenso del film. Perché l’idea di base non è male, ma avrei evitato tutta quella parte riguardante Simon e la sua storia passata. Avrei utilizzato lo stesso escamotage delle mail con uno sconosciuto e basta. Invece Victor si scambia mail con Simon e questo si firma “Love, Simon”. Ok, il rimando al titolo del film e conseguentemente a quello della serie, ma secondo voi è normale che una persona impegnata si firmi “con amore” nella corrispondenza con un emerito sconosciuto? Capisco il verbo “to love” in inglese abbracci una miriade di sfaccettature, però… mah.

Tra l’altro questo fatto che Simon venga fatto passare dalla stessa Preside del liceo come un eroe è assurdo. Ma si può parlare del suo coming out ad un nuovo alunno come se avesse tipo vinto un Nobel? Che poi nel film non è stato il primo del liceo che lo ha fatto.

Victor, il protagonista, è carino giusto nei primi episodi che da metà stagione diventa irritante. Lo fanno diventare sessualmente confuso quando nel primo episodio era certissimo di essere gay. E poi perché fargli avere per forza una ragazza? Ma non era meglio che lui la reputasse solamente un’amica e che magari lei si prendeva una sbandata, ma non fargli fare la coppietta con tanto di presentazioni in famiglia? Che poi siamo nel 2020 ed un adolescente presenta dopo una paio di settimane la tipa con cui esce ai genitori, certo, molto credibile.

A proposito di famiglia, perché tutto quel drama in quella del protagonista? Non ce ne era già abbastanza con lui da solo? Poi tutto quel mistero sulla cosa cattivissima che avrebbe fatto il padre quando alla fine non era poi nulla di che e comunque era dipeso da ciò che aveva fatto la moglie. Quindi è inutile che lei lo minacci di rivelarlo o lo faccia sentire in colpa.

I nonni fatti arrivare per sì e no 10 minuti giusto per rimarcare che i vecchi religiosi sono bigotti e poi fatti sparire senza un reale dialogo sensato. Che bastavano i genitori di lui dato che non sono così aperti di mente come lo erano quelli di Simon.

Anche Mia, la ragazza/interesse amoroso, non spicca di simpatia, soprattutto con la sua futura matrigna. E quella ci ha pure provato a trovare un punto di incontro. Che poi è stato il padre ad essere stato piantato di punto in bianco dalla madre. Però è una quindicenne, quindi ci può pure stare dato che ultimamente tutti gli adolescenti nelle serie tv si comportano da bambini viziati e non vengono mai ripresi dai genitori. Questa ultima cosa è poi una normalità anche nella vita reale.

L’episodio ambientato a New York capisco che possa essere molto significativo, ma sinceramente non mi è piaciuto per via di un paio di cose. La prima è che si vedeva benissimo che l’attore che interpreta Simon non era lì con loro, ma probabilmente ha filmato le sue scene in un altro momento. Potevano fare di meglio dato che così l’ho trovato proprio slegato. A parte la scusa che hanno trovato per non farlo essere presente (un addio al celibato, e ci è andato senza il suo compagno? Mah…), ma visivamente vedere il gruppo sotto al palco e lui nelle retrovie, lontano dal suo ragazzo, è stato strano. Sembrava che avessero litigato. Ma poi andare a spifferare ai suoi coinquilini ciò che Victor gli ha scritto con la scusa che più persone possono dare consigli migliori è assurdo. Prima di tutto ha tradito la sua fiducia e poi se voleva parlare a più persone si sarebbe iscritto in un forum a tema, no? Nel 2020 sai quanti ne esistono. Se ha scelto di confessarsi proprio con Simon vuol dire che lo sentiva più affine a lui, no? Che poi hanno cambiato anche un dettaglio legato alla storia personale di Simon: lui ha avuto delle ragazze. Sia nel libro che nel film. Ed anche il coming out ai coinquilini l’ho trovato forzato. Se non se la sentiva di svelare il vero motivo per cui era lì perché forzarlo? Sta mania odierna di avere un certo obbligo a presentarsi dovendo dire tutto di sé non la capisco. Basta nome e cognome. Poi quando si diventerà più intimi (anche in amicizia) ci si racconteranno le altre cose. Altrimenti andiamo tutti in giro con un cartello appeso al collo con su scritto generalità, gusti sessuali, religione ed orientamento politico, che facciamo prima.

