Felicità è: riabbracciare i nipotini (non più tanto ini) dopo quasi 2 anni.
(Nonostante ti sveglino alle 6 di mattina)
Mchan
Felicità è: riabbracciare i nipotini (non più tanto ini) dopo quasi 2 anni.
(Nonostante ti sveglino alle 6 di mattina)
Mchan
Felicità è:
Mio nipote piccolo che per il compleanno ha voluto un lettore Mp3 dove ha caricato i suoi artisti preferiti: i Queen, Led Zeppelin, gli Aerosmith ed i Pink Floyd. Perché a lui la mattina per andare a scuola serve la carica 😁😍👍🎧🎵🎸
Mchan
Siccome, per come la vedo io, San Valentino, e quindi tutto il mese di febbraio, è la festa degli innamorati non per forza delle coppie e basta, e siccome ci si può innamorare in svariati modi, il prossimo film parler dell’amore che c’è tra genitori e figli. Potrebbe essere banale, ma non lo è poiché il film che ho visto va a raccontare la storia di una coppia che non potendo avere figli ha deciso di adottarne uno e non sceglie il classico neonato, bensì un’adolescente. Una scelta davvero coraggiosa perché al giorno d’oggi sappiamo tutti quanto sia difficile essere dei genitori adottivi, e non, di un adolescente.
Il film in questione si chiama Instant Family.
Anno: 2018
Paese: Usa
Regia: Sean Anders
Genere: commedia, sentimentale
Cast: Mark Wahlberg, Rose Byrne, Isabela Moner, Octavia Spencer, Tig Notaro, Margo Martindale
Trama:
Pete ed Ellie decidono di adottare l’adolescente Lizzy, ma insieme a lei devono “prendere” anche i suoi due fratellini: Juan e Lita. La vita per la coppia cambia radicalmente. Tutti e tre i ragazzi hanno dei caratterini ben definiti e non facili da gestire, soprattutto la maggiore che ha sempre badato ai fratellini più piccoli e che ora non accetta l’autorità di Pete ed Ellie e di cui è anche un po’ gelosa. In più c’è’ anche lo spettro della madre biologica che si riaffaccia nella loro vita ed è decisa a riprenderseli. Alla fine si arriverà in tribunale e saranno i ragazzi a dover scegliere con chi stare.
Si ride moltissimo grazie alle molteplici gag e battute, soprattutto durante le riunioni dei genitori affidatari. Ma ci si commuove molto, specialmente nel finale, che non voglio svelarvi, ma durante il quale io ho versato molte lacrime di commozione. A me è piaciuto molto e mi è piaciuto molto che racconti in maniera anche abbastanza sarcastica le vicissitudini delle coppie che vogliono adottare dei bimbi.
Mchan
Il giorno seguente è il nostro ultimo giorno, abbiamo il treno alle h17 per cui possiamo approfittare solamente della mattinata.
L’intento era quello di andare alla chiesa di Saint Sulpice e poi passeggiare nel quartiere Latino ed attraverso Les Jardines de Luxembourg arrivare fino al Pantheon.
Ma ci siamo persi uscendo dalla metro per cui riusciamo ad arrivare alla chiesa dopo un po’ di girovagare, la visitiamo e poi andiamo ai giardini.
La cosa interessante di questa chiesa sono le due fonti di Pigalle.
Per il resto è tutto molto trascurato e gli affreschi anneriti. Peccato.
I giardini invece sono molto belli anche se non è il periodo dell’anno più ideale. Fortunatamente nella parte principale, quella con la fontana grande, ci sono molti cespugli con fiori, per il resto è un po’ spoglio.
Da qui arriviamo al Pantheon.
Io ci sono già entrata per cui rimango fuori mentre mio nipote grande insiste per entrare. E stavolta lo accontentiamo che già gli abbiamo negato salire sull’Arc de Triomphe, sulla Tour Eiffel e la visita a Versailles.
Troviamo un localino per pranzare a base di bagel (ed anche qui fanno un casino con le ordinazioni fatte in inglese che però non capiscono) e poi ci dirigiamo verso il Louvre.
Qui mio nipote piccolo fa una delle sue biricconate e “ruba” il posto a delle ragazze giapponesi per farsi la foto davanti alla piramide di vetro e naturalmente le tizie scoppiano a ridere divertite perché il piccolino si mette anche in una posa simpatica mentre io e mia cognata ci scusiamo a profusione. Che poi quando inizi a scusarti od a ringraziare un giapponese è quasi impossibile finirla.
In conclusione la vacanza è stata sicuramente meglio del previsto. Alla fine l’aparthotel era sì lontano dal centro città, ma ben collegato con la fermata della metro a circa 500mt e la stanza per me è mia madre era decente. Invece quella di mio fratello e family era minuscola. Naturalmente il bagno era sprovvisto di bidet ed il water era collocato in un cubicolo a parte, ma siamo in Francia, cosa possiamo aspettarci?
