Barcellona parte 3

Il quartiere gotico è il luogo in cui si trova la Cattedrale della città ed in cui si può ancora vedere la struttura del castrum romano con le due direttrici principali che si incontrano in quello che doveva essere il Foro.

Piccola curiosità: ci sono molti resti romani nel sottosuolo e quando riemergono a causa di lavori urbanistici (tipo la costruzione di nuovi tragitti metropolitani, ne hanno ben 9!!!) tendono a lasciarli (o ricollocarli dopo i lavori) dove sono e metterci sopra un pavimento in vetro o plexiglass trasparente in modo che ci si può passare sopra tranquillamente e nel contempo ammirare i resti archeologici.

La Cattedrale sorge sul punto più alto della città vecchia: il Mons Taber. La sua costruzione iniziò intorno al 1300 e finì nel 1459. L’esterno è in stile gotico catalano e la porta è uno degli elementi più antichi.

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L’interno ha tre navate e le volte a crociera, le finestre sono del 1300. Le cappelle sono tutte chiuse da cancellate. Nella navata maggiore il coro ha rilievi marmorei scolpiti da uno degli allievi di Michelangelo. Il presbiterio poggia su una cripta trecentesca al centro della quale si trova il sarcofago di Sant’Eulalia.

Il chiostro ha al centro la fontana delle oche ed è rigoglioso di palme e magnolie.

 

Mchan

My lovely trips

Qui mi sa che serve un’altra rubrica. Invece di “felicità è:” “indignazione perché:”

Ma vi sembra normale che un’insegnante invece di lodare un bambino perché è stato bravo chieda ai genitori di frenarlo?

L’altro giorno mio fratello e mia cognata vanno all’incontro genitori/insegnanti e si sentono chiedere dalla maestra di mio nipote (seconda elementare) di rallentare con la lettura dei libri.

Libri che danno loro da leggere a casa come esercizio. Bhè, mio nipote ne ha già letti una dozzina (circa uno ogni 2 settimane) mentre la maggior parte dei suoi compagni di classe sono a meno della metà. E quello che deve rallentare sarebbe mio nipote. Ma stiamo scherzando? Da quando in qua un alunno diligente deve adeguarsi a chi sta più indietro? E poi un conto è in classe, ma a casa sarà pur libero di leggere quanto gli pare dato che la cosa gli piace, no?

Dimenticavo, siamo in Italia e le persone più brillanti devono camuffarsi e sottovalutarsi per poter campare. Mah…

Mchan

Il giardino segreto

Oggi è il primo giorno di primavera e per festeggiarlo vi voglio parlare di un libro: Il giardino segreto by Frances Hodgson Burnett.

Sinceramente non sapevo che esistesse fino a poco tempo fa. E’ un libro per ragazzi, ma la mia maestra di italiano delle elementari era una fanatica delle poesie quindi ci faceva imparare a memoria centinaia di sonetti e non ci ha mai consigliato di leggere dei libri. Ed a casa, per svagarmi, leggevo Topolino. Poi, alle medie, sono arrivati i libri per grandi così della letteratura per ragazzi conosco poco e niente. Ma passiamo al libro.

L’ho scelto per questo periodo perché tratta appunto della nascita (o rinascita) della vegetazione. Ci sono delle bellissime descrizioni di fiori ed affini. C’è anche la storia di questi due bambini/cugini che si ritrovano soli contro tutto e tutti a causa della fragilità ed anche un po’ dell’egoismo dei loro genitori. Dei bambini lasciati a sé stessi che scoprono la magia della natura e della vita attraverso, appunto, un giardino.

Mi ricorda un po’ i giorni nostri dove i genitori (non tutti, per fortuna) lasciano i figli alle cure di insegnanti e babysitter, li “parcheggiano” a scuola fin dalla più tenera età, vuoi per motivi lavorativi/economici, vuoi per puro tornaconto personale di sentirsi più liberi e meno oppressi da responsabilità. Quelle responsabilità che vengono sempre di più delegate a degli estranei. E quando poi si trovano davanti ai problemi dei loro pargoli accusano quelle terze persone. Mi torna in mente un caso abbastanza particolare, che è accaduto proprio in Inghilterra, luogo in cui viene narrata la storia del libro. Una madre si è ritrovata con tre figlie adolescenti (dai 12 ai 15anni mi pare, comunque molto giovani) tutte incinte ed invece di fare un mea culpa per non aver badato a loro in maniera più consona (voglio dire: 12 anni… Io giocavo ancora con le Barbie a quell’età…) ha dato la colpa alla scuola che secondo lei non ha insegnato loro una corretta educazione sessuale. E così fanno molte persone oggigiorno. La società odierna sarà pure quella che è, ma non possiamo sempre incolparla di tutto. Sta ad un genitore spiegare al proprio figlio cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Ma passiamo al libro.