Unico personaggio davvero positivo al 100% per me è Felix, il vicino di casa e primo amico del protagonista.

Anche Benji, la crush del protagonista, non sarebbe stato male se non avessi proprio capito tutto il casino del viaggio per lavoro durante il quale è stato incoerentissimo.

Tra l’altro le storie dei personaggi secondari sarebbero anche interessanti da approfondire, ma la durata degli episodi è troppo breve. Sarò vecchia, ma questi episodi da 30 minuti scarsi in cui accade tutto troppo velocemente non riesco a capirla. Le serie tv derivanti da film dovrebbero avere lo scopo di approfondire alcuni temi, ma così è impossibile. Potevano tranquillamente girare un sequel.

Mchan

Ps: sto vedendo la seconda stagione, soprattutto perché ormai l’avevo scaricata, ma non starò a recensirla perché ho già dato abbastanza con questa.

Veronica Mars Revival

Anno: 2019

Paese: Usa

Genere: drammatico, crime

Ideatore: Rob Thomas

Cast: Kristen Bell, Jason Dohring, Enrico Colantoni, Percy Daggs III, Francis Capra, Ryan Hansen, Max Greenfield

Ultima stagione dell’omonima serie tv iniziata nel 2004 e seguito del film omonimo uscito nel 2014.

Io adoro questa serie tv da quando ero poco più che adolescente.

Ha saputo mixare il drama adolescenziale con il crime vero e proprio, il tutto con protagonista una ragazza in gamba e coraggiosa che lotta per quello in cui crede nonostante tutte le avversità del caso. In più c’era anche una buona dose di romanticismo dato dalle sue love story, naturalmente io ero cottissima di Logan 😍😜

Ho adorato il film, che è stato una specie di bonus ed un prequel per questa stagione.

Dopo tutte queste premesse penserete che invece questa stagione non mi sia piaciuta affatto. Ed invece no.

Ho ritrovato tutti i protagonisti delle stagioni precedenti (e sono passati anni), i loro personaggi hanno avuto delle evoluzioni credibili, le new entry hanno avuto il loro perché e la storia reggeva.

Ci sono stati anche dei punti meno convincenti: tipo i continui bisticci della protagonista con il suo fidanzato sul praticamente nulla. Lui di una pazienza infinita. Io l’avrei mollata lì se mi avesse detto che le avevo chiesto di sposarla sapendo già che mi avrebbe detto di no solo per poter avere la scusa poi di recriminarglielo. Ma davvero? Magari ti ha chiesto si sposarlo perché ti ama in primis ed in secundis svolge un lavoro pericoloso (è nell’Intelligence della Marina) per cui è normale che pensi a tutelarti in qualche modo se dovesse accadergli il peggio in missione. E comunque ci sta nel personaggio di Veronica non credere nel matrimonio, ma poteva reagire in maniera diversa, non accusandolo.

L’unico personaggio nuovo che non ho sopportato è stato la ragazzina orfana, Matty mi pare si chiami. A parte l’attrice completamente anonima, ma proprio il personaggio troppo forzatamente similare alla Veronica dei primi tempi che indagava sulla morte della sua migliore amica da sola. Peccato che quella Veronica avesse avuto comunque una buona scuola dal padre ex poliziotto ed al tempo detective privato, mentre questa ragazzina fa l’impicciona e basta, mettendosi anche nei casini senza rete di protezione.

Sulla sigla devo ancora decidere se mi piace comunque oppure se la nuova versione mi disturba. Sicuramente adoro il fatto che l’abbiano mantenuta con tanto di titoli di testa e che abbiano cercato di renderla matura in un qualche modo. Quindi direi approvata per il 70%. Anche se l’originale è inarrivabile.

