Summer Book parte 3

London in love by Melinda Miller

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Quarta di copertina:

“Per vivere un grande amore bisogna sfidare il destino…”

“Una storia romantica e frizzante per tutte le donne che sognano di trovare l’uomo giusto dall’alto di un meraviglioso tacco 12”

“Lisa, trent’anni (o poco più), un fidanzato storico che l’ha appena lasciata e una gran voglia di ricominciare. E forse è possibile: trasferirsi a Londra, per un anno, a casa di un’amica. E poi chissà… Michele, trent’anni (o poco più), una fidanzata storica che sta per sposare, una vita da broker ed una gran voglia di stabilità. Il suo sogno: lasciare Londra, dove lavora, e rientrare in Italia. E poi chissà… Le strade di Lisa e Michele si incrociano sul volo Milano-Londra (vicini di posto, si detestano all’istante), per dividersi a Heathrow. Ma il destino li farà incontrare di nuovo, a Notting Hill, tra gli scaffali della boutique di scarpe vintage dove Lisa lavora…”

“Dietro lo pseudonimo di Melinda Miller si cela una coppia italiana che da tempo vive in Inghilterra. Si sono conosciuti in aeroporto, si sono innamorati a Londra, si sono sposati e poi hanno deciso di raccontare una storia d’amore simile alla loro con un pizzico di fantasia in più nel loro romanzo London in love. Dopo il successo del primo libro ci hanno preso gusto ed hanno continuato a scrivere”

Pagina del titolo:

“C’è un’unica certezza nella vita di una donna.

Riposa nei loro armadi: sono le scarpe.

Si può ingrassare o dimagrire.

Perfino crescere o rimpicciolirsi,

ma i piedi, solo quelli resteranno sempre uguali”

A parte che per me questa certezza non c’è: i miei piedi si gonfiano e si sgonfiano anche nel giro di un paio di settimane. Mi è capitato di comprare un paio di scarpe che mi stavano alla perfezione e poi quando sono andata a metterle non mi entrassero. E continuano a non entrarmi, io ogni tanto ci provo pure a riprovarmele, ma nulla. E sono anche un paio autunnale comprate in giugno. Vabbé…

Anche la trama data dall’editore non è proprio affidabilissima: fidanzato storico uno con cui è stata circa tre anni??? E non si tratta di un anno ma di un mese, almeno quello che dice all’amica, poi che voglia rimanerci di più è anche vero, ma non mi pare sia specificato il tempo. Sono un pochino puntigliosa? Sì, un libro in genere si compra leggendo la trama in quarta o seconda di copertina e non è molto carino scrivere cose non veritiere. E’ un po’ una pubblicità ingannevole.

La storia è comunque carina. Senza troppe pretese, giusta per una lettura estiva o di svago, infatti l’ho finito in un paio di giorni. Anche se il personaggio della fidanzata di lui è odioso. Ed è irritante come la sopporta lui. Sarà che è completamente lontana dal mio modo di essere, ma una così io l’avrei mandata al diavolo già alla prima ora di soggiorno. Praticamente lo va a trovare a Londra in mezzo alla settimana e quindi pretendendo che lui le dedichi del tempo, ma lui è lì per lavorare, e poi si fa portare in giro a fare shopping facendosi pagare tutto da lui, anzi, quando lui è chiamato in ufficio per un’emergenza si fa anche lasciare la sua carta di credito. E naturalmente non va a fare compere da H&M. Per non parlare della storia dell’anello di fidanzamento. Altro che proposta, io mi sarei rimangiata tutto e l’avrei messa sul primo aereo, altro che.

Sui due protagonisti niente da dire. Molto carini. Anche se il finale è un po’ appeso, sembra che manchi qualcosa, che ci sia un seguito che però, al momento, non c’è.

Barcellona mi amor by Melinda Miller

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Questo è una specie di seguito del libro precedente dato che uno dei coprotagonisti vi appare. Mentre Lisa&Michele non vengono nemmeno nominati.

Seconda di copertina:

“A Barcellona, il 23 aprile è il giorno di Sant Jordi, la festa degli innamorati e dei libri. Chi si ama si scambia un regalo: le donne ricevono una rosa, gli uomini un libro.

