Con gli aborigeni.
Aborigeni intesi come nativi del luogo in cui siete.
Ormai l’inglese è conosciuto in praticamente ogni angolo del pianeta, anche se in Francia faranno sempre finta di non comprenderlo, ma non vi preoccupate: fanno finta di non comprendere nemmeno il francese parlato da uno straniero. E poi quando arrivano qui pretendono che tu lo conosca oppure si esprimono come meglio possono (come noi da loro, solo che noi facciamo lo sforzo di capirli e loro no). Scusate la piccola, mica tanto, parentesi sui francesi ma purtroppo è esperienza personale e per quanto mi piaccia la Francia e ci tornerei volentieri altre centinaia di volte, questo loro atteggiamento mi fa sempre tentennare quando si tratta di scegliere dove andare.
Ok, dicevamo: la lingua.
In genere parlo in inglese ovunque (tranne che nei posti in cui si parla la lingua che conosco) però secondo me è buona educazione imparare almeno un paio di termini nella lingua locale.
Tipo? Bhè, prima di tutto Buongiorno e Buonasera. Poi Grazie e Prego, Scusi e Perfavore.
Se riuscite ad imparare anche i numeri meglio. Vi aiuterà nei negozi.
Ai nostri giorni queste informazioni si riescono a reperire facilmente sulla rete (Santo Web Subito!) però ci sono anche nelle guide turistiche, di solito alle ultime pagine.
Ciò renderà l’interlocutore più affabile e propenso ad aiutarvi. Sempre che l’interlocutore non sia uno snob pretenzioso che risponde solo ad un accento perfetto.
Altra cosa secondo me abbastanza fondamentale è studiare prima i comportamenti e le abitudini dei locali. Così non ci troveremo sconcertati per qualche loro reazione od usanza. E magari faremo meno figuracce nel modo di porci.
Mchan