Veronica  sempre la solita Veronica, per cui se da una parte mi piace perché appunto non le hanno stravolto il carattere, dall’altra parte avrei preferito che fosse maturata leggermente. Si può rimanere sarcastica e brillante anche con un pizzico di maturità in più. Poi questo suo lavorare con il padre e tuttavia non notare che egli non stia bene è abbastanza strano. Come il fatto che lei continua ad odiare quella cittadina, ma non se ne va. Come gli fa notare ora non mi ricordo più chi, sorry, lei ha due lauree e comunque fa un lavoro che potrebbe svolgere ovunque, stessa cosa per il padre che quindi potrebbe spostarsi con lei, il suo fidanzato non ha problemi di logistica, ma invece di scappare da Neptune che detesta insieme a tutti i suoi abitanti, e dove ha avuto solo problemi, rimane lì non si sa bene perché. Ad una certa il suo lamentarsi di questa cosa stufa.

Un’altra cosa che non mi è piaciuta molto, ma già dal tempo del film, è che si facesse riferimento a situazioni accadute off screen e descritte sui libri che l’ideatore ha scritto una volta finita la terza stagione (che doveva essere l’ultima). Chi non ha letto i libri per svariati motivi (tra i quali il fatto che non siano stati esportati per noi non americani) non riece a cogliere subito ed appieno alcune situazioni, una di queste poi riguardava il rapporto personale con un suo vecchio amico che fino al film era rimasto tale, invece in questa stagione sembrava un estraneo.

Il finale: ALLERTA SPOILER

La morte di Logan è un grandissimo NO. Però sono molto contenta che li abbiano fatti sposare prima perché erano davvero carinissimi😍😍😍😍😍

Ed  stato dolcissimo anche l’ultimo messaggio che lui aveva lasciato alla sua psicologa e che quest’ultima le ha fatto avere (anche se con un anno di ritardo…).

Bene anche che finalmente Veronica ci sia andata dalla psicologa. Era ora.

Rob Thomas, l’autore, in un’intervista ha detto che la morte di Logan serviva a rendere la serie meno teen drama e più noir. A parte che il fatto è avvenuto praticamente nell’ultima scena dell’ultimo episodio, quindi renderebbe più noir una ipotetica quinta stagione che non è stata nè programmata nè richiesta dalla rete. Ma davvero nel 2020 serve ancora questo espediente (ossia la perdita di una persona molto amata) per far risaltare la forza e la resilienza di una donna??? Veronica è sempre stata, passatemi il termine, cazzuta di suo, con o senza Logan al suo fianco. E comunque lui se ne andava dall’altra parte del mondo una settimana sì e l’altra pure per cui non le avrebbe fatto da guardia del corpo/cavaliere che salva la donzella, come non l’ha fatto in questa stagione. Tra l’altro ci fanno subito vedere come è la vita di Veronica un anno dopo la disgrazia e non è cambiata affatto. E’ rimasta nel luogo che ha sempre odiato a fare il solito lavoro (sì, viene chiamata in giro per il Paese per via della fama dovuta all’aver catturato il dinamitardo, ma fondamentalmente è rimasta a Neptune). Io penso che invece la costruzione di una vita insieme al suo grande Amore lontano da quel luogo tossico poteva essere un trampolino di lancio per la sua nuova felice vita. Quindi non posso che sperare che sia davvero l’ultimissima stagione, perché di vedere Veronica per l’ennesima volta incavolata con il mondo intero non ne ho bisogno.

Nonostante tutto devo dire che è stato un revival praticamente perfetto. Si vede (come si è visto già per il film) che l’autore e gli attori ci tengono a questi personaggi, che non hanno accettato di tornare solo per soldi, ma perché hanno creduto in questo progetto ed hanno lavorato benissimo.