Proprietaria della libreria Bésame Mucho, Paloma ama quel giorno più di ogni altro, e sa consigliare sempre il libro perfetto da regalare, specialmente se si tratta di un dono che deve “valere” come dichiarazione d’amore. Eppure, lei, l’anima gemella non l’ha ancora incontrata…

Enrique è un uomo affascinante, giornalista affermato con una passione smodata per la buona cucina ed un segreto che custodisce gelosamente. Anche lui si troverà a festeggiare Sant Jordi e, alla ricerca di un regalo per la sua compagna, entrerà nella libreria di Paloma. Ma il destino, un misterioso taccuino vergato a mano ed una rosa stuzzicheranno la sua curiosità sino a travolgerlo e fargli conoscere il vero amore…

Con loro, sullo sfondo dell’incantevole capitale catalana, incontrerete personaggi indimenticabili che, tra tapas e sangria, vi contageranno a tal punto da farvi dire: Barcellona mi amor!”

Quarta di copertina:

“Una libreria, una rosa, un grande amore”

“Tesoro, l’amore non è strategia. Non è una battaglia navale, in cui conoscendo l’avversario puoi intuire dove posizionerà la portaerei. L’amore è una ricetta strana, in cui destino, istinto, coraggio e voglia di ricominciare sono mescolati senza preavviso. L’amore è cuore, non è cervello. Il tuo cuore dove ti porta?”

Qui la trama scritta in seconda di copertina è molto più attendibile. Ma è anche molto simile al libro precedente. Soprattutto la caratterizzazione dei personaggi. Lei e Lisa hanno lo stesso approccio nel loro ambiente di lavoro e lui e Michele hanno la stessa passione per la cucina.

Solo che questi due sono anche leggermente più irritanti. La storia di lei che crede nel grande amore e negli amori riempitivi nel frattempo a me ha infastidito. Sarà che io non ci credo affatto. Non penso sia carino stare con una persona sapendo già dall’inizio che quel tipo di relazione non porterà a nulla. Meglio stare da sola. E lui poi era di un arrogante e presupponente a volte. E poi non ho capito perché tutto quel problema sul suo segreto. Neanche fosse stato un criminale o nascondesse una doppia indentità. Spoiler: firmava le sue critiche gastronomiche con uno pseudonimo. Il tutto per tutelarsi, e secondo me faceva anche bene perché quando un critico va in un ristorante e viene riconosciuto lo trattano sempre meglio di come tratterebbero un normale cliente.

Troppo divertente la scena di lei ed il suo fidanzato socialaddicted al ristorante.

Anche questo è un libro da lettura di svago. Belle le descrizioni dei posti più caratteristici di Barcellona, a me ha fatto venire nostalgia e voglia di tornarci! Oltre che di andarmi a rivedere le foto 😉

Mchan

 

Libri Barcellona

L’unico libro che ho letto che riguarda questa città è La chiave Gaudì di Esteban Martìn e Andreu Carranza. Il genere è un giallo/thriller che si basa sulle opere architettoniche di Gaudì. Molto bello da leggere se già si è stati a Barcellona perché rievoca le atmosefere, per chi non ci è stato sarà un pochino più difficile capirlo perché tutta la trama è incentrata sui dettagli delle sue opere ed anche se sono ben descritti il ricordo è tutta un’altra cosa rispetto all’immaginazione.

Vi riporto la seconda di copertina:

Barcellona, inizi del Novecento. Logge e società segrete trasformano la città nella capitale dell’esoretismo, e Antoni Gaudì, il creatore del fantastico Parc Guell (scusate ma sulla mia tastiera non trovo la u con i due puntini sopra) e delle bizzarre case moderniste, ricopre un ruolo chiave nell’ambito di una profezia millenaria. Tanto da celare nella Sagrada Familia, la più importante e simbolica delle sue opere, una reliqua che ha il potere di decidere le sorti dell’umanità.

Barcellona, ventunesimo secolo. La profezia deve giungere a compimento. La missione ricade sulla giovane Marìa che raccoglie le ultime volontà del nonno, il bambino che aveva assistito alla tragica morte di Gaudì. Trascinata suo malgrado in una vicenda più grande di lei, la ragazza è diventata “la prescelta”: di cosa, e perché, dovrà scoprirlo battendo in velocità e astuzia uomini che non si fermano davanti a nulla. Ma non è sola. C’è Miguel – un affascinante matematico -, ci sono i Moria, una confraternita più antica degli stessi Templari, e votata alla stessa causa. In una lotta contro il tempo, Marìa percorre la città guidata dal simbolismo magico del grande artista catalano, comprendendone via via i reali significati, fino alla rivelazione ultima, in una sconvolgente scena sotto le volte della celeberrima cattedrale. Uno straordinario romanzo su un architetto geniale e il mistero della sua opera.

