Love & Monsters

Anno: 2020

Paese: Usa, Canada

Regia: Michael Matthews

Genere: azione, avventura, commedia, fantascienza

Cast: Dylan O’Brien, Jessica Henwick, Dan Ewing, Ariana Greenblatt, Michael Rooker

Trama: per contrastare lo scontro di un asteroide le varie nazioni terrestri si coalizzano e puntano contro di esso tutti i missili possibili. Il mondo rimarrà salvo, ma non la popolazione. Infatti le radiazioni hanno colpito tutti gli esseri a sangue freddo rendendoli dei veri e propri mostri assassini. Sette anni dopo l’umanità è costretta a vivere rinchiusa in dei bunker sotterranei in quelle che chiamano “colonie”. Joyle è rimasto orfano e lontano dalla sua fidanzata Aimee, che ritrova solamente via radio poco tempo prima. Nella sua colonia tutti hanno trovato la loro metà della mela e lui si sente solo e soprattutto inutile dato che a differenza degli altri non esce mai in superficie per rifornirsi del necessario per poter sopravvivere poiché è un fifone. Ma un giorno si stufa di questa sua situazione e decide che raggiungerà la sua bella a 7 giorni di distanza. Una volta fuori si imbatterà in vari pericoli, ma troverà anche un amico inaspettato: Boy, un cagnolino che lo salverà ppiù di una volta. Incontrerà anche un duo abbastanza singolare: un uomo maturo ed una bimba di 8 anni che sono diretti al nord e che gli insegneranno molte cose.

Sicuramente non è un film da Oscar, ma si lascia vedere.

Dylan nella parte del ragazzino pauroso ma avventuroso ci sta sempre bene. Il rapporto con il cagnolino è bellissimo. Il personaggio della bimba è super simpatico ed anche tenero.

I mostri sono ben fatti, grazie alla CGI, infatti fanno ribrezzo.

Belli anche i disegni che fa il protagonista in una sorta di “manuale dei mostri”.

La parte più tenera e commovente è stata affidata ad un robot. Scelta strana, ma azzeccata.

Alla fine c’è anche una piccola sopresa nella trama che altrimenti sarebbe stata forse un po’ banale. Tuttavia è lineare e ben sviluppata. Forse l’unica pecca è il fatto di non vedere poi così tanti mostri come ci si sarebbe aspettati. Soprattutto dato che derivano dagli esseri più popolosi della terra ovvero insetti e rettili.

Sinceramente ho trovato la visione molto più gradevole, nonostante i mostri orridi, di molte commedie romantiche che ho visto di recente. Quindi la consiglio se volete passare un paio d’ore di svago.

Mchan

Ps: qui il link di una clip del backstage di una scena con un mostro, davvero interessante

3 thoughts on “Love & Monsters

  1. kasabake ha detto:

    Ero partito con i peggiori auspici nella visione di questo film Netflix (il che già lo catalogava come adatto ad una fetta adolescenziale o post-adolescenziale in cui il teen-drama deve avere il sopravvento) ed alla fine sono stato invece felicissimo di averlo visto ed è un titolo che consiglierei a chiunque per una visione leggera ma non cretina, spensierata ma non irrealistica e tutto sommato coerente con le sue premesse, insomma, come hai detto anche tu «Sicuramente non è un film da Oscar, ma si lascia vedere»
    Senza fare alcun spoiler (come hai elegantemente fatto tu), ho apprezzato moltissimo l’uso (abuso quasi) della voce fuori campo, usata non per spiegare ciò che visivamente il regista non era in grado di mostrare (tipico stratagemma di chi invece dovrebbe creare una certa atmosfera e non riuscendoci descrive a parole i sentimenti dei personaggi), ma per parlare direttamente al cuore dello spettatore, come se si stesse leggendo: di contro, le scene fondamentali (quelle di azione, di crescita del personaggio, dell’incontro con altri characters, delle scoperte sentimentali e delle decisioni importanti) sono tutti realizzate in modo chiaro e netto e senza l’uso della spiegazione fuori campo (in questo senso mi ha ricordato molto un prodotto di target simile, anch’esso molto glamour e di produzione netflixiana ovvero Enola Holmes, anch’essa senza particolari pretese ma anche divertente e trascinante).
    Particolarmente apprezzabile l’aspetto della grafica da disegno, usata dal personaggio per creare una sorta di vademecum di viaggio o diario per altri esploratori ed anche dagli autori per raccontare l’antefatto.
    Come molta sci-fi di genere survival e post-apocalittico, anche questo è difatti un film on the road, un percorso fisico (tragitto pieno di pericoli. con una meta ambita) che diventa un percorso di crescita (amicizia, aprire l’orizzonte, comprendere l’amore come una realtà non a senso unico e solo idilliaca): qualcuno ha detto che con più soldi poteva diventare un capolavoro, ma io dico che forse con più soldi e molti effetti speciali in più forse poteva diventare un polpettone uguale a tant’altro, mentre così resta un divertente racconto di formazione in salsa mostruosa.

    P.S La lumaca è un idolo!

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