Mchan

Cercando Alaska

Anno: 2019

Paese: Usa


Episodi: 8, 1 stagione

Genere: drama, teen

Ideatore: Josh Schwartz

Soggetto: omonimo libro by John Green

Cast: Charlie Plummer, Kristine Froseth, Denny Love, Jay Lee, Sofia Vassilieva, Landry Bender, Uriah Shelton, Jordan Connor, Timothy Simons, Ron Cephas Jones

Trama: Miles è appena arrivato a Culver Creek, un collegio in Alabama. Nella sua vecchia scuola era un emarginato, qui fa subito amicizia con il suo compagno di stanza Chip Martin, chiamato il Colonnello, il suo amico Takumi e Alaska Young, una ragazza imprevedibile ed esuberante. Tra scherzi fatti e subiti con gli acerrimi nemici della Settimana Corta (coloro che tornano a casa per il weekend), lo studio serrato e le partite di basket, la vita dei ragazzi procede tra alti e bassi. Una grave accusa nei confronti della ragazza sconvolgerà gli equilibri e Miles si ritrova in bilico tra amicizia e primo amore.

Ho letto il libro anni fa, per cui l’ho ripreso in mano e l’ho letto di nuovo mentre guardavo la serie.

Forse 8 episodi sono un po’ troppi. A tratti è un po’ lento. Tranne il finale che in confronto al romanzo è affrettato. Nel libro le due parti, prima e dopo, hanno più o meno la stessa lunghezza di pagine, qui il prima dura 6 episodi ed il dopo solo 2.

Il conto alla rovescia è ansiogeno.

Per molti versi è similissimo al romanzo, per altri ci sono delle situazioni che hanno tempistiche diverse o che non esistono proprio.

Tipo il ballo delle debuttanti, il ballo di Natale e gli scherzi fatti per “vendicare” quello ai danni di Miles, che in realtà avvengono dopo e lo scherzo fatto per “vendicare” quello ai danni di Alaska, che è completamente differente.

Anche il conto alla rovescia è sbagliato. Qui il “fattaccio” accade molto prima.

Il campus sembra più quello di un campo estivo che quello di un collegio.

La colonna sonora è bellissima.

Kristine è perfetta. Bellissima e bravissima. A me Alaska non è mai stata simpatica, ma lei è davvero molto brava.

Non ho capito perché cambiare la storia del padre di Lara. Invece che medico in un paesino sperduto è un autonoleggiatore di limo. E mi dispiace che il doppiaggio italiano abbia completamente fatto sparire l’accento dell’europa dell’est della ragazza. Nonostante tutto Sofia Vassilieva è perfetta nel ruolo, dolcissima.

In generale non ho capito perché cambiare alcune tempistiche, sono comunque 8 episodi da circa 50 minuti l’uno, per cui di tempo per far svolgere le vicende il più similare possibile al libro ce ne era.

Mi è piaciuto che si sia approfondita la vita dell’Aquila e del prof Hyde. Tra l’altro sono state due storie molto tenere, nonostante il secondo non fosse affatto gay nel libro, ma il cambio ci può stare perché comunque fatto con criterio. E l’Aquila senza baffi era davvero un gran figo 😜

Il giorno del Ringraziamento è stato un po’ strano. Simile, ma non troppo. Poi il discorso di Dolores, la madre del Colonnello, ci poteva anche stare, ma boh, l’ho trovato un po’ troppo invadente. E la roulotte era enorme.

Non ho capito perché far lasciare Alaska con Jake già in autunno, facendolo sapere a tutti, e quindi cambiare il fattore clou della fatidica notte.

Una situazione migliorata rispetto a come è nel libro è stato lo scherzo di fine anno. Mi è piaciuto che nella serie tutti gli studenti partecipano attivamente allo scherzo e non solo contribuendo economicamente come nel libro.

Carino il fatto che Miles e Lara stiano guardando The O.C., serie creata dallo stesso Schwartz.

Altro easter egg:

I Babbi Natale di colore di Città di Carta ❤

Gli abiti e la fotografia più che il 2005 mi ricordavano il 1980. L’unica che si veste un po’ più anni 2000 è Lara.

Diciamo che per i teenager di oggi può sembrare un po’ antiquato.

Sapere del “fattaccio” fin dall’inizio poi non è una grande idea. Non c’è la suspence che invece c’è leggendo il libro.

Mchan