Versailles

Anno: 2015-2018

Paese: Francia, Canada

Episodi:  10 a stagione, 3 stagioni, conclusa

Genere: drammatico, in costume, storico

Cast: George Blagden, Alexander Vlahos, Tygh Runyan, Stuart Bowman, Amira Casar, Evan Williams, Nomie Schmidt, Anna Brewster, Sarah Winter, Elisa Lasowski, Pip Torrens, Suzanne Clment, Maddison Jaizani, Jessica Clark

Trama: la vita del Re Sole, Luigi XIV, dal momento in cui ha deciso di costruire la reggia di Versailles fino alla vittoria sui protestanti.

Bello, bello, bello.

Ora non so quanto accuratamente sia stata rispettata la storia, da quello che mi ricordo hanno incluso più o meno tutto, ma tra le location, i costumi, la scenografia, la fotografia e le parrucche, era tutto davvero bellissimo. Soprattutto un plauso per le parrucche che di solito sono orrende mentre qui erano davvero stupende. Specialmente quelle principali. Ogni volta che apparivano Luigi e/o Filippo ero lì affascinata dai loro capelli. Molto più belli e ben curati di quelli delle donne.

Certo, che come location se hai la reggia di Versailles non puoi proprio sbagliare, ma anche le camere interne, sicuramente ricostruite, erano davvero ben fatte.

Alcuni episodi scorrono più veloci e fluidi di altri, ma c’è sempre la curiosità di sapere cosa accadrà, anche se la storia, a grandi linee, è abbastanza conosciuta.

Unico appunto i numerosi nudi integrali femminili. Oddio, nelle serie in costume ce ne sono sempre parecchi, però alcuni erano davvero fuori luogo. Soprattutto se paragonati a quelli maschili. Integrali di fronte inesistenti, sempre coperti da qualcosa, mentre per le donne non valeva lo stesso principio. A me non piacciono nè gli uni nè gli altri se non sono indispensabili, però gradirei un pari trattamento. E vabbhè…

Personaggio preferito: la principessa Elisabetta Carlotta del Palatinato. Davvero molto simpatica ed in qualche modo “moderna”.

Personaggi detestati: a parimerito lo Chevalier de Lorraine e Madame de Montespan. Praticamente identici nel loro essere degli amanti narcisisti, egoisti, arrivisti e presuntuosi. Entrambi sfruttano il loro ascendente per avere quello che vogliono e prevalere su tutto e tutti. Come trattano le altre persone è irritante ai massimi livelli.

Plauso anche alla musica della sigla.

Mchan

40 sono i nuovi 20

Anno: 2017

Paese: Usa

Genere: commedia, drammatico, sentimentale

Regia: Hallie Meyers-Shyer

Cast: Reese Witherspoon, Michael Sheen, Lake Bell, Nat Wolff, Candice Bergen, Pico Alexander, Lola Flanery, Jon Rudnitsky, Josh Stamberg

Trama: Alice è una neo quarantenne appena trasferita a Los Angeles da New York con due bimbe. Alla festa del suo compleanno incontra tre affascinanti cineasti…

Ho trovato un film più brutto di Eravamo Canzoni.

Questo ha l’aggravante di avere una protagonista che come attrice è considerata valida (a me non piace, ma i giudizi su di lei sono sempre abbastanza lusinghieri).

A parte il titolo italiano che non ci azzecca nulla con quello originale (Home Again) né tantomeno con la trama, è proprio la sceneggiatura ad essere sconclusionata.

C’è un intro con tutta la storia del padre della protagonista, un regista famoso negli anni ’70 appena morto, che non serve a praticamente nulla.

Ma poi proprio l’idea di base è stramba. Ma secondo voi è mai possibile che una quarantenne madre di due bambine si mette in casa tre, non uno ma TRE, quasi trentenni completamente sconosciuti solo perché la sera prima ha fatto baldoria con loro in un locale e sono finiti tutti a casa sua ed al mattino esce fuori che questi non sanno dove andare perché sono poveri in canna, ma con il sogno di lavorare nel mondo del cinema. Certo, tutto molto normale. E poi quando il marito (che non ho ben capito se siano separati o meno), che è rimasto a New York per lavoro, lo scopre e giustamente si altera, passa per cretino. E quei tre, che alloggiano da lei a zero spese (scrocco, dalle mie parti), quando arriva per stare con le figlie lo trattano come se fosse un mostro. Fanno i gelosi ed indispettiti dalla sua presenza. Ed uno addirittura gli dà un pugno. A questo punto, fortunatamente, lei li manda via, ma li perdona in un battito di ciglio ed è come se non fosse successo nulla in finale.

Io sono rimasta a bocca aperta dalla stupid8it della questione.