“Una trama in cui si gioca con gli spunti suggeriti dall’architettura di Gaudì. Un thriller che ha il respiro del Codice Da Vinci” El Paìs

Mchan

Barcellona parte 5

Ultimo posto in cui sono stata è il Park Guell. Ed è il mio preferito!!!

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Si trova nel quartiere di La Salut, abbastanza lontano dal centro ma vale la pena farci un salto! 😉

E’ proprietà municipale dal 1922.

Fu commissionato agli inizi del 1900 da Eusebi Guell il cui intento era quello di costruire un grande complesso urbano ispirato al concetto di città giardino. I lavori però furono interrotti per l’insoddisfazione del suo committente.

Comunque in solamente 14 anni si riuscì ad edificare le due villette poste all’ingresso principale che ricordano molto delle casette di marzapane con i tetti in glassa di zucchero e caramelline colorate.

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Oggi sono adibite a museo e negozio di souvenir dove si possono trovare dei bellissimi libri sull’architetto e le sue opere.

Dopo di che si trova una scalinata a doppio senso e di tre piani.

Al centro di quello più basso si trova una sorta di fonte rocciosa, in quello di mezzo un ornamento con lo scudo della catalogna dal quale fuoriesce un canello dalla forma di testa di serpente, mentre sull’ultimo una fontana a forma si salamandra colorata a mosaici.

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La scalinata porta ad un colonnato dorico che sorregge la piazza e che era destinato al luogo di mercato. Bellissimo il soffito composto da pezzi di ceramica bianca incastrati a mosaico e da cerchi ornamentali, sempre in ceramica a mosaico, che raffigurano soli, meduse, polipi, etc…

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La piazza è caratterizzata da una lunghissima panchina serpeggiante che la costeggia.

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La panchina è decorata con mosaici di ceramica di forme e figure astratte e coloratissime.

Nella parte settentrionale del parco si trovano delle “grotte” formate da rocce scolpite a forma di radici, sembra di essere in una foresta incantata.

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Mchan

Barcellona parte 4

Come non parlare della Sagrada Familia? L’opera più maestosa ed tutt’oggi rimasta incompiuta del grande architetto.

Gaudì vi lavorò dal 1883 alla sua morte. Ma comunque non riuscì a finirla ed i lavori sono tuttora in corso d’opera. Ciò principalmente perché le sue ultime volontà furono che i lavori venissero finanziati tramite donazioni di beneficienza e poi anche perché non lasciò un veor progetto bensì solamente vari bozzetti, a volte anche discordanti tra di loro. Per cui è tutt’oggi un cantiere aperto.

E’ un’opera complessa sia visivamente che concettualmente.

La sua simbologia è legata a moduli numerici: 3 facciate (Natività, Passione, Gloria di Cristo), 3 porte principali (le virtù teologali: Fede, Speranza e Carità), 1 torrione centrale (Cristo) circondato da 4 torri (Evangelisti), altre 12 torri sulla facciata della Natività (Apostoli) ed 1 torre absidale (la Vergine).

La facciata più bella secondo me è quella dedicata alla natività (che si trova sul retro). Lo stile è gotico ma sembra più un castello di sabbia. E’ difficile da spiegare a parole.

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La simbologia è importantissima, ogni dettaglio è in quel posto per un determinato scopo e significato. Per esempio le tartarughe che costituiscono il piede delle colonne della facciata sono comunemente viste come l’animale che sorregge l’universo. Le scale all’interno delle torri sono a chiocciola e ricordano appunto l’interno del guscio di una lumaca.

L’altra facciata, quella che dà direttamente sulla strada, è detta della Passione e sinceramente la vedo più fredda.

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Vediamo rappresentato in scultura appunto la passione di Cristo fino alla sua crocifissione.

La terza facciata non l’ho vista 😦

Purtroppo non ho visto nemmeno l’interno ma so che ci sono delle colonne bianche alte 21 metri che sembrano dei lunghissimi alberi di palme. E delle bellissime vetrate colorate.

Mchan

Barcellona parte 3

Il quartiere gotico è il luogo in cui si trova la Cattedrale della città ed in cui si può ancora vedere la struttura del castrum romano con le due direttrici principali che si incontrano in quello che doveva essere il Foro.

