Burden of truth

Anno: 2018-2021

Paese: Canada

Episodi: 34, 4 stagioni, finito

Genere: drammatico, procedural

Cast: Kristen Kreuk, Peter Mooney, Star Slade, Nicola Correia-Damude, Meegwun Fairbrother, Anwen O’Driscoll, Sarah Thompson, David Lawrence Brown

Trama 1a stagione: Joanna è un brillante avvocato di città che torna al suo paese natale, Millwood, per una causa che hanno intentato contro un suo cliente. Il caso è semplice, infatti vince subito, ma poi le cose si complicano e si ritrova a voler parteggiare per la parte avversa.

Trama 2a stagione: Joanna lavora presso un nuovo studio legale nella città di Winnipeg, ma l’arresto della sua sorellastra per l’omicidio del padre la riporta a Millwood.

Trama 3a stagione: Joanna ha un proprio studio legale a Winnipeg, ma in una riunione di ex alunni incontra una sua vecchia amica che ha bisogno del suo aiuto così torna di nuovo a Millwood.

Trama 4a stagione: Joanna & Billy sono a Millwood per una causa contro la riapertura di una vecchia miniera di oro.

La prima stagione è stato abbastanza interessante e coinvolgente. Bel caso, bei personaggi secondari, bel conflitto interiore della protagonista. Unica pecca è che invece che nel 2020 sembrava di stare nel 1980, con ancora delle ragazzine discriminate e bullizzate solo perché malate. In una piccola comunità avrei gradito ed asupicato più empatia.

Anche la seconda non è stata male, a parte la prima metà che è stata lenta e sembrava non portare a nulla se non poi coinfluire con la trama più interessante del caso di omicidio.

La terza è stata lenta dall’inizio alla fine, con delle scelte di trama troppo ripetitive o stupide. Tipo l’amica che continuava ad andarle contro perché il tutto non si risolveva in due minuti come voleva lei, ma nel frattempo continuava a nasconderle dei fatti inerenti alla causa, davvero irritante. Lei la stava aiutando gratuitamente ed invece di ringraziarla la rimproverava di continuo. Oppure tutta la sottotrama del penultimo episodio che non ha aggiunto nulla a quella principale. Per non parlare della visita dei servizi sociali a casa di Joanna quando era incinta di nemmeno 8 settimane mi pare, per cui in teoria poteva pure non volerlo tenere e lei da avvocato li fa pure entrare pur sapendo che era un’intimidazione della controparte e che avrebbero aperto un fascicolo a proposito. E riguardo a ciò io sono rimasta scioccata dal fatto che i servizi sociali in Canada arrivino da chiunque solamente grazie ad una telefonata. Allora se ad uno sta sulle scatole un vicino può mandargli i servizi sociali un giorno sì e l’altro pure che tanto qualcosa di storto lo trovano di sicuro perché nessuno è perfetto. Soprattutto se il bambino nemmeno è nato. E tutto quel dare credito alla parola dell’ex capo della polizia che è stato indagato e condannato per omicidio, anche se ha scontato pochissimo, è stata una pessima scelta di scrittura.

La quarta è partita malissimo dal primo episodio per la scelta di un’ennesima scusa per poter far stare i protagonisti a Millwoood invece che nella città di Winnipeg dove hanno lo studio legale. A questo punto potevano farli trasferire e basta. Non è molto credibile che ogni anno, perché è questo il periodo di tempo che fanno trascorrere tra una stagione e l’altra, accetino un caso in quel posto così lontano da dove hanno lo studio. L’unica cosa positiva è come la trama giuridica della protagonista vada a fondersi con quella poliziesca dei personaggi secondari. Anche se è avvenuto nel corso degli ultimi episodi e si è risolto troppo in fretta.

Una cosa che non mi è piaciuta in generale è l’assenza di chimica tra i due protagonisti. Non so se perché lei debba essere sempre così fredda o perché i due non si sopportassero, però ho trovato Peter Mooney adorabile (forse anche perché ho un debole per i tipi così, i ragazzi della porta accanto con una bellezza nella norma, ma quel non so che che ti affascina) e lei davvero molto forzata nelle scene insieme. Pochissime effusioni e tutte molto tiepide, dialoghi al di fuori del lavoro quasi assenti dalla seconda stagione in poi. Mah…

Altra cosa è l’astio che hanno tutti gli abitanti di Millwood per la protagonista solo perché è la figlia di un uomo che ha rovinato la vita a molti di loro, ma lei che colpa ne ha che quando è successo era poco più di una bambina? Si prende addirittura un pugno in faccia per questo. Ma scherziamo? Tra l’altro nessuno ha il fegato di dirle cosa ha fatto realmente il padre di così terribile da essere odiato da praticamente tutti. E poi continuano ad odiarla anche per aver fatto chiudere l’acciaieria. Ok, molti hanno perso il lavoro, ma quelli stavano inquinando i terreni del circondario con dei rifiuti tossici, delle ragazzine si sono ammalate in modo irrimediabile e la gente difende comunque la fabbrica. Mah…

Il mio personaggio preferito è sicuramente il poliziotto, poi capo della polizia, Owen Beckbie, sempre in bilico tra dovere ed appartenenza alle sue origini, ma riesce a trovare un equilibrio rimanendo se stesso e mi piace molto.

Il finale con con un lieto fine per tutti va bene dato che non è stata rinnovata. In questo modo si dà una conclusione felice per tutti.

Mchan