Ma poi, ripeto, non aveva nè capo nè coda proprio la trama. Non ha detto nulla, non c’è stata una crescita di nessun personaggio, forse solo un po’ la figlia più grande che ha risolto (più o meno) i suoi problemi di ansia, nessuna battuta memorabile, niente di niente.

Mchan    

Walker

Anno: 2020 in corso

Paese: Usa

Episodi: 18 prima stagione, 2 stagioni, in corso

Genere: drammatico, poliziesco, azione

Cast: Jared Padalecki, Lindsay Morgan, Odette Annable, Coby Bell, Genevieve Padalecki, Violet Brinson, Keegan Allen

Trama: Walker è un Texas Ranger al quale hanno ucciso la moglie ed è rimasto con due figli adolescenti. Si dovrà districare tra il suo lavoro e la gestione dei ragazzi.

In teoria sarebbe il reboot del famoso quasi omonimo: Walker Texas Ranger. In pratica di uguale ha solo il nome del protagonista e l’ambientazione nel Texas.

Penso che se lo avessero chiamato in un altro modo non avrebbe avuto tutte le critiche che ha ricevuto dato che non è minimamente paragonabile all’originale.

Qui abbiamo un padre di due adolescenti al quale hanno ucciso la moglie che era il fulcro della famiglia, spessissimo si fa riferimento al fatto che aveva in mano lei le redini della casa e solo lei sapeva trattare certe cose. In più i casi polizieschi sono pochi, nemmeno uno ad episodio, e privi di qualsiasi verve od azione. Il protagonista esce sempre sconfitto dai conflitti corpo a corpo ed è impossibile non rimpiangere i combattimenti di Chuck Norris, seppur un po’ troppo sopra le righe. Jared è convincente solo quando è con i ragazzi. Anche se è molto apprezzabile con il cappello da ranger 😜

La partner è più convincente, solo che è davvero troppo bassa. Ma non c’era un’attrice un pochino più alta? Vero che Jared è 1 metro e 93, però poverino gli verrà la gobba a dover parlare sempre con partner più bassine.

Una cosa tenera è il fatto che sia la sua vera moglie nella vita reale ad interpretare la moglie morta nei flashback o nelle “apparizioni”. Come si guardano è dolcissimo 😍

I primi due episodi sono piacevoli, ma poi arriva la parte drama a fare da padrona. E per di più è costituita da molto teen drama. Le scelte che ogni volta fanno i figli sono una più stupida dell’altra e non sempre vengono ripresi o puniti per esse. Per esempio quando il figlio si è presentato nel bel mezzo di una sua missione sotto copertura facendola quasi saltare perché invece di tornarsene a casa come chiesto dal padre continuava a parlare ad alta voce facendolo quasi scoprire. Per una questione futilissima tra l’altro. Io posso capire il trauma dell’aver perso la madre da poco (nemmeno un anno), l’essere adolescente e tutto il rancore verso il padre, ma ha rischiato di fare ammazzare il padre, la partner del padre, l’amica che lo ha accompagnato e lui stesso.

Trovo il risentimento che hanno i figli riguardo il suo periodo sotto copertura esagerato. Che poi avrei capito se si sentissero così a causa del fatto che sia stato lontano da loro per molto tempo subito dopo la morte della madre ed invece loro ce l’hanno con lui perché non ha raccontato loro tutto quello che ha fatto. Ma stava sotto copertura, era lavoro mica era in vacanza. Mah. Tra l’altro poi veniamo a sapere che è praticamente a causa loro che ci sia andato…

Ultimi episodi un po’ fiacchi, escluso l’ultimissimo. La avrei chiusa prima.

La seconda pare avere meno episodi, meno della metà, vedremo come se la giocheranno che il cliffanger finale era abbastanza intrigante.

Mchan

Love, Victor

Anno: 2020 in corso

Paese: Usa

Episodi:  10 a stagione, 2 stagioni, in corso

Genere: drammatico

Soggetto: romanzo “Love, Simon” by Becky Albertalli

Cast: Michael Cimino, George Sear, Nick Robinson, Mason Gooding, Anthony Turpel, Rachel Hilson, Isabella Ferreira, Ana Ortiz, Bebe Wood, Lukas Cage, Sophia Bush, James Martinez, Mekhi Phifer

Trama: Victor è un sedicenne di origine latina appena trasferitosi dal Texas ad Atlanta. Pensava di poter essere finalmente sé stesso in questa nuova città ed invece non ha il coraggio di dire subito chi è realmente così si ritrova incastrato nelle “bugie” del passato.

Non so da dove iniziare per quanto questa serie sia cringe.

Sarò vecchia, ma ho trovato decine di scelte imbarazzanti.

