Mchan
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Gaeta
Questo piccolo comune nel basso Lazio ha una storia molto antica dato che se ne parla già nell’Odissea di Omero.
Avvantaggiato dalla locazione a picco sul mare, con un porto praticamente naturale, e circondato da monti, è stato luogo di molte dimore fortezza. La sua equa distanza da Roma e Napoli l’ha resa una città indipendente da entrambi i governi, tanto da coniare delle proprie monete e promulgare propri statuti civici. Fu anche una Repubblica marinara.
Il suo centro storico si trova dentro le vecchia mura e vi si può accedere dal lungomare Caboto tramite tre porte.
La prima chiesa che si trova sul cammino è quella della SS. Annunziata del 1321.
Proseguendo si arriva a Palazzo De Vio, sede di una mostra permanente di opere artistiche quali affreschi, tavole e tele del Medioevo.
Il Duomo risale al X-XI secolo, ma venne consacrato solo nel 1106. Conserva i corpi dei Santi Erasmo, Marciano, Probo, Innocenzo, Casto, Secondino, Albina ed Euporia.
Il suo campanile è alto 57metri ed il suo basamento è composto da blocchi provenienti da monumenti romani. (foto 5)
Il castello è in cima ed a precipizio sul mare. Può dividersi in due parti: quella superiore, “aragonese”, e quella inferiore, “angioino”. Nella parte superiore vi sono tre torri cilindriche agli angoli. Risale all’epoca normanna, fu distrutto nel 1229 e ricostruito una cinquantina di anni dopo. (foto 2)
Proseguendo sulla via Angioina si giunge alla chiesa di San Francesco, neogotica. Edificata dopo il 1850 fu aperta al culto solamente nel 1927. (foto 1)
Si eleva su di una alta scalinata formata da due rampe con al centro una statua che rappresenta La Religione. La facciata è ricca di statue mentre il timpano è sormontato dalla statua di San Francesco benedicente.
Fortunatamente il tempo era buono, abbiamo fatto una bella passeggiata, abbiamo pranzato a base di pesce ed in generale siamo state bene, solo che anche se era in mezzo alla settimana il luogo era abbastanza deserto.
Nessuna chiesa era aperta. Nessun negozio era aperto, se non un fruttivendolo.
Anche di ristoranti aperti ce ne erano pochi, nessuna pizzeria o spizzicheria. Sembrava quasi un borgo fantasma se non fosse per una scuola materna dalla quale arrivavano le grida dei bambini ed un istituto nautico dal quale sono usciti i ragazzi per pranzare al nostro stesso locale.
Lungomare molto bello. Pulito, con panchine e molto verde. Davvero piacevole passarci del tempo. (foto 4)
In piena estate sicuramente, od almeno lo spero per loro, ci sarà molta più vita, però è stato ugualmente un peccato non trovare praticamente nessuno nei vicoletti.
Mchan
Auguri!!!
Auguri
Auguri!
Emily in Paris

Anno: 2020
Paese: Usa
Genere: commedia, sentimentale
Episodi: 10, 1 stagione in corso
Cast: Lily Collins, Ashley Park, Philippine Leroy-Beaulieu, Lucas Bravo, Camille Razat
Trama: Emily è l’assistente di una donna in carriera che sta per partire per Parigi dove rimarrà per lavoro un intero anno. Solo che alla vigilia della partenza si accorge di essere incinta così rinuncia all’incarico ed esso va ad Emily, anche se non conosce una sola parola di francese.
Fortunatamente la trama è leggermente diversa da quella rilasciata come promo, che leggere di una 25enne mandata a Parigi ad occuparsi di un intera azienda era abbastanza sconcertante. Sì che è abbastanza usuale vedere nei prodotti televisivi che negli Stati Uniti si fa carriera da giovanissimi, praticamente subito dopo essere usciti all’università, anche se non penso sia realmente così, ma almeno qui si è cambiata un po’ la rotta.