Le uniche pecche sono stati i pranzi e le attese la mattina che tra i miei nipoti ed i loro genitori non so chi perda più tempo nel prepararsi. Per il pranzo se fossimo state solamente mia madre ed io avremmo di sicuro optato per qualcosa di meno complicato tipo una baguette al volo da un fornaio, ma alla fine siamo riusciti a fare un bel giro della città, musei esclusi, ma lo sapevo già dato che quel lato della famiglia non è per nulla amante dei musei.
Mchan
Il giorno seguente mio fratello ha organizzato un tour in pullman. Il tempo continua a non essere dei migliori, ma fortunatamente quando saliamo smette di piovere per cui ci possiamo posizionare al piano superiore. Che poi stare al piano inferiore non ha molto senso sinceramente.
Il tour inizia e finisce a Notre Dame.
La prima volta che la visitai entrai anche dentro e ricordo che era molto buia, ma aveva davvero delle vetrate bellissime. Stavolta non ci si poteva minimamente avvicinare, c’erano delle transenne addirittura oltre la piazza.
Decidiamo di pranzare vicino all’Opera dato che dal nostro giro in pullman mio fratello ha visto che c’era un Five Guys, una specie di McDonald molto in voga a Londra.
Il teatro dell’Opera lo vediamo solamente dall’esterno, mentre la volta precedente ci sono entrata. E ne vale la pena.
Pranziamo e sconsiglio vivamente questo posto. Sul serio. Non so perché a mio fratello e famiglia piaccia tanto. Io l’ho trovato estremamente caro e complicato nell’ordinazione. Principalmente perché gli addetti non spiccicano una parola di inglese sebbene sia una compagnia britannica ed i prodotti abbiano nomi inglesi (hamburger, hotdog, ketchup…) e poi anche qui si ordina alla cassa (microscopica) e si va a ritirare poco più in là sempre chiamati per numero di ordinazione. E le bevande vanno prese ad una macchinetta self service, idem per le salse. No, non ci siamo. Una confusione pazzesca.
Finito di pranzare facciamo un giro alle Gallerie LaFayette soprattutto per vedere la cupola.
Anche più di dieci anni fa ci entrai per vederla, solo che stavolta hanno costruito una specie di pedana sospesa nel vuoto da dove puoi scattare delle foto ricordo.
Nonostante abbia le vertigini l’ho provata, ma non ho resistito molto.
Poi ci siamo diretti alla Tour Eiffel per ammirarla di giorno.
Foto del 2008
Ora non si può più arrivare fin sotto alla torre, è stata circondata da delle mura di vetro/plastica trasparente e vi si può accedere solo se muniti di biglietto per salire.
Mchan
Per arrivare alla Tour Eiffel decidiamo di passare per il Louvre.
Purtroppo c’era una specie di parata per cui il bus che avevamo preso ci lascia abbastanza lontano e ci facciamo moltissima strada a piedi, anche se nel frattempo vediamo moltissimi monumenti e posti interessanti.
Quando ero stata qui la prima volta la sera non sono uscita molto poiché avevo trovato un ristorante molto carino vicinissimo all’albergo per cui andavo sempre lì a cena e poi tornavo subito in stanza.
Però sono salita sulla Tour Eiffel di giorno ed anche se il tempo non era il massimo dello splendore la vista era pazzesca.
Champs de Mars
Trocadero
La seconda volta, un paio di anni più tardi, abbiamo fatto un giro della città by night e ci siamo fermati al Trocadero per ammirarla illuminata con la bandiera europea poiché eravamo nel periodo della Presidenza francese al Parlamento Europeo.
Stavolta le luci sono semplicemente bianche, ma ogni tanto sbrilluccicano ad intermittenza ed è davvero magico.
Purtroppo l’effetto non si può vedere da una foto e non sono capace di caricare i filmati, quindi immaginatevelo ;-P
Torniamo in albergo che sono circa le h21 e ceniamo con dei panini. Tristissimo.
Mchan
Eccovi svelata la meta del mio viaggio in famiglia.
Siamo io, mia madre, mio fratello, mia cognata ed i miei due nipotini di 12 e 7 anni.
Sono stata a Parigi altre 2 volte e devo dire che la prima non la batte nessuno.
Per questo il mio racconto avrà vari flashback.
In entrambi i casi vi sono arrivata tramite treno. La prima volta sono partita da Roma ed ho viaggiato di notte, quest’ultima siamo partiti all’alba dalla Germania e con un paio d’ore di TGV siamo arrivati a destinazione.
La prima volta ho alloggiato in un hotel vicino alla Gare de Lyon, abbastanza centrale, stavolta in un aparthotel vicino alla Fiera, lontano dal centro ma ben collegato.