Prima fra tutte lo sfruttare troppo la scia del consenso del film. Perché l’idea di base non è male, ma avrei evitato tutta quella parte riguardante Simon e la sua storia passata. Avrei utilizzato lo stesso escamotage delle mail con uno sconosciuto e basta. Invece Victor si scambia mail con Simon e questo si firma “Love, Simon”. Ok, il rimando al titolo del film e conseguentemente a quello della serie, ma secondo voi è normale che una persona impegnata si firmi “con amore” nella corrispondenza con un emerito sconosciuto? Capisco il verbo “to love” in inglese abbracci una miriade di sfaccettature, però… mah.

Tra l’altro questo fatto che Simon venga fatto passare dalla stessa Preside del liceo come un eroe è assurdo. Ma si può parlare del suo coming out ad un nuovo alunno come se avesse tipo vinto un Nobel? Che poi nel film non è stato il primo del liceo che lo ha fatto.

Victor, il protagonista, è carino giusto nei primi episodi che da metà stagione diventa irritante. Lo fanno diventare sessualmente confuso quando nel primo episodio era certissimo di essere gay. E poi perché fargli avere per forza una ragazza? Ma non era meglio che lui la reputasse solamente un’amica e che magari lei si prendeva una sbandata, ma non fargli fare la coppietta con tanto di presentazioni in famiglia? Che poi siamo nel 2020 ed un adolescente presenta dopo una paio di settimane la tipa con cui esce ai genitori, certo, molto credibile.

A proposito di famiglia, perché tutto quel drama in quella del protagonista? Non ce ne era già abbastanza con lui da solo? Poi tutto quel mistero sulla cosa cattivissima che avrebbe fatto il padre quando alla fine non era poi nulla di che e comunque era dipeso da ciò che aveva fatto la moglie. Quindi è inutile che lei lo minacci di rivelarlo o lo faccia sentire in colpa.

I nonni fatti arrivare per sì e no 10 minuti giusto per rimarcare che i vecchi religiosi sono bigotti e poi fatti sparire senza un reale dialogo sensato. Che bastavano i genitori di lui dato che non sono così aperti di mente come lo erano quelli di Simon.

Anche Mia, la ragazza/interesse amoroso, non spicca di simpatia, soprattutto con la sua futura matrigna. E quella ci ha pure provato a trovare un punto di incontro. Che poi è stato il padre ad essere stato piantato di punto in bianco dalla madre. Però è una quindicenne, quindi ci può pure stare dato che ultimamente tutti gli adolescenti nelle serie tv si comportano da bambini viziati e non vengono mai ripresi dai genitori. Questa ultima cosa è poi una normalità anche nella vita reale.

L’episodio ambientato a New York capisco che possa essere molto significativo, ma sinceramente non mi è piaciuto per via di un paio di cose. La prima è che si vedeva benissimo che l’attore che interpreta Simon non era lì con loro, ma probabilmente ha filmato le sue scene in un altro momento. Potevano fare di meglio dato che così l’ho trovato proprio slegato. A parte la scusa che hanno trovato per non farlo essere presente (un addio al celibato, e ci è andato senza il suo compagno? Mah…), ma visivamente vedere il gruppo sotto al palco e lui nelle retrovie, lontano dal suo ragazzo, è stato strano. Sembrava che avessero litigato. Ma poi andare a spifferare ai suoi coinquilini ciò che Victor gli ha scritto con la scusa che più persone possono dare consigli migliori è assurdo. Prima di tutto ha tradito la sua fiducia e poi se voleva parlare a più persone si sarebbe iscritto in un forum a tema, no? Nel 2020 sai quanti ne esistono. Se ha scelto di confessarsi proprio con Simon vuol dire che lo sentiva più affine a lui, no? Che poi hanno cambiato anche un dettaglio legato alla storia personale di Simon: lui ha avuto delle ragazze. Sia nel libro che nel film. Ed anche il coming out ai coinquilini l’ho trovato forzato. Se non se la sentiva di svelare il vero motivo per cui era lì perché forzarlo? Sta mania odierna di avere un certo obbligo a presentarsi dovendo dire tutto di sé non la capisco. Basta nome e cognome. Poi quando si diventerà più intimi (anche in amicizia) ci si racconteranno le altre cose. Altrimenti andiamo tutti in giro con un cartello appeso al collo con su scritto generalità, gusti sessuali, religione ed orientamento politico, che facciamo prima.

Unico personaggio davvero positivo al 100% per me è Felix, il vicino di casa e primo amico del protagonista.

Anche Benji, la crush del protagonista, non sarebbe stato male se non avessi proprio capito tutto il casino del viaggio per lavoro durante il quale è stato incoerentissimo.

Tra l’altro le storie dei personaggi secondari sarebbero anche interessanti da approfondire, ma la durata degli episodi è troppo breve. Sarò vecchia, ma questi episodi da 30 minuti scarsi in cui accade tutto troppo velocemente non riesco a capirla. Le serie tv derivanti da film dovrebbero avere lo scopo di approfondire alcuni temi, ma così è impossibile. Potevano tranquillamente girare un sequel.