Il primo episodio non è pieno stereotipi, di più. Che poi i francesi si siano leggermente, ma nemmeno tanto, offesi mi pare il minimo, ma secondo me non ne escono bene nemmeno gli americani. A parte una buona dose di ignoranza degli autori (vedi il fumare in ufficio che sarebbe vietato, o comunque il fumare tutti indistintamente, io ci sono stata l’anno scorso a Parigi e tutti questi fumatori non li ho visti), esce anche una certa arroganza di fondo degli americani (e pensare che tacciano i francesi di essa). Per esempio nella scena in cui Emily sbaglia il piano perché negli Usa il piano terra non esiste, invece di incassare la spiegazione del tizio che la sta accompagnando lo apostrofa come “strano” in tono negativo. A casa mia si dice: “Paese che vai, usanze che trovi”. Io sono stata un mese in Irlanda e mi faceva strano quando dovevo attraversare guardare prima a sinistra e spesso lo dimenticavo, ma di sicuro non inveivo contro gli automobilisti se mi suonavano il clacson, quando non rischiavano di mettermi direttamente sotto. In generale lei è davvero fastidiosa. Non ha imparato il francese, e va bene che aveva poco tempo, ma non coglie quando la correggono ed invece di preoccuparsi di iscriversi ad un corso pensa solo a passeggiare per la città e farsi foto con sfondi panoramici incantevoli. E se da una parte è vero che i francesi sono molto restii a parlare una lingua che non sia la loro, ed io ve lo posso affermare conscientemente dato che sono stata oltralpe almeno 5volte e fortunatamente un po’ di francese lo mastico che nemmeno al McDonald’s in pieno centro riescono a capire l’inglese. Dall’altra parte è anche sì vero che gli americani pensano che l’inglese lo parlino tutti nel resto del mondo, cosa avvalorata dalle loro produzioni televisive e cinematografiche in cui scorazzano in giro per il mondo e li capiscono tutti, perfino il contadino del posto più sperduto. Quindi tra le due “fazioni” non saprei proprio quale scegliere. Fortuna che gli episodi durano una mezz’oretta, anche perché non è che abbiano chissà quale trama. Tuttavia dal primo avrei sperato un qualcosa di più. Potevano risparmiarci l’incontro con il vicino di casa belloccio che è palese al 99% che sarà il nuovo interesse amoroso della protagonista, e pure la tata/nuova amica che caso strano è mezza americana pure lei. Se si fosse trovata un’amica francese sarebbe stato più carino.
Gli outfit della Collins (deliziosa) sono carini, anche quello scelto per andare al lavoro il primo giorno, anche se molto da turista con la Tour Eiffel stampata sopra, però molto in linea con il carattere della protagonista.
Unica scena sensata quella tra lei ed il nuovo collega con i capelli bianchi, mi pare si chiami Luc, in cui lui le fa notare che anche se loro sono stati non tanto gentili anche lei ha le sue colpe ovvero una visione ristretta e piena di pregiudizi nonché una diversa attitudine al lavoro. Tra l’altro è anche poco empatica, arriva in un nuovo posto di lavoro, con una qualifica per la quale non ha i requisiti, e pretende che siano tutti gentili e disponibili con colei che da quanto ho capito è lì perché la società per cui lavora vorrebbe prendere il controllo su quella parigina.
Tuttavia, non felici di essersi inimicati una buona parte di francesi si sono inimicati anche i loro stessi compatrioti con una battuta infelice sulla qualità della pizza di una catena di Pizzerie di Chicago. Complimenti. Inventarsi un nome a caso, no?

Continuerò la visione, sperando non continuino con la gara a chi sia migliore tra Usa e Francia, giusto perché ogni episodio dura una mezz’oretta ed è facile incastrarlo in qualche momento morto della giornata.
Mchan
Ps: a difesa della comedy ho letto che si tratta appunto di una commedia, però vedere tutti, ma proprio tutti i personaggi francesi così negativi non è una cosa carina a mio avviso. Che poi secondo me neanche la protagonista sia il massimo della simpatia è un altro conto. Ed il fatto che la interpreti Lily Collins che è considerata adorabile (anche dalla sottoscritta) la rende immune dalle critiche della rete perché non ne ho letta mezza.
Auguri!
Mchan
Primavera!!!
My lovely song
Quest’anno sono stata abbastanza in fissa con gli Imagine Dragons. Li ascoltavo a ripetizione quando andavo a lavoro.
Comunque mi sono innamorata di questa canzone fin dal primo ascolto:
Testo:
Casually and confident lookin’ at the mess I am
But still you, still you want me
Stress lines and cigarettes, politics and deficits
Late bills and overages, screamin’ and hollerin’
But still you, still you want me
You’re shattered on the ground
But still I find you there
Next to me
And oh, stupid things I do
I’m far from good, it’s true
But still I find you
Next to me (next to me)
Overlook the blooded mess, always lookin’ effortless
And still you, still you want me
I got no innocence, faith ain’t no privilege
I am a deck of cards, vice or a game of hearts
And still you, still you want me
You’re shattered on the ground
But still I find you there
Next to me
And oh, stupid things I do
I’m far from good, it’s true
But still I find you
Next to me
I know it isn’t easy
But I hope to be worth it (oh)
So thank you for taking a chance on me
I know it isn’t easy
But I hope to be worth it (oh)
You’re shattered on the ground (shattered on the ground)
But still I find you there
Next to me
And oh, stupid things I do (stupid things I do)
I’m far from good, it’s true
But still I find you
Next to me (next to me)
Auguri!!!
Mchan