Panorama dalla finestra del mio hotel
Ricordo che la prima volta come prima cosa sono arrivata a piedi fino a Notre Dame, stavolta abbiamo preso la metro e siamo scesi all’Arc de Triomphe. Purtroppo il tempo non era il massimo, mentre la prima volta era agosto per cui c’era un po’ di sole anche se ricordo che ha anche piovuto.
Scendendo gli Champs Elyseè ci siamo fermati a mangiare al McDonald. Ora, come tutti gli altri punti si può solo ordinare sugli schermi predisposti, ed è anche un bene per chi non parla benissimo se non per nulla il francese, il problema arriva quando devi ritirare l’ordinazione perché non c’è nessuno schermo con il numero, ma lo chiamano a voce. Per cui per prima cosa devi stare nelle vicinanze e questo crea una confusione pazzesca e poi devi conoscere i numeri in francese. E credetemi che non sono facili. In un locale nel centro città mi sarei aspettata più professionalità sinceramente.
Dopo mangiato non potevamo non fermarci al Disney Store dove ci controllano nemmeno fosse il palazzo presidenziale. Poi prendiamo un bus e ci dirigiamo verso Montmatre.
Sulla strada che percorriamo per salire sulla collina ci imbattiamo in questa vigna:
E’ l’unica rimasta di quelle che un tempo ricoprivano tutta la collina. Molto caratteristica.
Arriviamo al Sacre Coeur che purtroppo il cielo grigio.
Questa invece la foto scattata durante la mia prima visita ormai più di un decennio fa.
Decisamente tutta un’altra cosa ed è anche una delle mie foto preferite di sempre.
Una volta che usciamo dalla chiesa si è fatto tardo pomeriggio e quindi ci dividiamo dato che mio nipote più piccolo si è stancato abbastanza mentre io, mia madre e mio nipote più grande vogliamo vedere la Tour Eiffel illuminata.
Mchan
Il prossimo viaggio sarà una sorpresa, non tanto quanto nella località, ma nell’organizzazione dato che per la prima volta andremo in giro con mio fratello e co. (ovvero moglie e figli). Quindi ha prenotato e programmato tutto lui. Vedremo…
Abbiamo due modi differenti di vivere in generale ed in particolare di girare per una città. Quindi fatemi gli auguri che la vedo dura. 😒😣😓
L’unica cosa positiva è che per una volta non ho dovuto pensare a nulla se non a quello da mettere in valigia 😜
Mchan
Ps: fortunatamente la meta è una città che io ho già visitato ed anche abbastanza bene per cui parto avvantaggiata 😊
Felicità è: mio nipote piccolo che quando ci stavamo salutando mi dice: “Zia, lunedì mi accompagni a scuola?”
❤ ❤ ❤
Mchan
Il Boss delle torte
Questo è un libro autobiografico però narra anche del grande amore che il protagonista in primis e poi tutta la sua famiglia prova per il padre. Un padre che era il centro di tutto il loro mondo. Una figura quasi mistica a tratti. Ma anche questo è amore.
Seconda di copertina:
“Le torte di Buddy Valastro sono leggendarie, così come lo è stata la vita di suo padre, abile pasticcere, scomparso quando Buddy aveva solo 17 anni, lasciando a lui il compito di mandare avanti l’azienda. Nel suo commovente e divertente libro di memorie Valastro ci racconta come, tra mille traversie, la sua famiglia sia riuscita ad affermarsi negli Stati Uniti e come il boss delle torte abbia realizzato il suo sogno: portare la sua pasticceria ai massimi livelli, migliorando le ricette tradizionali e lanciandosi in un settore nuovo come le eccezionali torte a tema che l’hanno reso famoso in tutto il mondo. Le sue creazioni pluripremiate sono state presentate in molte occasioni sulle principali riviste dedicate al matrimonio ed alla cucina, mentre servizi che si occupano di Buddy e della pasticceria Carlo’s sono apparsi sulla stampa americana ed in popolari trasmissioni televisive. In Italia il canale Real Time gli dedica ben tre programmi”
Quarta di copertina:
“Avventure e disavventure de pasticciere più famoso d’America, tra clienti vip e torte al di là di ogni immaginazione”
“La mia famiglia affonda le sue radici in Sicilia, ed in questo libro racconto la storia del successo con la pasticceria Carlo’s. Ma leggerete anche delle difficoltà affrontate dagli immigrati, dei legami familiari, dell’amore, dei momenti tristi. Il tutto condito da parecchi episodi esilaranti”
“Il boss delle torte parla di vita, amore, trionfi e sconfitte, ma anche di ciò che avviene dietro le quinte della produzione di paste, torte, crostate e cupcake. Il libro, ricco di aneddoti rivelatori sulla famiglia, il duro lavoro ed il successo di Buddy, presenta anche le intramontabili tecniche di pasticceria che sono alla base dei suoi capolavori dolciari”
“Con le principali ricette, i trucchi ed i consigli preziosi del boss, pre preparare a casa vostra i biscotti, le paste, le torte e le cupcake più celebri di Caro’s”
Mchan