Brugges

Proseguendo il viaggio in Belgio (dopo Bruxelles ed Anversa) siamo arrivati in questa piccola meraviglia di paesino. Ideale per un romanticissimo weekend, anche in pieno inverno secondo me.

La giornata non era delle più belle seppur a fine aprile causa pioggia e nuvole. Però la visita fortunatamente non è stata turbata dalle suddette. Il pullman ci ha lasciato poco fuori, in un’area apposita, dove abbiamo incontrato la nostra guida. Bravissimo e preparatissimo quanto permaloso ed antipatico. Non potevi fiatare, nemmeno fare una domanda che sembrava che lo stavi interrompendo quando magari non ci stava pensando minimamente a parlarti di quella cosa. Comunque…

Ci addentriamo nel paesino costeggiato da canali e laghetti percorrendo un ponticello molto suggestivo.

il panorama dal ponticello

il panorama dal ponticello

Il primo posto in cui arriviamo è una specie di piazza/cortile. Tutt’intorno delle abitazioni bianche merlate che una volta facevano parte di una sorta di convento. Questo posto si chiama beghinaggio, dal nome dell’ordine delle sorelle. Ora vi ci vivono le suore benedettine. Nel mezzo un bel prato di narcisi gialli.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Poi proseguiamo in una piazzetta dove si fermano le carrozze con i cavalli, che sono l’unico mezzo di trasporto che vediamo oltre ad un paio di motorini. Fortunatamente qui non ci sono biciclette. 😉

Marciamo, ops, passeggiamo lungo le stradine strette del paese ed ammiriamo una chiesa, l’eglise di Notre Dame (la cui entrata è a pagamento, possibile che solo qui da noi le chiese sono gratis???). Entriamo perché è comunque una delle poche attrazioni che ci sono. Ed è molto carina ad onor del vero, in più c’è una scultura del Michelangelo: la Vergine e l’infante.

Proseguiamo entrando in uno dei tanti negozietti di cioccolatini, che qui sono una vera prelibatezza. Dopo un assaggino siamo alla piazza del municipio il cui edificio è in stile gotico fiammeggiante, ed è stupendo. Sembra quasi una chiesa.

Alla sua destra vi è il celebre santuario della basilica di Heilig Bloed, composta da due cappelle sovrapposte anch’essa in stile gotico con dettagli dorati e due statue di leoni con scudo ai lati della scala che porta all’entrata.

Subito dopo vi è un’altra piazza abbastanza importante, si tratta della Grand Place. Simile alle altre piazze principali che abbiamo visto qui in Belgio. Molto spaziosa, al cui centro vi sono tantissime aiuole fiorite naturalmente con tulipani e narcisi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Edificio principale è la torre campanaria alta ben 80 metri e con 366 gradini (e so che è il numero esatto perché mia madre se li è fatti tutti anni addietro). Dalla cima non si può che ammirare un panorama splendido e durante la salita si possono vedere le ben 47 campane che compongono il suo carillon che suona una melodia diversa ogni quarto d’ora.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Gli altri edifici della piazza sono le ormai consuete case delle corporazioni con quel loro tipico tetto a scaletta, diffuso in tutto il nord europa.

Ci fermiamo a mangiare in un tipico ristorantino in zona. E naturalmente non possiamo che ordinare una zuppa di pesce e del souté di cozze con patatine fritte.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Il pomeriggio proseguiamo la visita da sole e ci imbattiamo in una via piena zeppa di negozi, tipo via del Corso qui a Roma, alla cui quasi fine vi è una chiesa molto carina, mi pare di San Bartolomeo, peccato che era in pieno restauro…

Mchan

Ps: scusate le foto molto grigiastre, ma il tempo era quello che era… 😦

Non dimentichiamo

Oggi per ricordare un periodo storico importante vorrei consigliarvi un libro.

Il titolo italiano è: Finché le stelle saranno in cielo.

In originale si intitola: The sweetness of forgetting ossia La dolcezza di dimenticare.

L’autrice è Kristin Harmel.

Parla di amore, famiglia, radici, relazioni, emozioni, sentimenti, solidarietà, fratellanza, religione ed ancora amore.

Qui la seconda di copertina:

“Da sempre Rose, nell’attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del crepuscolo. E’ quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulle rive della Senna.

Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno la sua amatissima nipote Hope. Ma adesso per Rose, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce ad un ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una promessa. Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un elenco di nomi ed una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico ed inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Code.

Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia ad Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all’Olocausto. Hope è sconvolta ma determinata: conosceva l’Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all’eccidio. Per questo, per dare un senso anche al proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in cielo. Sarà proprio lo sguardo curioso ed appassionato della giovane Hope a svelarne il segreto fatto d’amore, di vite spezzate e soprattutto – come indica anche il suo stesso nome – di speranza. Ed a rivelare anche al lettore un segreto ancora più misterioso, una luce inattesa negli anni bui dell’Olocausto, un evento tanto storicamente accertato quanto poco conosciuto, che tuttavia ha salvato dall’orrore la vita di molte persone”

Dalla quarta di copertina:

“Anche nei tempi più bui si nasconde una luce inattesa”

“La Harmel ci ha stregato” by Publishers Weekly

“Finalmente un’autrice in grado di toccare le corde più sensibili dell’animo umano” by Booklist

“Una storia che illumina una delle pagine meno esplorate della storia contemporanea” by Goodreads (il più frequentato social network internazionale dei lettori)

Mchan

My lovely trips go to cinema

disneytruth

Non si è mai troppo vecchi per un film Disney.

Verissimo. Infatti nell’ultimo mese ne ho visti ben due.