Mchan

Ps: sto vedendo la seconda stagione, soprattutto perché ormai l’avevo scaricata, ma non starò a recensirla perché ho già dato abbastanza con questa.

Love, Simon

Anno: 2018

Paese: Usa

Genere: drammatico, sentimentale, commedia

Regia: Greg Berlanti

Soggetto: omonimo romanzo by Becky Albertalli

Cast: Nick Robinson, Josh Duhamel, Jennifer Garner, Katherine Langford, Alexandra Shipp, Jorge Lendeborg Jr., Keiynan Lonsdale, Miles Heizer, Logan Miller, Talitha Bateman, Natasha Rothwell

Trama: Simon è un liceale che ha una cotta per un ragazzo con il quale si scambia solo delle mail senza conoscere la vera identità. La sua vita cambierà quando una terza persona scoprirà questa “amicizia di penna”

Quarta di copertina:

“E allora ripercorro tutto dall’inizio, da agosto, e leggo tutto. Non ho idea di chi sia. Ma mi sa che mi sto innamorando di lui”

Simon ha diciassette anni ed un amore segreto per Blu, un ragazzo conosciuto on line con cui intrattiene un’intensa, tenera corrispondenza. Il loro rapporto è al sicuro finché un’email non finisce nelle mani sbagliate: quelle di Martin, il bullo della scuola, che minaccia di rivelare a tutti lo scoop dell’anno… a meno che Simon non l’aiuti a conquistare Abby, la ragazza di cui è innamorato ma che non lo degna di uno sguardo.

(Nota: Martin non è affatto il bullo della scuola, anzi.)

“Un romanzo di formazione in cui ogni ragazzo si identificherà”  School Library Journal

Sinceramente il libro non mi aveva entusiasmato, carino, ma nulla di eclatante. Ma con il film sono riusciti davvero a fare peggio. Tutto ciò che funzionava nel libro lo hanno stravolto.

Prima di tutto hanno cambiato l’età della sorella. Ok, eliminarne una che tanto era al college e non era funzionale più di tanto alla trama, ma rendere la più piccola così piccola no. Hanno fatto sballare un bel po’ di cose in questo modo.

Non ho capito il senso di cambiare la “razza” all’amico Nick. In teoria nel libro è bianco, non è specificato, ma io l’ho percepito così perché di altri ragazzi di colore si è sempre specificato. Così alla fine abbiamo la classica coppietta di colore che fa tanto cliché super banale.

Non mi è piaciuto che Simon interagisse così tanto con Blu nella vita reale. Anche se non sapeva che fosse Blu (per evitare spoiler non faccio il vero nome di Blu). Il bello del libro è che l’identità di Blu non si scopre fino agli ultimi capitoli ed è costruito davvero bene. Invece nel film Simon attribuisce la sua identità a svariati ragazzi quando nel romanzo ha solo un tipo sul quale ha dei sospetti. Avrei preferito facessero lo stesso, anche perché in questo modo sembra che Simon si invaghisca di chiunque quando invece lui prova dei reali sentimenti per questo ragazzo con il quale si scrive solamente ed è molto romantico.

Leah innamorata di lui è un’altra assurdità super banale. Mi piaceva tanto il rapporto di pura amicizia che c’era nel libro tra lui e le due ragazze.   

E non ho nemmeno capito perché farlo impicciare così tanto della vita sentimentale dei suoi amici quando nel libro non è affatto così, anzi. Spesso e volentieri si isola ed è anche per questo che i suoi amici non hanno capito mai nulla.

La mega figuraccia di Martin rifiutato da Abby davanti a tutta la scuola è forse l’unica aggiunta/cambiamento sensato. Perché dà un senso più concreto alla “vendetta” nei confronti di Simon.

Il fatto che abbiano tolto tutta la parte sul compleanno del protagonista (il regalo ed il bigliettino) ed abbiano fatto cancellare l’account mail di Blu per fargli scrivere quel post pubblico e girare la scena della ruota panoramica davanti a praticamente tutta la scuola (super cringe) non mi è piaciuto per nulla. Tra l’altro all’inizio lui sembrava addirittura scocciato. Ho trovato l’attore che interpreta Simon perfetto, anche quello che interpreta Blu, ma non c’era molta chimica tra loro due.

Comunque almeno nel film ci siamo risparmiati il dopo primo bacio che nel libro è stato alquanto imbarazzante. Parlo della situazione in generale, con presentazione ufficiale e cose del genere. Anche lì si poteva benissimo finire la storia con il loro lieto fine e stop.

Tuttavia la parte più bella sia del libro che del film è stata il discorso di Simon sul coming out. Pensiero che condivido. Ognuno dovrebbe essere ciò che è senza troppi proclami o spiegazioni.

Mchan