Quarta di copertina:

“Vivrò per sempre e non smetterò mai di fare la magia”

“Mary Lennox ha dieci anni: è viziata, bruttina e dispotica. I genitori non si sono mai occupati di lei, così, dopo la loro morte ed un’infanzia difficile trascorsa in India, Mary approda in Inghilterra per essere affidata alle cure dello zio Archibald, un vedovo scontroso che vive in un castello isolato. Qui, in compagnia di Colin – il giovane e viziato cugino che si crede malato – e di Dickon – un ragazzo semplice e d’animo gentile capace di incantare gli animali con il suo flauto – inizia a ritrovare il piacere del gioco e dell’amicizia, ed a riscoprire gli effetti benefici della natura… La casa dello zio Archibald è molto spaziosa, ma Mary ha il divieto di entrare in alcune stanze, e c’è anche un giardino proibito chiuso a chiave, quello della defunta moglie dello zio. L’affetto profondo per i suoi nuovi amici e la voglia di trasformare la realtà circostante insegneranno a Mary che i poteri magici sono alla portata di tutti e possono fare veri miracoli”

Sinceramente mi è piaciuto molto di più il film del 1993 diretto da Agnieszka Holland.

La storia è leggermente diversa: i genitori di Mary sono morti a causa di un terremoto, Mary incontra Dickon prima di trovare la chiave del giardino e trova quest’ultima in casa. Non è presente la madre di Dickon, unica pecca, ma il finale è molto più completo. Infatti la sensazione che ho avuto dopo aver letto l’ultima frase è stata di incompletezza. Il finale è arrivato tutto di fretta, non si è molto approfondito il rapporto tra Mary e lo zio. Come alcuni dei personaggi secondari che sono rimasti un po’ in un limbo. Ma soprattutto Mary che è la protagonista del racconto non ha avuto un vero e proprio finale.

Mchan

 

My lovely trips

Felicità è: dopo aver prenotato l’estrazione dell’ultimo (per fortuna!) dente del giudizio, avere tra le mani il regalo di compleanno (in anticipo per questioni pratiche) ed aver visto ad occhi nudi (più o meno, con gli occhiali da sole che ho lacrimato uguale) uno degli spettacoli più belli dell’universo: l’eclisse.

Mchan

Barcellona parte 2

La via più famosa è sicuramente La Rambla.

Il suo nome deriva da Ramla, sabbia in arabo. Ciò perché nel medioevo era il letto di un torrente.

E’ lunga 1180metri e si divide in vari spezzoni. Alcuni sono pieni di edicole, altri di bancarelle di uccelli o di fiori, altri di edifici importanti, altri di locali di ristoro, ma quasi tutti sono affollati da artisti di strada.

Il mercat de la Boqueria è stato edificato sul sito di un convento carmelitano. Risale al 1840, ma fu coperto solamente 30 anni dopo.

Alla fine, verso il mare, si trova Plaça de Catalunya. Qui si trovano i grandi magazzini chiamati El Corte Inglés e l’ufficio del turismo della città. Al centro si trovano giardini e fontane.

La città vanta una spiaggia che si chiama Barceloneta ed è molto pulita per essere così centrale.

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Sul lungomare si affacciano molti locali e ristorantini tipici spagnoli. I prezzi sono un pochino alti, ma l’atmosfera è molto suggestiva.

Mchan

 

My lovely trips

Felicità è: la mia band preferita (al momento) che interpreta unplugged (adoro <3<3<3) una delle canzoni più belle di sempre di uno dei giovani cantautori più poetici di sempre.

Qui torno in modalità LovvoMode per almeno un’altra settimana! 😛

Mchan

Ps: l’audio lascia un po’ a desiderare e Pierozzi poteva evitare l’acuto finale, ma sono in Lovvo uguale! ❤