Era da molto che non vedevo un film di animazione della Disney al cinema, più precisamente dal 1996 anno in cui uscì Il Gobbo di Notre Dame. Da allora nessun altro mi aveva affascinato tanto da andare a vederlo sul grande schermo.

Ho visto Alla ricerca di Nemo e Ribelle – The Brave in dvd, Toy Story 2 e 3 in tv, ma sono della Pixar ed a parte il primo gli altri non li ho trovati poi così stupefacenti.

Invece a dicembre ho visto Rapunzel (in dvd e mi sono pentita di non essere andata al cinema quando è uscito ed anche di non averlo visto prima) e poi Frozen e me ne sono innamorata. Letteralmente. Finalmente la Disney è tornata alla magia dei primi classici. Quelli dove c’è la principessa ed il principe azzurro, dove il lieto fine è assicurato. Ed in fondo sono questi i film d’animazione che uno spera di vedere. Con un bel po’ di vena comica che non guasta.

locandinarapunzel
Se nel primo era data dalla stessa Rapunzel, la cui scena appena uscita finalmente dalla torre la vede essere in un primo momento contentissima ed entusiasta della cosa ed un secondo dopo in colpa per aver disobbedito alla madre, e questo succede a ripetizione, in stile bipolare, a me ha fatto sbellicare dalle risate. Nel secondo è data dal pupazzo di neve Olaf che adora l’estate ed i caldi abbracci, non sapendo cosa essi rappresentino davvero per lui (ovvero lo scioglimento), e che si scompone in continuazione. Doppiato da un bravissimo Enrico Brignano.

locandinafrozen

Gli sfondi non sono proprio in acquarello puro, ma sono molto più romantici e soft rispetto al freddo CGI dei film degli ultimi tempi.

Ritorno anche della musica. Bellissima prova delle due doppiatrici italiane di Anna&Elsa (Serena Rossi e Serena Autieri).

Un bel viaggio nelle terre incantate del Nord, con neve e ghiaccio ovunque, e nel mondo delle favole, quelle vere, stile della Buonanotte.

L’happy ending è scontato, ma fa bene al cuore.

Perché se è vero che non si è mai troppo vecchi per un film della Disney, è vero anche che non lo si è nemmeno per sognare.

Mchan

Anversa

Vi ho già parlato del mio viaggio a Bruxelles. Bhé, il tour è proseguito in altre tre cittadine del Belgio. La prima di esse è Anversa.

Purtroppo non l’abbiamo potuta visitare come avremmo voluto e dovuto. La causa? Il ritardo del nostro pullman. Doveva venirci a prendere alle h9 in un punto, non davanti l’albergo  che era zona pedonale, ed invece non si sa che fine ha fatto. Siamo stati quasi 3ore ad aspettarlo in mezzo alla strada ed al vento. Per cui siamo arrivati in città che era ora di pranzo. Siccome eravamo con il gruppo siamo andati subito a pranzare in un ristorante, anche perché il costo del pranzo era il rimborso dell’inconveniente. Poi siamo andati a fare una veloce visita del centro storico. Abbiamo ammirato la stazione che è davvero bellissima.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Poi di corsa dall’altra parte del corso a vedere la piazza del municipio. Questa come struttura architettonica è abbastanza uguale a quella di Bruxelles con il palazzo del municipio su di un lato e sugli altri gli edifici delle confederazioni. La sua particolarità però era la fontana posta al centro. Una fontana insolita dato che non aveva la vasca, ma l’acqua usciva direttamente dal pavimento.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Qui non abbiamo avuto il tempo di fare null’altro. Nemmeno di vederle le vetrine dei negozi. Probabilmente è stato anche un bene, per le nostre tasche, però non ci siamo gustati per nulla la cittadina che infatti è stata quella che abbiamo apprezzato di meno.

Mchan

 

Weirdness parte 4

Per questo mese andiamo a Vienna.

Questa è la porta dell’appartamento dove alloggiavamo:

portavienna

Molto stile Picasso.

E questa era la vetrina natalizia di Tiffany:

portaviennatiffany

E per farvi rendere conto delle dimensioni:

portaviennatiffany - CopiaQuesto è il particolare del pacchetto sulle scale, al quale vi è appoggiato un anello con diamante.

Sembrava a grandezza naturale, eh?

Mchan

 

Links ai miei post su Vienna : https://mylovelytrips.wordpress.com/2012/12/28/vienna-parte-1/

https://mylovelytrips.wordpress.com/2013/01/02/vienna-parte-2/

https://mylovelytrips.wordpress.com/2013/01/05/vienna-parte-3/

https://mylovelytrips.wordpress.com/2013/01/08/vienna-parte-4/

https://mylovelytrips.wordpress.com/2013/01/10/vienna-parte-5/

https://mylovelytrips.wordpress.com/2013/01/15/vienna-food/

https://mylovelytrips.wordpress.com/2013/01/18/sopping-time-3/

 

 

Xmas time in USA

Ovvero Weirdness Xmas

Come vi ho già detto in America le festività natalizie sono molto sentite. Oltre a dedicare l’intera programmazione della radio alle canzoni natalizie ed ad ornare le case con ghirlande e fiocchi, si addobbano anche i parchi a tema e naturalistici ed oggetti improbabili quali:

florida2

Ebbene sì, quella macchina era in un parcheggio pubblico, mi pare a Cape Canaveral, ed aveva una ghirlanda affissa sul cofano, come si può vedere, anche se in qualità pessima.

florida

E pure questo povero leoncino di gesso non è sfuggito…

Mchan