Piccola curiosità: ci sono molti resti romani nel sottosuolo e quando riemergono a causa di lavori urbanistici (tipo la costruzione di nuovi tragitti metropolitani, ne hanno ben 9!!!) tendono a lasciarli (o ricollocarli dopo i lavori) dove sono e metterci sopra un pavimento in vetro o plexiglass trasparente in modo che ci si può passare sopra tranquillamente e nel contempo ammirare i resti archeologici.

La Cattedrale sorge sul punto più alto della città vecchia: il Mons Taber. La sua costruzione iniziò intorno al 1300 e finì nel 1459. L’esterno è in stile gotico catalano e la porta è uno degli elementi più antichi.

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L’interno ha tre navate e le volte a crociera, le finestre sono del 1300. Le cappelle sono tutte chiuse da cancellate. Nella navata maggiore il coro ha rilievi marmorei scolpiti da uno degli allievi di Michelangelo. Il presbiterio poggia su una cripta trecentesca al centro della quale si trova il sarcofago di Sant’Eulalia.

Il chiostro ha al centro la fontana delle oche ed è rigoglioso di palme e magnolie.

 

Mchan

Barcellona parte 2

La via più famosa è sicuramente La Rambla.

Il suo nome deriva da Ramla, sabbia in arabo. Ciò perché nel medioevo era il letto di un torrente.

E’ lunga 1180metri e si divide in vari spezzoni. Alcuni sono pieni di edicole, altri di bancarelle di uccelli o di fiori, altri di edifici importanti, altri di locali di ristoro, ma quasi tutti sono affollati da artisti di strada.

Il mercat de la Boqueria è stato edificato sul sito di un convento carmelitano. Risale al 1840, ma fu coperto solamente 30 anni dopo.

Alla fine, verso il mare, si trova Plaça de Catalunya. Qui si trovano i grandi magazzini chiamati El Corte Inglés e l’ufficio del turismo della città. Al centro si trovano giardini e fontane.

La città vanta una spiaggia che si chiama Barceloneta ed è molto pulita per essere così centrale.

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Sul lungomare si affacciano molti locali e ristorantini tipici spagnoli. I prezzi sono un pochino alti, ma l’atmosfera è molto suggestiva.

Mchan

 

Barcellona

Ci sono stata in estate, pieno luglio, ma il caldo non si sentiva poi molto, fortunatamente lì l’umidità è bassissima. Comunque anche in primavera il clima è ottimale.

Prima, e forse unica, cosa importante: questa è la città di Gaudì per eccellenza. Ci sono sue testimonianze artistiche in ogni dove. Perfino alcuni lampioni sono stati progettati da lui.

Infatti la prima cosa che ho notato arrivando nel centro della città è proprio una sua casa (od un edificio ispirato alle sue opere, non saprei dirlo con certezza che ero sul pullman).

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Le altre due case progettate da Gaudì che ho visto sono la casa Millà, o la Pedrera, e la casa Batllò. Entrambe del primo decennio del 1900 e situate nel Passeig de Gràcia.

La prima è stata commissionata da un importante uomo d’affari della città ed è ritenuta una delle opere più provocatorie dell’artista.

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La struttura è stata concepita come una gigantesca scultura che segna il trionfo della curva e presenta dei muri portanti interni che tolgono il peso alla facciata in pietra ondeggiante. Le ringhiere dei balconi sono in ferro, le disegnò Gaudì e la prima la forgiò lui stesso.

Al primo piano sono allestite mostre temporanee, mentre nel piano alto si trova l’Espai Gaudì, mostra sulla vita e l’opera del grande architetto. Si può visitare anche la terrazza.

La seconda, la casa Batllò e la mia preferita, la restaurò per l’industriale Josep Batllò Casanovas.

I concittadini dell’epoca la battezzarono “casa delle ossa” o “casa degli sbadigli”.

La facciata è ricoperta da dischi di ceramica e da vetri istoriati, nella parte bassa la pietra arenaria di Montjuic fu scolpita con forme sinuose. Nell’interno i dettagli, quali le scale, le porte ed i caminetti sono in legno d’ebano mentre i dischi di pasta vitrea che decorano le porte ricordano i colori della facciata.

Il tetto è costituito da delle squame che ricordano la pelle di un drago. I comignoli sono rivestiti di ceramica e vetro istoriato.

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Mchan